Prostaglandina

Sostanza dalla struttura biochimica detta prostanoide, derivata dagli acidi grassi e prodotta naturalmente dall’organismo, la quale funge da mediatore per innumerevoli fenomeni fisiologici e patologici. Le prostaglandine (PG) furono scoperte all’inizio del XX sec. nel liquido seminale. All’epoca si riteneva fossero prodotte dalla prostata (ghiandola sessuale maschile che circonda i primi centimetri dell’uretra), da cui […]



Sostanza dalla struttura biochimica detta prostanoide, derivata dagli acidi grassi e prodotta naturalmente dall’organismo, la quale funge da mediatore per innumerevoli fenomeni fisiologici e patologici. Le prostaglandine (PG) furono scoperte all’inizio del XX sec. nel liquido seminale. All’epoca si riteneva fossero prodotte dalla prostata (ghiandola sessuale maschile che circonda i primi centimetri dell’uretra), da cui il nome. In realtà, esse sono sintetizzate in quasi tutti i tessuti, vengono liberate solo in minima parte nella circolazione sanguigna e agiscono localmente come mediatori dell’attività cellulare nel corso di diversi processi: tono muscolare, contrattilità uterina, circolazione sanguigna cerebrale, motilità del tubo digerente, secrezione gastrica, aggregazione piastrinica. Sono inoltre implicate nei processi infiammatori e nella risposta immunitaria. In base alla struttura, le prostaglandine sono classificate in diversi gruppi (PGA, PGE, PGF, PGI ecc.). Le principali sono il trombossano A2, potente vasocostrittore e stimolante dell’aggregazione piastrinica, la prostaciclina, che esercita effetti opposti, e i leucotrieni. Alcuni farmaci, come l’acido acetilsalicilico e gli antinfiammatori, inibiscono la sintesi delle prostaglandine.

Impiego terapeutico Esistono prostaglandine di sintesi con diverse indicazioni terapeutiche.

In gastroenterologia, per via dell’effetto protettivo sulla mucosa gastrica (citoprotezione adattativa), sono impiegate nel trattamento dell’ulcera gastroduodenale, nella prevenzione e nel trattamento degli effetti indesiderati degli antinfiammatori. Assunte a piccole dosi, proteggono la mucosa gastrica, mentre dosi più cospicue arrestano la secrezione di acido cloridrico. In ostetricia e ginecologia le prostaglandine sono impiegate, per via iniettabile o vaginale, al fine di provocare un’interruzione di gravidanza o indurre il parto. In urologia, iniezioni di prostaglandine nei corpi cavernosi del pene sono utilizzate nel trattamento dei problemi di erezione.

Effetti indesiderati Le prostaglandine possono provocare diarrea, nausea passeggera, dolori addominali, cefalea e vertigini.