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Fitoterapia: miniguida per usare al meglio i rimedi green

Una miniguida per orientarti meglio nella scelta dei rimedi “green”

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Dall’umile camomilla, che nelle case non manca mai, all’esotico zenzero; dall’aloe con il suo gel lenitivo alla moringa, ultima arrivata e già celebre per le proprietà antiage e antinfiammatorie, le piante sono ormai protagoniste del nostro benessere quotidiano.

Il segreto della loro efficacia? Tutto sta nel fitocomplesso, cioè il particolare cocktail di sostanze diverse messo a punto da Madre natura, per ogni singola pianta sulla Terra. In questo mix spiccano i principi attivi più efficaci (per esempio i gingeroli dello zenzero o la silimarina del cardo mariano), che in genere sono riportati in etichetta assieme alla titolazione, cioè l’effettiva percentuale della sostanza attiva nel prodotto.

Ma siamo sicuri di saper usare i rimedi “green” nel modo migliore? E, tra le varie formulazioni, tisane, compresse, tinture madri o gemmoderivati, qual è meglio scegliere per la nostra salute? «Ciascuno di questi fitopreparati ha caratteristiche e ambiti di impiego ben precisi», osserva Bruno Brigo, medico fitoterapeuta, autore di molti libri di medicina naturale.


La differenza tra infuso e decotto

«La tisana è la formula più semplice e collaudata per assumere una pianta, ma non per questo meno valida. Con l’acqua calda le cellule vegetali liberano i principi attivi, però occorre distinguere tra infusi e decotti. I primi sono riservati alle parti più delicate della pianta come fiori e foglie. Si aggiunge acqua bollente, in genere una tazza per un paio di cucchiaini di erbe essiccate, e si lascia riposare per 5-10 minuti per poi filtrare. I secondi si utilizzano per parti dure come radici, scorze, semi. Si mettono in acqua fredda e si fanno bollire dai 5 ai 20 minuti a fuoco lento, poi si filtra». È semplice, ma rispettare i tempi della preparazione di questi rimedi è importante per assicurarsi la presenza dei giusti principi attivi e poter godere così dei loro benefici.

«Le tisane hanno un ruolo molto importante in fitoterapia», ribadisce il nostro esperto. «Vanno preferite nei disturbi di lieve entità, per facilitare la digestione (erbe come finocchio, menta, melissa), conciliare il sonno (fiori di tiglio) e riequilibrare l’umore (passiflora). La cura: 2-3 tazze al giorno per periodi di 20 giorni, più 10 di pausa, ripetendo per diversi mesi. Adatte a bambini e donne incinte non hanno in genere controindicazioni. Persino il modo di assumerle, rilassandosi e prendendosi il tempo di assaporarle, è importante perché aiuta a mettersi in sintonia con i ritmi di recupero del nostro corpo».


Quando è meglio la compressa

Non sempre però è possibile e pratico ricorrere a una tisana. Per fortuna, come sottolinea il nostro esperto, nella sua lunga storia la fitoterapia ha sempre cercato le preparazioni più adatte, non solo a esaltare le proprietà delle piante, ma anche ad adeguarsi agli stili di vita. Così oggi possiamo anche contare su compresse e capsule comode da usare.

I principi attivi si trovano sotto forma di estratto secco, più concentrato e potente, quindi da usare con attenzione e tempi precisi, meglio se con il consiglio del farmacista o del medico. Moltissime piante, esotiche e di casa nostra, sono oggi disponibili in questa forma, anche in composti messi a punto dalle aziende per specifici problemi.

Ma quando puntare sulle pillole piuttosto della tisana? «Facciamo un esempio. La stessa pianta, il cardo mariano, validissimo sotto forma di decotto di frutti per cure disintossicanti del fegato, può essere usato in compresse quando occorre intervenire con un effetto similfarmacologico su disturbi più seri, come epatiti, steatosi epatica o forme virali. L’efficacia della pianta in questi casi è dimostrata anche scientificamente, ma occorre studiare con il medico il dosaggio più corretto e la durata della terapia», sottolinea il dottor Bruno Brigo.


Come agisce la tintura madre

Un discorso a parte meritano le tinture madri, ottenute con una lunga macerazione della pianta fresca in acqua e alcol. Più concentrate delle tisane ma meno degli estratti secchi, vanno scelte a ragion veduta con il consiglio del medico o del farmacista.

«Una stessa pianta, per esempio l’equiseto, ha impieghi diversi a seconda che sia in compresse o in tintura madre», spiega l’esperto. «Nel primo caso l’estratto secco concentra i minerali della pianta, rendendola utile per demineralizzazioni e osteoporosi, nel secondo si privilegiano altri componenti utili per le infezioni delle vie urinarie. Attenzione, nelle tinture madri, alla componente alcolica, che rende questi preparati controindicati per i bambini e chi ha problemi al fegato».

Di solito si prendono 30 gocce, 2-3 volte al giorno, diluite in un po’ d’acqua, sempre in cure di almeno 2 mesi.


I più soft: i gemmoderivati

Ma il mondo della fitoterapia è vasto e in continua evoluzione. Negli anni Cinquanta, grazie alle ricerche del medico belga Pol Henry sono nati i gemmoderivati, che aiutano a curare problemi del secolo come le allergie e i disturbi da stress.

«Si tratta di macerati di gemme e parti embrionali di alberi in acqua, alcol e glicerina», spiega Brigo. «Questa particolare preparazione estrae i fattori di crescita, gli ormoni vegetali e le vitamine che non si ritroveranno più nella pianta adulta. I gemmoderivati sono molto attivi ma intervengono in modo dolce sull’organismo, regolarizzandone le funzioni, e aiutando così ad affrontare disturbi come le allergie (ribes nero) e lo stress che prende lo stomaco (fico), ma anche le inappetenze dei bambini (abete)».

Di solito, si assumono 30 gocce di tintura madre 2-3 volte al dì, diluite in un po’ d’acqua, per almeno 2 mesi. Una recente novità sono poi le fiale di oligoelmenti (minerali traccia presenti anche nell’organismo) con l’aggiunta di estratti di piante, che ne potenziano l’efficacia. Per esempio con erba medica in caso di stanchezza fisica e mentale, fiori d’arancio per la depressione o rafano nero per disintossicare il fegato. Bastano 2-3 fiale alla settimana per un paio di mesi.


La forza del made in Italy

«Madre natura ci ha dato un patrimonio immenso di piante, ma sta alla scienza ricavarne il meglio, grazie alle tecnologie che si sono molto evolute negli ultimi 50 anni», afferma il dottor Giuseppe Maria Ricchiuto, fondatore di Specchiasol, azienda leader nel settore dei fitoderivati e cosmetici. «Per questo, oggi, la promessa del naturale non basta. Ci vogliono rigore scientifico e una filiera che garantisca la qualità del prodotto dalla coltivazione allo scaffale».

Tutto questo succede, per esempio, proprio alla Specchiasol, dove le erbe sono coltivate in due aziende agricole biologiche, raccolte e lavorate con la collaborazione dei ricercatori del Cnr di Milano e di alcune facoltà universitarie di agraria e farmacia. «La fitoterapia è un’alleata del benessere e nella prevenzione delle malattie, e collabora con la medicina allopatica per farci stare bene», conclude il dottor Ricchiuto.


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Articolo pubblicato sul n. 24 di Starbene in edicola dal 29/05/2018

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