Covid e influenza: che cos’è Flurona e quali sono i sintomi

In Israele si è verificato il primo caso di Flurona, infezione simultanea da virus influenzale e Covid. È ancora presto per prevederne l’impatto epidemiologico, ma è importante proteggerci



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“Due è meglio di uno”, sosteneva una famosa campagna pubblicitaria. Ma la regola non vale per Covid e influenza, che possono unire le forze e causarci danni al quadrato. Nel mondo sono stati registrati i primi casi di questa infezione simultanea, battezzata Flurona, fusione delle parole inglesi flu (influenza) e corona (coronavirus). Nuovo pericolo all’orizzonte? Lo abbiamo chiesto al professor Roberto Cauda, direttore dell’UOC Malattie infettive della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e ordinario di Malattie infettive presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.


Professor Cauda, cos’è esattamente Flurona?

È l’infezione simultanea da SARS-CoV-2 e virus dell’influenza. Il primo caso, registrato in Israele, è stato scoperto casualmente in una partoriente trovata positiva alle due infezioni durante alcune analisi in ospedale. Successivamente ne sono stati rilevati altri sei in Brasile e adesso giungono notizie anche dalla Croazia.


I due virus Sars-CoV2 e virus dell'influenza possono rafforzarsi a vicenda?

Al momento non lo sappiamo. Nel caso della paziente israeliana, che non era vaccinata contro nessuno dei due virus, la sintomatologia è stata relativamente lieve, per cui non possiamo ancora stabilire se la combinazione di Covid e influenza possa provocare un quadro più grave. Anche negli altri pazienti con Flurona accertata la situazione non sembra preoccupante, ma manca un numero consistente di diagnosi ufficiali e dunque possiamo attenerci unicamente alle impressioni preliminari legate a questi casi isolati.


Con quali sintomi può presentarsi Flurona?

La malattia è sostanzialmente la stessa rispetto alla normale influenza e al Covid “puro”: è qualcosa di virale, che causa problemi respiratori alle alte vie aeree.


Ma in medicina non si dice che se nell’organismo c’è un virus che causa una malattia è impossibile che se ne sviluppi un’altra, dovuta a un virus diverso?

Sì, normalmente quando le cellule vengono colpite da un virus iniziano a produrre interferone, una proteina che serve a combattere la malattia e – come dice il nome stesso – “interferisce” con la possibilità che si sovrapponga una seconda infezione virale. In altre parole, l’interferone rappresenta la nostra prima linea di difesa, precedente agli anticorpi, che richiedono giorni per essere prodotti. Secondo alcuni studi, però, nelle persone colpite dal Covid c’è una ridotta produzione di interferone, per cui si ipotizza che questo difetto possa aprire la strada all’influenza.


Il vaccino anti-Covid può proteggere da Flurona?

No, ogni vaccino stimola l’organismo a produrre anticorpi specifici per colpire un preciso microrganismo. Ciò significa che il vaccino anti-Covid non ci protegge dall’influenza, così come quello antinfluenzale non ci mette al riparo dal Covid. L’unico modo per proteggerci da Flurona è quello di vaccinarci per entrambe le patologie. Nel frattempo ci sono aziende farmaceutiche, come Moderna, che stanno lavorando per unire le due vaccinazioni in un’unica somministrazione.


Dobbiamo temere Flurona?

Personalmente, ritengo che quelli rilevati siano casi eccezionali e che Flurona non diventerà la normalità, ma per ora è impossibile prevederne l’impatto epidemiologico. In generale, non dobbiamo cedere a facili allarmismi: per assurdo, oggi parliamo ancora di malattie come la tubercolosi, che conosciamo da centinaia di anni eppure è ancora tra di noi, mentre vorremmo mettere la parola “fine” al Covid-19 che abbiamo identificato solo due anni fa. In questo ridotto arco di tempo, la comunità scientifica internazionale ha compiuto uno sforzo straordinario, che non ha precedenti. Al momento, in tema di Covid sono stati pubblicati oltre 214 mila articoli su PubMed, la più grande banca dati biomedica accessibile gratuitamente on line. Nessun’altra malattia è stata così ampiamente studiata. Ma, nonostante tutto, non l’abbiamo ancora pienamente compresa. Serve pazienza.


Per Flurona, è indicato il ricorso agli antibiotici?

Assolutamente no. Gli antibiotici vanno usati solamente in caso di infezioni batteriche, mai in quelle virali. I batteri sono microrganismi costituiti da un’unica cellula, dotata di una parete e una membrana che li separa dall’ambiente in cui vivono e con una serie di apparati ed enzimi che consentono loro di avere un proprio metabolismo. L’antibiotico li attacca e li blocca nelle funzioni metaboliche, impendendone la crescita o addirittura uccidendoli. Al contrario, i virus hanno necessità di una cellula ospite per sopravvivere: ciò significa che l’antibiotico non può agire direttamente su di essi, in quanto privi di un proprio metabolismo. Non dimentichiamo tra l’altro che l’uso improprio di questi farmaci espone inutilmente al rischio di effetti indesiderati, ma soprattutto favorisce l’antibiotico-resistenza, ovvero l’aumento di batteri resistenti e insensibili agli antibiotici, che costituisce un grande problema di salute pubblica a livello mondiale.


Come possiamo difenderci da questo doppio attacco?

Vaccinandoci contro entrambe le malattie, abbiamo detto, e continuando a rispettare le norme di distanziamento sociale, usando la mascherina e lavando frequentemente le mani.


Quindi, doppio vaccino per tutti

Nel periodo pre-pandemia, la vaccinazione antinfluenzale veniva consigliata soprattutto ai soggetti con un’età superiore ai 65 anni oppure alle persone affette da patologie croniche, congenite o acquisite che aumentano il rischio di complicanze. A mio parere, nell’attuale situazione emergenziale, la platea dovrebbe potenzialmente ampliarsi, perché l’influenza non va sottovalutata. Seppure i nostri timori si concentrino unicamente sul Covid, infatti, ricordiamo che prima della pandemia in corso il virus influenzale determinava mediamente 8 mila decessi all’anno.


In chi è affetto da Flurona, quale esito danno i test antigenici rapidi?

Saranno positivi per il SARS-CoV-2 e negativi per l’influenza. Già lo scorso anno, a partire dagli Stati Uniti, avevano iniziato a diffondersi dei test rapidi doppi, capaci di ricercare nel campione del paziente non solo l’eventuale presenza del Covid-19, ma anche quella di altri patogeni che attaccano le vie respiratorie, a cominciare dal virus influenzale.


Ci sono novità terapeutiche che possono farci tirare un respiro di sollievo?

L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha autorizzato due antivirali, Molnupiravir e Remdesivir, per il trattamento di pazienti non ospedalizzati, con malattia lieve-moderata che si è manifestata da pochi giorni e in presenza di condizioni cliniche che rappresentano specifici fattori di rischio per lo sviluppo della forma grave di Covid. L’arsenale terapeutico sta crescendo, ma nelle nostre mani c’è la strategia più importante, ovvero la prevenzione, che passa attraverso i comportamenti prudenti.


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