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Celiachia: quali sono i segnali insospettabili

I risultati preliminari dell’indagine per alunni della Campagna “Conoscere e riconoscere la celiachia a scuola” hanno messo in evidenza che macchie sui denti e sulle unghie e vitiligine possono essere segnali di celiachia

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Chi avrebbe mai detto che le macchie sui denti e sulle unghie possono essere un segnale di celiachia? E anche piccole chiazze di vitiligine? Eppure è così. Ma l’89% dei ragazzi li sottovaluta e così, spesso non vengono colti dai genitori, men che meno condivisi col pediatra. A far emergere questa realtà sono i risultati preliminari dell’indagine per alunni nell’ambito della Campagna “Conoscere e riconoscere la celiachia a scuola” . Per la prima volta in Italia tutti gli alunni delle scuole primarie e secondarie di una Regione, la Liguria, vengono coinvolti in un’indagine conoscitiva sulla salute.

L’impegno è minimo: è sufficiente compilare un questionario.. «I dati ricavati dalle indicazioni dell’intero universo della popolazione considerata, quella pediatrica, e non di un campione, vantano un’attendibilità statistica particolarmente elevata», interviene Mohamad Maghnie, Direttore Clinica Pediatrica Endocrinologia, IRCCS Gaslini di Genova. «Sono una risorsa preziosa per la ricerca scientifica e per l’efficacia educativa e formativa». La Campagna è in corso di svolgimento dal mese di ottobre 2021 sull’intero territorio ligure.


Quali sono i sintomi strani

I sintomi dermatologici “strani” riguardano il 10% di chi soffre di celiachia. Oltre a macchie sui denti e sulle unghie e alle piccole chiazze di vitiligine, devono mettere in allerta anche alterazioni dello smalto dentale con facilità a sviluppare la carie, macchie sulle unghie e piccole chiazze di alopecia. Ma anche lesioni e bolle sui gomiti e sulle ginocchia, con prurito e bruciore. «Questi ultimi possono essere i segnali di dermatite erpetiforme, una condizione associata alla celiachia», interviene Angela Calvi, responsabile del Centro regionale di riferimento per la celiachia del Gaslini di Genova. «Con una maggiore attenzione nei confronti di queste manifestazioni, è possibile contribuire a far emergere in età pediatrica e in generale nella popolazione, ulteriori casi di celiachia. Si parla molto di questa malattia , ma in realtà è ancora troppo spesso diagnosticata con molto ritardo in assenza dei classici sintomi».


Che cos'è la celiachia

La celiachia è una malattia causata da un’intolleranza al glutine e i sintomi classici sono quelli gastrointestinali. II primi disturbi in genere si manifestano durante lo svezzamento e non lasciano spazio a dubbi. Il bimbo infatti inizia a perdere l’appetito e a dimagrire, soffre di diarrea, gonfiore addominale e vomito. Questi sintomi ci sono anche negli adulti, ma sono più lievi. E, nel caso degli adulti, possono esserci anche altri segnali insospettabili, oltre a quelli già citati, come una forma di anemia che non si risolve, un’alterazione alla tiroide, oppure un’inspiegabile infertilità. Proprio per questo, se in famiglia ci sono già dei casi, oppure se i disturbi non migliorano nonostante le cure, è bene rivolgersi a un Centro per la diagnosi e la cura della celiachia.


Come si cura

Per curare la celiachia basta seguire un’alimentazione ad hoc senza cibi che contengano glutine, la sostanza incriminata. Ma bisogna essere rigorosi. La prova? Nel 99% dei casi, chi non sta bene nonostante la dieta senza glutine, è perché continua a ingerire, il più delle volte inconsapevolmente, del glutine. Bastano infatti tracce di questa sostanza per scatenare i disturbi. No allora a grano, avena, orzo, segale, seitan, bulgur e cous-cous, in chicchi oppure contenuti in farine, biscotti, pane, torte. E via dal piatto anche insaccati, salse, sottilette e in genere tutti gli alimenti che contengono sostanze con glutine utilizzate per addensare o conservare, come insaccati e salse.

Attenzione poi a farmaci e integratori: anche qui, vanno sempre controllati gli “altri” ingredienti, come gli eccipienti, gli addensanti e gli edulcoranti. E massima prudenza in cucina. Il pericolo di stare male è legato anche agli ingredienti per così dire invisibili. Un alimento senza glutine si può “contaminare” se viene cucinato nella medesima pentola utilizzata per gli altri cibi, oppure se il piano di lavoro e gli strumenti di cucina non sono perfettamente puliti.


Dubbi e informazioni

In caso di dubbio in ogni caso viene in aiuto il sito dell’associazione pazienti. Qui si trovano tutte le indicazioni indispensabili per non avere problemi. Molti dei prodotti “normali” infatti ora sono disponibili anche nella versione senza glutine, persino birra, gelati, piatti pronti, pizza. Sono riconoscibili a colpo d’occhio per la presenza sulla confezione della “spiga Barrata“. Questo marchio garantisce che gli alimenti sono stati lavorati e confezionati separatamente dagli altri. E dal sito è possibile scaricare l’elenco completo di tutti i prodotti senza glutine, inseriti nel "Prontuario dei prodotti del commercio senza glutine”. Va detto anche che la spesa si può fare al supermercato, oltre che in farmacia, perché ormai tutte le catene di distribuzione hanno prodotti per celiaci. Sono più costosi rispetto a quelli “normali”, ma per coprire questa spesa il Servizio Sanitario Nazionale garantisce a ogni celiaco una cifra mensile. Bisogna però informarsi presso la propria Asl per sapere come fare a ottenerla.


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