PHmetria esofagea
Misura e registrazione continuativa, nel corso di diverse ore, del pH del basso esofago. Contribuisce a confermare la diagnosi di reflusso gastroesofageo (passaggio anomalo di liquido gastrico acido nell’esofago) e consente di controllare l’efficacia del trattamento chirurgico o farmacologico.
Tecnica
La pHmetria è praticata mediante una sonda munita di un elettrodo per la misurazione dell’acidità: dopo aver praticato un’anestesia locale si introduce la sonda attraverso una narice sino al basso esofago, circa 4 cm sopra lo sfintere inferiore (cardias). L’altra estremità della sonda termina con una scheda collegata a un’unità esterna, che registra le misurazioni ed è fissata alla vita del paziente, consentendogli di spostarsi liberamente.
Procedura
L’esame, indolore, può essere eseguito per un periodo di 3 o 24 ore. Il paziente deve essere a digiuno al momento dell’introduzione della sonda. Per un esame breve (3 ore), il paziente resta nella sala dell’esame; dopo aver ingerito un “pasto di prova”, resta seduto nella prima ora, si sdraia nella seconda e si risiede nella terza ora. Per un esame di 24 ore, dopo l’introduzione della sonda, il paziente può tornare a casa e riprendere le proprie attività, ma deve annotare con precisione diverse informazioni (orari dei pasti e del sonno). La sonda viene rimossa in ambito ospedaliero. L’esame non ha alcun effetto secondario. I risultati (rendiconto scritto) sono noti entro 24 ore.
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