MUTABON ANSIOLITICO30CPR RIV

NEOPHARMED GENTILI Srl

Principio attivo: PERFENAZINA AMITRIPTILINA

ATC: N06CA01 Descrizione tipo ricetta:
RR - RIPETIBILE 10V IN 6MESI
Presenza Glutine: No glutine
Classe 1: C Forma farmaceutica:
COMPRESSE RIVESTITE
Presenza Lattosio: Si lattosio
MUTABON ANSIOLITICO 30CPR RIV Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Mutabon Ansiolitico è indicato nel trattamento di vari disturbi mentali, sia reattivi sia endogeni, caratterizzati dalla coesistenza di ansia, tensione ed agitazione con depressione. Mutabon Ansiolitico trova applicazione in molte indicazioni in cui la semplice ansia è associata a sintomi relativamente scarsi o lievi di depressione, quali si osservano nella pratica medica quotidiana. Mutabon Ansiolitico si dimostra efficace nei pazienti con grave insonnia associata ad ansia e depressione.

Scheda tecnica (RCP) Eccipienti:

Perfenazina La somministrazione concomitante di fenotiazine può potenziare gli effetti depressivi sul sistema nervoso centrale (SNC) di oppiacei, barbiturici o altri sedativi, antistaminici, anestetici, tranquillanti, alcool (etanolo) e meperidina (e di altri analgesici oppiacei), per cui può essere necessaria una riduzione delle dosi di questi agenti e bisogna evitare sovradosaggio. Analogamente, l’uso concomitante di questi prodotti può potenziare le fenotiazine. L’associazione con altri psicofarmaci, con anticolinergici o simpaticomimetici richiede particolare cautela e vigilanza da parte del medico, onde evitare effetti indesiderabili da interazione. Usare con cautela in pazienti trattati con atropina o farmaci simili a causa di effetti additivi anticolinergici ed anche in pazienti che saranno esposti a temperature elevate o insetticidi fosforo organici. L’uso di alcool deve essere evitato poiché si possono avere effetti additivi e ipotensione. I pazienti devono essere avvertiti che possono essere più sensibili all’alcool quando vengono trattati con Mutabon Ansiolitico. Il rischio di suicidio ed il pericolo di sovradosaggio può aumentare in pazienti che assumono alcool in modo eccessivo a causa del potenziamento degli effetti del farmaco. Mutabon Ansiolitico va somministrato con cautela in concomitanza a terapia antiipertensiva con reserpina, guanetidina, metildopa, betabloccanti o composti simili. L’eventuale comparsa di ipotensione può essere controllata con noradrenalina (non adrenalina, in quanto la sua attività è antagonizzata dalla perfenazina). La somministrazione contemporanea di cimetidina può aumentare le concentrazioni plasmatiche di amitriptilina ed i relativi effetti anticolinergici. Se il paziente è in trattamento con anticonvulsivanti può essere richiesta una dose maggiore di questi farmaci in concomitanza alla somministrazione di perfenazina. Occorre usare cautela in caso di somministrazione concomitante di perfenazina e fenitoina. Gli antipsicotici possono provocare un aumento o una diminuzione dei livelli sierici di fenitoina. I barbiturici possono ridurre i livelli plasmatici delle fenotiazine e le fenotiazine possono ridurre i livelli dei barbiturici.I livelli plasmatici di propranololo (farmaco bloccante i recettori beta-adrenergici) e delle fenotiazine sono entrambi aumentati se i due farmaci vengono somministrati contemporaneamente. Gli antiacidi a base di sali di alluminio possono inibire l’assorbimento delle fenotiazine. Quando i neurolettici sono somministrati in concomitanza con farmaci che prolungano il QT, il rischio di insorgenza di aritmie cardiache aumenta. Non somministrare in concomitanza con farmaci che determinano alterazioni degli elettroliti. Amitriptilina cloridrato È stato riportato che la somministrazione concomitante di farmaci antidepressivi triciclici e degli inibitori delle monoaminoossidasi (IMAO) provoca reazioni simili ad un avvelenamento da atropina con conseguenti crisi iperpiretiche, convulsioni e morte. Questi effetti si sono solitamente verificati a seguito di sovradosaggio o somministrazione parenterale di entrambi i farmaci. A seguito della somministrazione per via orale dei due farmaci a dosaggio terapeutico sono stati riferiti iperpiressia non fatale, ipertensione, tachicardia, confusione e convulsioni. La somministrazione concomitante di cimetidina e antidepressivi triciclici può aumentare le concentrazioni plasmatiche di questi ultimi. Gravi sintomi anticolinergici sono stati associati ad elevati livelli di antidepressivi triciclici nel siero. Quando il trattamento con tale componente è stato introdotto in pazienti che già assumevano cimetidina, si sono osservate concentrazioni sieriche stabili (steady-state) più elevate di quanto atteso. Diversamente, valori minori delle concentrazioni sieriche steady-state di antidepressivi triciclici sono stati riportati all’interruzione del trattamento con cimetidina. Può rendersi necessario un aggiustamento della dose. L’uso concomitante di amitriptilina e anticolinergici o amine simpaticomimetiche, tra cui epinefrina associata ad anestetici locali, può incrementare l’attività dell’amitriptilina o dell’amina simpaticomimetica. Occorre uno stretto monitoraggio del paziente e un attento aggiustamento del dosaggio. Gli accentuati effetti pressori e cardiaci dei simpaticomimetici possono essere fatali. La combinazione con elevate dosi di etcorvinolo dovrebbe essere impiegata con cautela in quanto in pazienti sottoposti a trattamento con tale associazione di farmaci è stata riferita la comparsa di delirio transitorio. Il trattamento concomitante con amitriptilina ed elettroshock-terapia può aumentare i pericoli di tale trattamento che deve essere limitato ai soli pazienti per i quali sia assolutamente indispensabile. La combinazione di amitriptilina e guanetidina può antagonizzare l’effetto antipertensivo della guanetidina. I farmaci triciclici bloccano l’uptake dei neuroni adrenergici della guanetidina e dei composti con effetto simile. Sarà necessario un aggiustamento della dose della guanetidina o del farmaco triciclico. Non è raccomandata la somministrazione concomitante di Mutabon compresse e guanetidina o composti con effetto simile. Ove possibile, viene richiesto un controllo dell’ipertensione prima di iniziare il trattamento con farmaci antidepressivi ed è necessario verificare settimanalmente la pressione sanguigna nel corso del primo mese di tale trattamento. L’impiego concomitante di amitriptilina, anticolinergici o antistaminici può potenziarne gli effetti anticolinergici. L’aumentata attività anticolinergica può causare ileo paralitico o offuscamento della vista e può influire sulla pressione endoculare dei pazienti con glaucoma. L’uso concomitante di amitriptilina e agenti con azione depressiva sul Sistema Nervoso Centrale (SNC), quali alcool, barbiturici, sedativi o analgesici oppiacei, può potenziare gli effetti depressori sul SNC, tra cui la depressione respiratoria. L’assunzione concomitante di amitriptilina e diazepam risulta in un aumento dell’emivita e dei livelli plasmatici costanti dell’amitriptilina. Questa interazione varia in modo molto importante tra i vari soggetti. L’uso concomitante di amitriptilina e reserpina può antagonizzare gli effetti della reserpina. L’uso concomitante di amitriptilina ed anticonvulsivanti può ridurre il controllo effettivo delle convulsioni nei pazienti epilettici. Sembra che gli agenti triciclici possano agire da deboli induttori del metabolismo del farmaco. Gli effetti anticolinergici degli antidepressivi triciclici possono rallentare la motilità gastrointestinale in modo tale da interferire con l’assorbimento di vari altri farmaci. Inoltre, il ritardato transito dallo stomaco può risultare nella inattivazione di farmaci quali levodopa e fenilbutazone.Farmaci metabolizzati dal Citocromo P450 2D6 L’attività biochimica dell’isoenzima citocromo P450 2D6 (debrisochina idrossilasi) che metabolizza il farmaco è ridotta in un sottogruppo della popolazione caucasica (circa il 7-10% della popolazione caucasica è composta da soggetti detti "scarsi metabolizzatori"); non sono tuttavia disponibili stime affidabili sulla prevalenza della ridotta attività dell’isoenzima P450 2D6 nelle popolazioni asiatiche, africane e altre. Gli "scarsi metabolizzatori" presentano concentrazioni plasmatiche di antidepressivi triciclici (tricyclic antidepressants, TCA) più elevate di quanto atteso, dopo somministrazione di dosaggi usuali. A seconda della frazione del farmaco metabolizzata dal P450 2D6, l’aumento della concentrazione plasmatica può essere minimo o abbastanza elevato (pari a 8 volte l’aumento dell’AUC plasmatica dell’antidepressivo triciclico). In uno studio su 45 pazienti anziani affetti da demenza e trattati con perfenazina, i 5 pazienti identificati in modo prospettico come "scarsi metabolizzatori" di P450 2D6 hanno presentato effetti collaterali significativamente maggiori nel corso dei primi 10 giorni di trattamento rispetto ai 40 "forti metabolizzatori"; dopo tale periodo, i gruppi hanno teso a convergere. La fenotipizzazione prospettica dei pazienti anziani prima del trattamento neurolettico permette di identificare i soggetti a rischio di eventi avversi. Inoltre, alcuni farmaci inibiscono l’attività di questo isoenzima e rendono i soggetti metabolizzatori normali simili agli scarsi metabolizzatori. Un individuo stabile ad un dato dosaggio di TCA può sviluppare una fortissima tossicità se viene sottoposto a terapia concomitante con uno di detti farmaci inibitori. I farmaci inibitori del citocromo P450 2D6 ne comprendono alcuni che non vengono metabolizzati dall’enzima (chinidina, cimetidina) e molti che sono dei substrati del P450 2D6 (molti altri antidepressivi, le fenotiazine e gli antiaritmici di tipo 1C propafenone e flecainide). Tutti gli inibitori selettivi del re-uptake della serotonina (SSRI), come la fluoxetina, la sertralina e la paroxetina, inibiscono il P450 2D6, ma l’ampiezza di tale inibizione può variare. La misura in cui le interazioni dei TCA con gli SSRI può porre problemi clinici dipende dal grado di inibizione e dalla farmacocinetica degli SSRI coinvolti. Ciononostante, occorre cautela nella somministrazione combinata di TCA e qualsiasi SSRI e anche nel passaggio da una categoria di farmaci all’altra. Particolarmente importante il fatto che debba trascorrere un tempo sufficiente prima di iniziare il trattamento con TCA in un paziente che abbia interrotto l’assunzione di fluoxetina: ciò a causa della lunga emivita del metabolita parente e attivo (possono essere necessarie almeno 5 settimane). L’uso concomitante di antidepressivi triciclici e farmaci che possono inibire il citocromo P450 2D6 può richiedere dosi inferiori a quelle comunemente prescritte sia per gli antidepressivi triciclici che per gli altri farmaci. Inoltre, laddove uno di questi altri farmaci viene eliminato dalla combinazione terapeutica, potrà essere richiesta una dose maggiore di antidepressivo triciclico. È auspicabile monitorare i livelli plasmatici dei TCA quando questi vengono somministrati insieme ad un altro farmaco noto per essere un inibitore del P450 2D6 (vedere anche Farmacologia clinica). INTERAZIONI TRA FARMACO E TEST DI LABORATORIO I metaboliti urinari delle fenotiazine possono rendere le urine scure, dando risultati falso-positivi per urobilinogeno, amilasi, uroporfirine, porfobilinogeni e acido 5-idrossi-indolacetico. I pazienti che ricevono dosi terapeutiche di fenotiazine possono presentare alterazioni elettrocardiografiche, come un allungamento dell’intervallo QT accompagnato da un ampliamento, smussamento e da una incisione dell’onda T. A dosi più elevate si possono verificare un abbassamento e l’inversione dell’onda T. La principale alterazione elettrocardiografica osservata con amitriptilina consiste nell’appiattimento o nell’inversione delle onde T. A seguito di sovradosaggio si osservano ampliamento del complesso QRS, prolungamento dell’intervallo QT, nonché segmenti ST e onde T anomali. Gli antidepressivi triciclici possono abbassare la soglia convulsiva e produrre quadri elettroencefalografici anomali. La perfenazina può aumentare i livelli di iodio legati alle proteine plasmatiche senza causare tirotossicosi clinica. Poiché le fenotiazine possono causare una diminuzione della secrezione adrenocorticoide come conseguenza di un diminuito rilascio di corticotropina, la perfenazina può interferire con il test al metirapone di funzionalità ipotalamo-ipofisaria. Nelle pazienti in trattamento con fenotiazine il test di gravidanza effettuato sulle urine può fornire risultati sia falsi positivi che falsi negativi.

Scheda tecnica (RCP) Composizione:

Ogni compressa rivestita con film contiene: Principi attivi: perfenazina 4 mg + amitriptilina cloridrato 10 mg. Eccipiente con effetti noti: lattosio. Per l’elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.

Farmaci

MEDA PHARMA SpA

LIMBITRYL20CPS 12,5MG+5MG

PRINCIPIO ATTIVO:

PREZZO INDICATIVO:10,30 €

MEDA PHARMA SpA

LIMBITRYL20CPS 25MG+10MG

PRINCIPIO ATTIVO:

PREZZO INDICATIVO:18,00 €