Test di acuità visiva
Esame per la misurazione dell’acuità visiva. Eseguito da un oftalmologo, comprende due prove, per valutare l’acuità visiva da vicino e da lontano.
Esecuzione
Le prove utilizzano scale diverse, a seconda che sia esaminato un adulto, un bambino o un soggetto analfabeta.
Nell’adultoLa scala di acuità visiva più utilizzata per la visione da lontano è quella di Monoyer, in cui il paziente deve riconoscere lettere di dimensioni decrescenti scritte su un tabellone luminoso o proiettate su un muro con un apposito apparecchio. Il soggetto, collocato a una distanza di 5 m dal supporto in modo da eliminare il fattore di accomodazione, legge le lettere con un occhio alla volta, prima senza correzione e poi con le lenti correttive che l’ottico ritiene più appropriate. Le lettere più grandi corrispondono a un’acuità di 1/10, le più piccole di 10/10. Il medico annota i valori dell’acuità espressa in decimi, senza e con la correzione.
Per valutare l’acuità visiva da vicino, il test più utilizzato è quello di Parinaud. Si chiede al soggetto di leggere, con un occhio alla volta, prima senza e poi con correzione, un testo scritto in un corpo che si riduce progressivamente, posto a una distanza di 33 cm.
I caratteri più grandi sono detti Parinaud 20 (P20) o Parinaud 14, a seconda dei test; i più piccoli raggiungono i P2 o P1,5.
Nei bambini prima del’età scolare e nei soggetti analfabetiLa misurazione dell’acuità visiva si svolge nello stesso modo, utilizzando, al posto delle lettere, disegni, cifre o “E” girate in vari modi (test di Rossano-Weiss), delle quali il soggetto deve indicare l’orientamento. I parametri di valutazione sono gli stessi dei test destinati a chi è in grado di leggere (da R14 a R2).
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