In poche uscite ho capito la tecnica
La prima volta è stata un’impresa il solo rimanere in equilibrio: ho tentato, da subito, di salire dall’acqua e di mettermi direttamente in piedi, senza passare dalla posizione sdraiata prima e in ginocchio poi. Non so quante volte sono caduta, anche perché non ero capace di gestire il rollio del surf. Con la pratica e i consigli di Marco, il mio amico, ho capito che è meglio partire da un moletto, per scendere con una scaletta direttamente sulla tavola. Poi, ho preso qualche lezione per imparare a bilanciare il corpo su una superficie instabile. La pagaia all’inizio non serve, è tutta una questione di piedi, che devono seguire il movimento delle onde, e di muscoli posturali e addominali, per rimanere dritta, senza sbilanciarti avanti e indietro. Superato il problema dell’assetto, che si risolve già alla seconda uscita, poi pagaiare è piuttosto semplice. È fondamentale “pescare” sempre una buona quantità d’acqua, cioè immergere bene la pala e poi spingerla all’indietro, per avanzare. Si lavora molto con spalle e braccia, ma soprattutto con gli obliqui, tonificando pancia e fianchi. I risultati sono davvero entusiasmanti: dopo un paio di settimane avevo i muscoli del girovita già definti. Così non solo ho rimodellato le gambe irrobustendo quella infortunata (adesso corro sicura, senza timori), ma mi sono regalata un bell’addome piatto. E sono riuscita a raggiungere un tale controllo dell’equilibrio, che faccio yoga in mezzo al mare.
Kristin Coppi, 31 anni
testo raccolto da Anna Pugliese