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Sindrome diAdams-Stokes

Sindrome caratterizzata da episodi sincopali dovuti ad arresto cardiaco.

Solitamente rappresenta la complicanza di un blocco atrioventricolare avanzato, con periodi di asistolia, ma può essere dovuta anche ad aritmia ventricolare, in particolare a fibrillazione ventricolare. Si tratta di un disturbo neurologico dovuto alla brusca diminuzione dell’irrorazione cerebrale. La sindrome di Adams-Stokes colpisce principalmente uomini di età superiore ai 50 anni ed è originata da un estremo rallentamento del ritmo cardiaco, per bradicardia o blocco atrioventricolare, che determina un arresto cardiocircolatorio transitorio. Viene indicata anche con i termini di malattia di Adams-Stokes, sincope di Adams-Stokes, sindrome di Morgagni, sincope di Stokes-Adams, sindrome di Stokes-Adams.


Sintomi e segni

Caratteristica della sindrome è una sincope spontanea, non legata a sforzi particolari. Il soggetto perde improvvisamente conoscenza: appare pallido, inerte, ma continua a respirare nonostante il rallentamento o la scomparsa del polso. Spesso riprende conoscenza dopo una decina di secondi. Tuttavia, in caso di sincope prolungata possono verificarsi un arresto respiratorio, movimenti convulsivi o incontinenza urinaria. Per evitare lesioni cerebrali è necessaria una rianimazione d’urgenza. Altri segni neurologici possono avere un significato equivalente alla sincope: offuscamento o annebbiamento della vista, senso di vertigine o di perdita di conoscenza imminente. Tali manifestazioni si ripetono a intervalli variabili e impongono un trattamento adeguato.


Diagnosi e trattamento

La conferma di questa sindrome si ottiene mediante la registrazione dell’attività del fascio di His (che assicura la conduzione degli impulsi elettrici eccitatori sino ai ventricoli) mediante sonda intracardiaca.

Per evitare la comparsa delle sincopi, le cui conseguenze possono essere piuttosto gravi, il paziente trarrà beneficio dall’impianto di uno stimolatore artificiale (pacemaker), che stabilizza il ritmo delle contrazioni cardiache.

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Dott. Maurizio Hanke

E' probabile che la attività fisica che descrive possa essere all'origine del dolore, che va via via scemando. Comunque l'ecografia deve essere eseguita.

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