hero image

Il cibo sano non basta, ci vuole spiritualità

La pensa così Franco Berrino, medico epidemiologo di fama mondiale, tra i primi a studiare il ruolo della dieta nella prevenzione delle malattie. Oggi, forte di 40 anni di esperienza, ci spiega che per vivere a lungo e in salute occorre “perdere peso nel corpo e nell’anima”

iStock



La via della leggerezza, scritto a 4 mani con Daniel Lumera, scrittore e formatore, segna un ulteriore passo del professor Franco Berrino, intervistato qui di seguito dalla giornalista di Starbene, sulla strada della spiritualità


Professor Berrino, in quale momento della sua vita di scienziato ha capito che per vivere a lungo non basta mangiare bene?

La mia visione della salute è cambiata grazie all’incontro con uno specialista dell’animo umano e anche un grande amante della montagna come me: il Dalai Lama. Erano i primi anni Novanta ed ero andato in Tibet per partecipare a un convegno internazionale che aveva come tema il confronto tra la medicina occidentale e quella tibetana. Quell’uomo minuto, apparentemente fragile, mi disse che se vogliamo davvero aiutare le persone a stare meglio dobbiamo riavvicinarci alle nostre tradizioni spirituali. Tornato da quel viaggio entrai per caso in una chiesa: erano quarant’anni che non lo facevo. Stavano celebrando la Messa e rimasi colpito vedendo le persone che si davano la mano, scambiandosi un segno di pace (ai miei tempi non si usava). Quel semplice gesto mi fece riappacificare con la nostra cultura cattolica, dalla quale avevo preso le distanze diverso tempo prima.


È sempre grazie al Dalai Lama che si è avvicinato alla meditazione?

In realtà già a 14 anni facevo yoga con un giovane maestro che mi aveva introdotto alla meditazione. Ho poi cercato di proseguire il cammino da solo (una dimensione spirituale c’è sempre stata nella mia vita), ma solo dopo l’incontro con il Dalai Lama, l’allenamento alla consapevolezza è diventato una pratica quotidiana. I suoi effetti sulla nostra salute sono incredibili. Ci sono sempre più studi che mostrano come meditare permetta di attivare o disattivare alcuni geni portando a una riduzione dello stato infiammatorio dell’organismo, che oggi è considerato una delle cause di quasi tutte le malattie, non solo dei tumori.


Quanta importanza ha avuto l’incontro con Daniel Lumera?

Tenevamo insieme un seminario in Sardegna, Daniel insegnava i suoi esercizi sul perdono, io spiegavo come mangiare per risolvere i problemi dell’intestino. Ci siamo confrontati, capiti. È stato un bell’incontro anche per la mia vita personale, un ulteriore arricchimento di esperienze: ho intensificato la pratica della meditazione, sperimentato mantra e tecniche respiratorie che non conoscevo.


Nei libri scritti con Lumera si parla anche del potere curativo della preghiera. Lei prega?

Occasionalmente vado in chiesa. Mi capita quando sono a Camaldoli. L’incontro con i monaci è stato casuale. Tenevo un corso per un gruppetto di medici nel convento femminile quando don Alessandro, che poi scoprii essere il priore, mi chiese se poteva dire messa e, visto che ad alcuni partecipanti alle mie lezioni avrebbe fatto piacere, non dissi di no. Fu una cerimonia insolita. Nel recitare il Credo, don Alessandro saltò la frase “credo in un’unica Chiesa cattolica apostolica”. Scoprii poi il motivo: la vicinanza con le tradizioni cattolico-induiste dell’India. Da allora qualche volta i monaci vengono a pregare da noi, alla Mausolea dove teniamo adesso i nostri seminari, a volte insegnano yoga. C’è una sensibilità spirituale che ci accomuna.


Lei è stato tra i primi a studiare i legami tra il cibo e la prevenzione dei tumori. soprattutto di quelli al seno.

Nel 1995, durante il primo studio Diana avevamo visto che le donne con livelli alti di ormoni maschili rischiavano di più di ammalarsi. L’insulina ha tanti effetti e uno di questi è quello di stimolare la trasformazione del testosterone presente nell’ovaio in estrogeni. Ma se i livelli di testosterone sono troppo alti, altrettanto elevati saranno quelli di estrogeni, che possono favorire lo sviluppo di un tumore ormono-dipendente.


Cosa occorre fare, allora, per evitare la produzione di troppi estrogeni?

Ridurre l’insulina, che il pancreas produce per mantenere stabile (abbassandola) la glicemia. In pratica bisogna fare in modo che entrino in circolo meno zuccheri possibile, eliminando dal menu i cibi come le patate, il mais, le farine raffinate, che hanno un indice glicemico elevato e quelli ricchi di grassi saturi (burro, formaggi, carne, uova) perché ostacolano il lavoro dell’insulina. I risultati di questo primo studio furono confermati da quelli di altre ricerche successive. Nel 2002 avevamo visto, per esempio, che la glicemia è un indicatore importante delle possibilità di ammalarsi di tumore. Chi ce l’ha “normale”, ma con valori tendenti verso l’alto, ha un rischio doppio di sviluppare il cancro. Era un risultato clamoroso, ma purtroppo il mondo oncologico non diede importanza a quello studio, perché tutti si aspettavano grandi cose dalla lettura del Dna umano.


Adesso si parla molto di molecole mima-digiuno, che attivano i geni della longevità.

È un filone di ricerca interessante. Poco prima di andare in pensione sono riuscito a fare approvare il progetto MeMeMe (sindrome Metabolica, Dieta Mediterranea, Metformina) che si propone di prevenire le malattie croniche legate all’età attraverso una dieta più sobria e più varia, una moderata attività fisica, e un vecchio farmaco (la Metformina, usato da 50 anni per curare il diabete) che ha un effetto mima-digiuno. Non abbiamo ancora i risultati, ma sono convinto che questo studio confermerà quanto già sappiamo: un menu frugale aiuta a invecchiare bene.


Qual è dunque la dieta giusta per prevenire il cancro (e le altre malattie del benessere)?

La soluzione è la cucina macromediterranea, un menu a base soprattutto di cereali integrali, legumi, verdure e frutta a guscio (i cibi della nostra tradizione), con l’aggiunta di piatti dell’estremo oriente, come la zuppa di miso, il tofue, il tempeh».


La grande via: cibo movimento, meditazione

«Nel 2015, quando sono andato in pensione, ho condiviso con la giornalista Enrica Bortolazzi il desiderio di fare qualcosa per aiutare le persone a stare meglio», spiega ancora il professor Berrino. «Abbiamo così fondato l’associazione La Grande Via che indica come vivere a lungo e in salute, mangiando bene, facendo movimento fisico e meditando».

L’associazione organizza lezioni con esperti diversi. Il 6 e 7 aprile 2019 è in programma un seminario di cucina macro-mediterranea presso la Mausolea a Bibbiena (Arezzo). Per info: lagrandevia.it.



Fai la tua domanda ai nostri esperti

Articolo pubblicato sul n° 14 di Starbene in edicolca dal 19 marzo 2019



Leggi anche

Carico glicemico degli alimenti: cos'è

Glicemia: 9 trucchi per averla bassa

Cosa usare al posto dello zucchero?