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L’esercizio fisico per prevenire e gestire le malattie croniche

Il fitness è essenziale per prevenire e gestire le malattie croniche. Ecco gli sport più adatti, a seconda della patologia, dall’osteoporosi al diabete di tipo 2. La nostra esperta: «L’attività fisica va prescritta come un farmaco, con dosaggio, frequenza e modalità»



L'esercizio fisico è un'arma potente nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche. È un vero e proprio toccasana che riserva benefici sorprendenti per la tua longevità e qualità di vita.

Ne parliamo con la dottoressa Paola Caminiti, medico estetico, nutrizionista e specialista in medicina anti-age, che ci suggerisce anche l'attività fisica più adatta a seconda dell'età e di alcune patologie.

Dott.ssa Paola Caminiti, quanto è importante l'esercizio fisico nella prevenzione e nella gestione delle malattie croniche più diffuse?

«L’esercizio fisico è riconosciuto a tutti gli effetti come strumento terapeutico. Numerosi studi clinici dimostrano che l’attività fisica regolare riduce il rischio di sviluppare malattie croniche come diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari, osteoporosi e alcuni tipi di tumore. In chi è già affetto da queste patologie, l’esercizio aiuta a migliorare il controllo metabolico, ridurre l’uso di farmaci, migliorare la qualità della vita e ridurre l’incidenza di complicanze. Si tratta di una vera e propria “medicina preventiva”, a basso costo e ad alta efficacia».


Per una persona con una diagnosi di diabete di tipo 2 o ipertensione, quali tipi di attività fisica sono più consigliati e quali precauzioni dovrebbero essere prese?

«Per entrambe le condizioni è consigliata una combinazione di esercizio aerobico (come camminata veloce, nuoto o bicicletta) e attività di forza. L’esercizio aerobico, ad esempio, migliora la sensibilità insulinica e abbassa la pressione arteriosa, mentre il rafforzamento muscolare supporta il metabolismo basale e la composizione corporea. Le precauzioni includono il monitoraggio glicemico pre e post esercizio per i diabetici, un controllo medico iniziale e una progressione graduale. È molto importante che l’esercizio sia personalizzato e supervisionato, almeno nelle fasi iniziali».

Spesso si pensa che l'allenamento della forza sia solo per i giovani. Qual è il ruolo della forza muscolare nella salute dell'adulto e dell'anziano, specialmente in relazione a patologie come l'osteoporosi e la sarcopenia?

«L’allenamento della forza è cruciale a ogni età, ma diventa essenziale con l’invecchiamento. Dopo i 40 anni, infatti, perdiamo naturalmente massa muscolare (sarcopenia) e densità ossea. L’attività di forza, se eseguita correttamente, stimola la sintesi proteica muscolare e il rimodellamento osseo, contrastando osteoporosi e fragilità. Aiuta inoltre anche a migliorare l’equilibrio, ridurre il rischio di cadute, mantenere l’autonomia e la qualità della vita. È uno strumento davvero potente di “anti-aging” funzionale, anche in ottica estetica. Il ruolo della forza muscolare nella salute dell'adulto e dell'anziano è importante e va ben oltre l'estetica, influenzando direttamente l'autonomia, la qualità della vita e la prevenzione di patologie debilitanti.

L'allenamento della forza, in particolare, aiuta a prevenire e gestire diverse patologie croniche che colpiscono gli adulti e gli anziani. Ad esempio, nel caso dell'osteoporosi. Questa malattia scheletrica è caratterizzata da una diminuzione della densità e della qualità ossea, rendendo le ossa fragili e più soggette a fratture. L'allenamento con sovraccarichi (pesi, elastici, esercizi a corpo libero) stimola direttamente le ossa attraverso carichi meccanici. Questo stimolo favorisce la deposizione di minerali nell'osso, migliorando la densità minerale ossea (BMD) e rallentando il processo di demineralizzazione. Inoltre, rafforzando i muscoli che circondano le articolazioni, si migliora la stabilità e si riduce il rischio di cadute, che sono la causa principale delle fratture da osteoporosi.

La sarcopenia, invece, è la perdita progressiva di massa e forza muscolare legata all'età. L'allenamento della forza è l'intervento più efficace e scientificamente validato per contrastarla. Gli esercizi contro resistenza stimolano la sintesi proteica muscolare, aumentando la massa e la funzionalità dei muscoli. Questo non solo rallenta la perdita muscolare, ma può anche invertire parzialmente il processo, migliorando la forza, la potenza e la capacità funzionale. L'allenamento di forza agisce specificamente sulle fibre muscolari di tipo II, che sono quelle che tendono a degenerare maggiormente con l'invecchiamento».

Come si può motivare chi è affetto da una malattia cronica a iniziare e mantenere un programma di esercizio fisico, superando le paure o le limitazioni percepite?

«La chiave è senza dubbio partire con piccoli obiettivi realistici e mostrare i benefici concreti anche a breve termine, come ad esempio un miglior sonno, più energia o minore stress. È importante anche il supporto empatico del medico e, quando possibile, l’affiancamento di figure come fisioterapisti o personal trainer specializzati. L’esercizio deve inoltre essere vissuto come una forma di cura di sé e non come un obbligo: trovare un’attività piacevole aumenta l’aderenza. Anche i gruppi di cammino o esercizio in compagnia hanno un forte valore motivazionale».

Come potrebbero i medici di base e il sistema sanitario in generale promuovere in modo più efficace l'attività fisica come strumento di prevenzione primaria e secondaria nella popolazione?

«A mio avviso serve un cambio di paradigma: l’attività fisica va prescritta come un farmaco, con dosaggio, frequenza e modalità. I medici di base dovrebbero avere il tempo e la formazione per valutare lo stile di vita del paziente e suggerire programmi di esercizio personalizzati, eventualmente in rete con altre figure sanitarie. A livello di sistema, è poi fondamentale investire in campagne di educazione, spazi pubblici attrezzati e percorsi strutturati di “esercizio terapeutico” nei centri di prevenzione e nelle strutture sanitarie territoriali. Senza mai dimenticare che l’attività fisica è un investimento a lungo termine sulla salute pubblica, con molteplici benefici per tutti».


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