CARBOPLATINO PFI EV 150MG 15ML -Avvertenze e precauzioni

CARBOPLATINO PFI EV 150MG 15ML Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Il contenitore di questo medicinale è costituito di gomma latex. Può causare gravi reazioni allergiche. Il carboplatino deve essere somministrato soltanto sotto il controllo di un medico qualificato, esperto nell’uso di agenti chemioterapici. Servizi di diagnosi e cura devono essere immediatamente disponibili per l’adozione di eventuali procedure di emergenza e possibili complicazioni. Prima, durante e dopo la terapia occorre valutare regolarmente i parametri della funzionalità renale, epatica e quelli ematologici, particolarmente le piastrine, i globuli bianchi ed i valori di emoglobina, il medicinale deveessere interrotto al riscontro di un anormale calo della funzione del midollo osseo o della funzione renale o epatica. Tossicità ematologica In pazienti trattati con carboplatino è stata segnalata anemia emolitica, con presenza di anticorpi sierologici indotti dal farmaco. Questo evento può essere fatale. Sindrome uremico–emolitica (SEU) La Sindrome uremico–emolitica (SEU) è un effetto indesiderato potenzialmente letale. La somministrazione di carboplatino deve essere interrotta ai primi segni di qualsiasi evidenza di anemia emolitica microangiopatica, come una rapida diminuzione dell’emoglobina associata a trombocitopenia, innalzamento della bilirubina sierica, della creatinina sierica, dell’azoto ureico nel sangue o della LDH. L’insufficienza renale può non essere reversibile con l’interruzione della terapia e potrebbe essere necessaria la dialisi. La gravità della mielosoppressione aumenta nei pazienti sottoposti a trattamenti precedenti (in particolare con cisplatino) e/o con insufficienza renale. Il dosaggio iniziale di carboplatino in questi gruppi di pazienti deve essere opportunamente ridotto (vedere paragrafo 4.2) e gli effetti attentamente monitorati tramite frequenti controlli dell’emocromo eseguiti tra i cicli di trattamento. La terapia di combinazione con carboplatino ed altre forme di trattamento mielosoppressivo devono essere attentamente pianificati rispetto al dosaggio e all’intervallo di trattamento ciò al fine di ridurre gli effetti additivi. Gli effetti mielosoppressivi possono sommarsi a quelli della chemioterapia concomitante. I pazienti con mielosoppressione grave e persistente sono ad alto rischio di complicanze infettive, compresi esiti fatali (vedere paragrafo 4.8). Se si verifica uno qualsiasi di questi eventi, la somministrazione di carboplatino deve essere interrotta e deve essere presa in considerazione la modifica del dosaggio o l’interruzione della terapia. La leucopenia, neutropenia, e trombocitopenia sono dose–dipendenti e dose–limitanti. Il conteggio globulare periferico e i test di funzionalità renale devono essere controllati attentamente e frequentemente. I conteggi globulari devono essere effettuati prima dell’inizio della terapia con carboplatino e, successivamente, frequentemente, e all’insorgenza di tossicità, fino all’ottenimento del recupero. Oltre a consentire di tenere sotto controllo la tossicità, tali esami permettono di aiutare a stabilire il punto di massima depressione e il recupero dei parametri ematologici, e di ottenere un valido supporto per le successive modifiche del dosaggio. Nei pazienti trattati in monoterapia con carboplatino il giorno medio al nadir è il giorno 21 e il giorno 15 nei pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. In generale, i cicli intermittenti singoli di carboplatino non devono essere ripetuti fino a quando la conta dei leucociti, dei neutrofili e delle piastrine non siano ritornati nella norma. Il trattamento non deve essere ripetuto fino a 4 settimane dopo l’ultima terapia con carboplatino e/oppure fino a quando la conta dei neutrofili non sia almeno di 2.000 cellule/mm3 e la conta delle piastrine di almeno 100.000 cellule/mm³. Normalmente il recupero avviene in 5–6 settimane. Una riduzione più pronunciata delle piastrine si osserva in pazienti sottoposti precedentemente a chemioterapia mielodepressiva estensiva rispetto ai pazienti non sottoposti a tale trattamento. L’anemia è frequente e cumulativa ma solo raramente richiede trasfusioni. La leucemia promielocitica acuta (LPA) e la sindrome mielodisplastica (SMD)/leucemia mieloide acuta (LMA) sono stati segnalate anni dopo la terapia con carboplatino e altri trattamenti antineoplastici. Tossicità renale Nei pazienti con insufficienza renale, l’effetto del carboplatino sul sistema ematopoietico è più pronunciato e di maggiore durata rispetto ai pazienti con funzionalità renale normale. In questo gruppo di pazienti la terapia con carboplatino deve essere eseguita con particolare cautela (vedere paragrafo 4.2). La tossicità renale non costituisce generalmente motivo di limitazione della dose. L’idratazione pre– e post–trattamento non è necessaria. La compromissione della funzionalità renale è più probabile in seguito a terapia con cisplatino e in generale a chemioterapia. Malattia veno–occlusiva epatica Sono stati segnalati casi di malattia veno–occlusiva epatica (sindrome da ostruzione sinusoidale), alcuni dei quali sono stati fatali. I pazienti devono essere monitorati per segni e sintomi di anomalie della funzionalità epatica o ipertensione portale non chiaramente dovuti alle metastasi epatiche. Sindrome da lisi tumorale (SLT) Successivamente alla sua immissione sul mercato, in pazienti ai quali viene somministrato carboplatino, da solo o in combinazione con altri agenti chemioterapici, è stata segnalata la sindrome da lisi tumorale (SLT). I pazienti ad alto rischio di SLT, quali quelli con alto tasso proliferativo, carico tumorale elevato e alta sensibilità agli agenti citotossici, devono essere attentamente monitorati e devono essere adottate le precauzioni appropriate. Tossicità neurologica Sebbene la tossicità neurologica periferica sia normalmente un evento comune e di modesta entità, che si limita a parestesia, e rallentamento dei riflessi osteotendinei, viene riscontrata più frequentemente in pazienti precedentemente trattati con cisplatino e/o aumenta nei pazienti di età superiore ai 65 anni. Va condotto il monitoraggio in aggiunta alla verifica a intervalli regolari degli esami neurologici. I disturbi visivi, compresa la perdita della vista, sono stati segnalati dopo trattamento con carboplatino dopo dosaggi maggiori di quelli raccomandati nei pazienti con insufficienza renale. La vista sembra recuperarsi totalmente o in maniera significativa entro settimane dall’interruzione di questi alti dosaggi.Reazioni allergiche Come per gli altri farmaci a base di platino le reazioni allergiche si manifestano più frequentemente durante la somministrazione e richiedono l’interruzione dell’infusione. In questi casi deve essere instaurato un trattamento sintomatico appropriato. Sono state segnalate reazioni incrociate, a volte fatali, con tutti i composti a base di platino (vedere i paragrafi 4.3 e 4.8). Sindrome da leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) Sono stati riportati casi di sindrome della leucoencefalopatia posteriore reversibile (RPLS) in pazienti trattati con carboplatino in combinazione con altri agenti chemioterapici. La RPLS è una condizione neurologica rara che evolve rapidamente, reversibile dopo interruzione del trattamento, che può comprendere convulsioni, ipertensione, cefalea, confusione, cecità e altri disturbi visivi e neurologici (vedere paragrafo 4.8). La diagnosi di RPLS si basa sulla conferma mediante tecniche radiologiche cerebrali, preferibilmente tramite la risonanza magnetica per immagini (MRI). Uso in geriatria Negli studi di trattamenti di combinazione con carboplatino e ciclofosfamide, negli anziani, rispetto ai giovani pazienti, trattati con carboplatino era più probabile lo sviluppo di grave trombocitopenia. Siccome la funzione renale negli anziani è spesso ridotta, per la determinazione del dosaggio questa deve essere valutata (vedere paragrafo 4.2). Altre reazioni I difetti dell’udito sono stati spesso segnalati nel corso del trattamento con carboplatino. L’ototossicità potrebbe essere più marcata nei bambini. Sono stati segnalati casi di perdita dell’udito a manifestazione tardiva nei pazienti pediatrici. In questi pazienti si raccomanda il controllo audiometrico a lungo termine. La somministrazione di vaccini vivi o vivi–attenuati in pazienti immunocompromessi da agenti chemioterapici compreso il carboplatino, può causare gravi o fatali infezioni. La vaccinazione con vaccini vivi deve essereevitata nei pazienti trattati con carboplatino. I vaccini inattivi o attenuati possono essere somministrati; tuttavia la risposta a questi vaccini potrebbe risultare ridotta. Il potenziale carcinogenetico del carboplatino non è stato stabilito, tuttavia sostanze con meccanismo d’azione simile hanno dimostrato di essere carcinogeniche. Non utilizzare strumenti contenenti alluminio.

Farmaci

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