Malattia infettiva virale acuta, estremamente contagiosa, causata da un paramyxovirus. Si manifesta soprattutto con l’infiammazione delle ghiandole parotidi, le principali ghiandole salivari. Si trasmette per via aerea (inalazione di gocce di saliva emesse da un soggetto infetto) e colpisce per lo più nel periodo invernale, dando luogo a epidemie, soprattutto nelle collettività (per esempio nelle scuole).
I bambini mostrano una maggiore predisposizione a contrarre la malattia. Il virus possiede una tendenza naturale a fissarsi sulle ghiandole e sui nervi.
Sintomi ed evoluzione
L’incubazione, della durata di 17-21 giorni, è seguita da febbre moderata e mal d’orecchi per 1-2 giorni. Il paziente è contagioso da 1 settimana prima della comparsa dei sintomi a circa 8 giorni dopo. L’infiammazione delle ghiandole parotidi compare dapprima su un lato poi su entrambi, e si manifesta con una tumefazione che gonfia i solchi situati dietro la mascella.
Comporta dolore durante la masticazione e la pressione delle parotidi, associato a mal di gola e gonfiore delle ghiandole vicine. È frequente la comparsa di cefalea. L’evoluzione è quasi sempre benigna e la malattia regredisce spontaneamente in una decina di giorni.
Complicanze
Da 4 a 10 giorni dopo la parotite può insorgere una meningite, che in genere non comporta alcun sintomo (raramente colpisce il nervo uditivo o determina un’encefalite). L’orchite da parotite colpisce i maschi dopo la pubertà. Si manifesta con febbre elevata e con edema doloroso a un testicolo o, talvolta, a entrambi. L’infiammazione regredisce in una decina di giorni, ma può comportare atrofia testicolare e sterilità. La pancreatite da parotite, più rara, si manifesta con dolori addominali associati a vomito. In casi rarissimi può lasciare sequele quali il diabete.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi è confermata dall’esame clinico. È inoltre possibile ricorrere a esami sierologici, realizzati a intervalli di 15 giorni, o all’isolamento del virus nella saliva o nel liquor cerebrospinale (in caso di segni di meningite e di diagnosi incerta).
Il trattamento, sintomatico, si basa sulla somministrazione di farmaci antipiretici e, se il dolore è intenso, antinfiammatori. In caso di orchite, è di rigore il riposo a letto e l’immobilizzazione dei testicoli con un sospensorio. Per la contagiosità della malattia, è necessario l’allontanamento da scuola del paziente per circa 15 giorni. Una volta contratta la parotite, il paziente è definitivamente immune.
Prevenzione
È disponibile un vaccino efficace, prescritto agli adolescenti e ai giovani adulti che non hanno contratto la parotite (la quale comporterebbe malformazioni embrionali se contratta durante la gravidanza) e ai bambini che hanno compiuto 1 anno. Il vaccino è destinato ai bambini piccoli e associato a quello della rosolia e del morbillo.
Parotite celiaca Infiammazione della ghiandola parotide come complicanza di interventi chirurgici all’addome. Spesso è provocata da scarsa igiene orale o da diminuzione delle secrezioni salivari.
Parotite metastatica Complicanza della parotite in cui il virus infetta diverse ghiandole e organi corporei, in modo particolare le meningi, i testicoli, le ovaie, il pancreas e le ghiandole mammarie.
Parotite postoperatoria Parotite acuta, di norma causata da stafilococchi, che si verifica in seguito a intervento chirurgico, particolarmente in soggetti debilitati o anziani. Fattori predisponenti sono una scarsa igiene orale e la disidratazione.