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Covid, casi in aumento, ma niente allarmismi

Il Covid ha ricominciato a diffondersi con nuove varianti, ma gli esperti invitano a evitare inutili allarmismi. La pandemia non c’è più e l’approccio alle cure dev’essere razionale e obiettivo. A ottobre ripartono i programmi di vaccinazione, ma senza obblighi. Sono consigliati agli over 60 e ai più fragili

Foto: iStock



Pensavamo di essercelo lasciati alle spalle, invece siamo di nuovo alle prese con il Covid. In anticipo con la stagione autunnale che usualmente facilita i contagi da malattie influenzali e da problematiche respiratorie, in questi ultimi giorni si è registrato un aumento dei casi di infezione da Coronavirus, come certificato dai bollettini del ministero della Salute. La variante, denominata Eris, stando a una ricerca pubblicata sulla piattaforma bioRxiv, che riporta uno studio condotto dall’Università di Tokyo, avrebbe una maggiore capacità di colpire i polmoni. Si tratta però di ipotesi che attendono il riscontro dall’esame dei vari casi. L’Italia, nell’ultimo mese, tra il 31 luglio e il 27 agosto, ha registrato un aumento dei nuovi infetti dell’81% rispetto alle quattro settimane precedenti. Al 1° settembre l’aumento è stato del 28,1% (14.866 contagiati) rispetto alla settimana precedente. C’è anche un’altra variante, denominata Pirola, ma che al momento si sta diffondendo negli Stati Uniti.


Quali sono i sintomi

I sintomi sono uguali a quelli delle precedenti varianti: disturbi delle vie aeree superiori, ovvero mal di gola, tosse secca, naso che cola, mal di testa e dolori articolari. Rispetto al passato alcuni sintomi sono quasi scomparsi o si sono ridotti notevolmente. Una delle conseguenze caratteristiche dell’infezione da Covid, era la perdita del gusto e dell’olfatto. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Otolaryngology-Head and Neck Surgery, ha rilevato che questo rischio con le varianti Omicron è solo del 6-7%. Anche i sintomi gastrointestinali, come vomito, nausea e diarrea, sarebbero meno presenti.

Il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, ha affermato all’Ansa, che bisogna evitare “inutili allarmismi. La pandemia non c’è più e ci deve essere un approccio razionale e senza isterismi che veda il servizio sanitario prendere in carico il Covid come una delle tante malattie che possono colpire la popolazione”.


Le nuove misure e i programmi di vaccinazione

Il direttore del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Andrea Ammon, ha spiegato che “non ci sono prove che l’infezione con una delle nuove varianti, sia associata a una malattia più grave o a una riduzione dell’efficacia del vaccino rispetto ad altre varianti circolanti”. Poi suggerisce che i programmi di vaccinazione autunnale, “diano la priorità alle persone over 60 e con fragilità perché restano i più esposti al rischio di malattia grave”.

La campagna anti Covid, riparte da ottobre ma senza obblighi. Saranno disponibili i vaccini aggiornati. Secondo la circolare del ministero della Salute, sono consigliati agli anziani, a immunodepressi, a affetti da malattie croniche, a donne in gravidanza e a operatori sanitari e ai familiari e conviventi con questa tipologia di soggetti. La dose di richiamo varrà 12 mesi. Il vaccino si può somministrare anche in contemporanea con quello contro l’influenza.  

Il tampone non è più obbligatorio ma è consigliato in caso di sintomi sospetti e per preservare la salute delle persone vicine. Valgono le precauzioni alle quali ci eravamo abituati come rimanere in casa fino al termine dei sintomi, lavarsi le mani, evitare ambienti affollati.

Se si entra in contatto con chi è positivo, il nuovo decreto omnibus varato ad agosto e la circolare del ministero della Salute dicono che “non si applica alcuna misura restrittiva ma si raccomanda che le persone pongano attenzione alla comparsa di sintomi suggestivi di Covid nei giorni immediatamente successivi al contatto”. Nel corso di tale periodo “è opportuno che la persona eviti il contato con fragili, immunodepressi e donne in gravidanza. Se si manifestano i sintomi è raccomandata l’esecuzione di un test antigienico, anche autosomministrato, o molecolare”.

Per la variante Pirola, due studi condotti indipendentemente all'Università di Pechino e al Karolinska Institutet di Stoccolma, tranquillizzano: anche se è capace di eludere la risposta immunitaria, sfuggendo alla copertura della vaccianzione, è meno contagiosa rispetto alle altre varianti attualmente in circolazione. Secondo Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, “le mutazioni non ci hanno dato elementi per dire che si tratti di un'infezione più contagiosa, più patogena, insomma più cattiva, rispetto alle altre. Diciamo, però, che va tenuta sotto controllo. L'evoluzione del virus continua”.

settembre 2023


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