CLORTANOL 30CPR 100+25MG -Avvertenze e precauzioni
Dovute alla presenza del beta–bloccante atenololo: • Sebbene controindicato nell’insufficienza cardiaca non controllata (vedere paragrafo 4.3), può essere somministrato a pazienti con insufficienza cardiaca purché controllata e, con la dovuta cautela, a pazienti con una riserva cardiaca scarsa. • Nei pazienti affetti da angina di Prinzmetal può aumentare il numero e la durata delle crisi anginose tramite vasocostrizione arteriosa coronarica mediata dagli alfa recettori. Tuttavia, seppur con la massima cautela, può essere considerato l’ impiego di atenololo/clortalidone in questi pazienti, in quanto l’atenololo è un beta–bloccante beta–1 selettivo. • Sebbene sia controindicato in caso di gravi disturbi della circolazione arteriosa periferica (vedere paragrafo 4.3), atenololo/clortalidone può indurre un aggravamento anche dei disordini vascolari periferici di modesta entità. • Particolare cautela nella somministrazione di atenololo/clortalidone va rivolta ai pazienti con blocco atrioventricolare di 1° grado, a causa del suo effetto negativo sul tempo di conduzione. • Può modificare i segnali di ipoglicemia, come tachicardia, palpitazioni e sudorazione. • Può mascherare i segni cardiovascolari di tireotossicosi. • Può ridurre la frequenza cardiaca come conseguenza della sua azione farmacologica. Dovrà essere considerata una riduzione del dosaggio nei rari casi in cui compaiono sintomi attribuibili alla riduzione della frequenza cardiaca. • il trattamento nei pazienti affetti da cardiopatia ischemica non deve essere interrotto bruscamente. • Si può verificare un aggravamento delle reazioni allergiche a vari allergeni quando somministrato a pazienti con una storia di reazioni anafilattiche agli stessi allergeni. Questi pazienti possono non rispondere alle dosi di adrenalina comunemente impiegate nel trattamento delle reazioni allergiche. • I pazienti affetti da malattia broncospastica non devono, in generale, ricevere beta– bloccanti, a causa di un aumento della resistenza delle vie aeree. L’atenololo è un beta–bloccante beta1 selettivo, tuttavia questa selettività non è assoluta. Pertanto in questi pazienti è necessaria la massima cautela, utilizzando la più bassa dose possibile di atenololo/clortalidone. In caso di aumento della resistenza delle vie respiratorie, la somministrazione di atenololo/clortalidone deve essere interrotta e, se necessario, deve essere instaurata una terapia con preparati broncodilatatori (ad es salbutamolo). • Gli effetti sistemici dei beta–bloccanti assunti per via orale possono essere potenziati dall’uso concomitante di beta–bloccanti oftalmici. • Nei pazienti con feocromocitoma atenololo/clortalidone deve essere somministrato solo dopo il blocco dei recettori alfa. La pressione arteriosa deve essere strettamente monitorata. • È necessario esercitare cautela in caso di somministrazione concomitante di agenti anestetici e atenololo/clortalidone. L’anestesista deve essere informato al riguardo e deve essere utilizzato un anestetico con la minore attività inotropa negativa possibile. L’uso di beta–bloccanti e farmaci anestetici può comportare un’ attenuazione della tachicardia riflessa ed aumentare il rischio di ipotensione. Deve essere evitato l’uso di anestetici che possono causare depressione miocardica. Dovute alla presenza di clortalidone: • È necessario determinare periodicamente e ad intervalli appropriati gli elettroliti plasmatici, in modo da individuare possibili squilibri elettrolitici, specialmente ipopotassiemia ed iposodiemia. • Si possono verificare ipopotassiemia ed iposodiemia. In genere, è utile il controllo degli elettroliti specialmente nei pazienti più anziani, in quelli con scompenso cardiaco che assumono preparati digitalici e nei soggetti che seguono una dieta a basso contenuto di potassio o che presentano disturbi gastrointestinali. Nei pazienti che ricevono terapia digitalica l’ipopotassiemia può provocare aritmie. • Poichè il clortalidone può compromettere la tolleranza al glucosio, i pazienti diabetici devono essere informati del possibile aumento dei livelli di glucosio. Si raccomanda un attento monitoraggio della glicemia nella fase iniziale della terapia ed il controllo della glucosuria ad intervalli regolari nel trattamento prolungato. • Nei pazienti con funzionalità epatica compromessa o con epatopatia progressiva, alterazioni modeste dell’equilibrio idroelettrolitico possono precipitare il coma epatico. • Può verificarsi iperuricemia. Solitamente si verifica solo un lieve aumento dell’acido urico ma in caso tali aumenti si protraessero nel tempo, la concomitante somministrazione di un agente uricosurico può riportare entro limiti normali i livelli di uricemia. • Come con altri farmaci beta–bloccanti può essere opportuno sospendere la somministrazione del farmaco 48 ore prima dell’intervento chirurgico. Se durante l’anestesia si evidenzia un eventuale predominio vagale, questo potrà essere corretto con la somministrazione di atropina solfato (0,5 – 1 mg per via endovenosa, eventualmente ripetuta).