CAPTOPRIL MY 24CPR 50MG -Avvertenze e precauzioni

CAPTOPRIL MY 24CPR 50MG Controindicazioni Posologia Avvertenze e precauzioni Interazioni Effetti indesiderati Gravidanza e allattamento Conservazione

Ipotensione : nei pazienti affetti da ipertensione senza complicazioni, l’ipotensione sintomatica insorge raramente, ma è più probabile che si verifichi nei pazienti ipertesi in cui è presente una deplezione del volume e/o sodio (a causa di un trattamento intenso con diuretici, limitazione del sale nella dieta diarrea o vomito), nei pazienti con insufficienza cardiaca o nei pazienti sottoposti a dialisi. La deplezione del volume e/o del sodio devono essere corrette prima della somministrazione di un ACE–inibitore e deve essere considerato l’uso di una dose iniziale inferiore. Gli effetti ipotensivi potenziali all’inizio del trattamento con captopril possono essere minimizzati interrompendo il diuretico o aumentando l’assunzione di sale circa una settimana prima dell’inizio del trattamento con captopril o iniziando il trattamento con dosi più basse (6,25 mg o 12,5 mg). In alternativa, monitorare il paziente per almeno un’ora dopo la somministrazione della dose iniziale. Una risposta ipotensiva transitoria non rappresenta una controindicazione a dosi successive che possono essere somministrate senza difficoltà una volta che la pressione sanguigna è aumentata. L’ipotensione in sé non è un motivo per interrompere il trattamento con captopril. La diminuzione è maggiore all’inizio del trattamento, questo effetto si stabilizza in una o due settimane e generalmente ritorna ai livelli di pre–trattamento in due mesi senza diminuire il suo effetto terapeutico. Pazienti con insufficienza cardiaca presentano un rischio maggiore di ipotensione, quindi una dose iniziale minore è raccomandata quando si inizia una terapia con ACE–inibitori: circa la metà dei pazienti con insufficienza cardiaca la cui pressione sanguigna era normale o bassa, ha subito variazioni transitorie della stessa oltre il 20%. Questa ipotensione transitoria è più probabile generalmente dopo una delle prime dosi e di solito è ben tollerata senza produrre sintomi, o solo un leggero capogiro. Cautela deve essere usata in questi pazienti quando la dose di Captopril o di diuretici viene aumentata. Come per tutti gli agenti anti–ipertensivi, un eccessivo abbassamento della pressione sanguigna in pazienti con malattia ischemica cardiovascolare o cerebrovascolare, può aumentare il rischio di infarto del miocardio o di ictus. In caso di ipotensione, il paziente deve essere adagiato in posizione supina. Può essere richiesto un ripristino del volume con normale soluzione fisiologica salina endovenosa. Ipertensione renovascolare: il rischio di ipotensione ed insufficienza renale è maggiore per i pazienti affetti da stenosi arteriosa renale bilaterale o unilaterale in pazienti con un unico rene funzionante, a cui vengono somministrati gli ACE–inibitori. La perdita della funzionalità renale può avvenire con lievi modificazioni della creatinina sierica. In questi pazienti il trattamento deve essere iniziato sotto attento controllo medico, utilizzando una dose bassa, un attento adattamento della dose e un monitoraggio della funzione renale. Compromissione renale: in caso di compromissione renale (clearance della creatinina ≤ 40 ml/min), il dosaggio iniziale di captopril deve essere aggiustato secondo la clearance della creatinina del paziente (vedere paragrafo 4.2), e poi in funzione della risposta del paziente al trattamento. Il monitoraggio di routine del potassio e della creatinina sono parte della normale pratica medica per questi pazienti. Ipersensibilità/angioedema : è stato segnalato angioedema delle estremità, del viso, delle labbra, delle mucose, della lingua, della glottide e/o della laringe in pazienti trattati con ACE inibitori, incluso captopril. Questo può verificarsi in qualsiasi momento durante il trattamento. Tuttavia, in rari casi si può sviluppare un grave angioedema dopo un trattamento a lungo termine con un ACE–inibitore. In tali casi, captopril deve essere immediatamente sospeso e si deve istituire un appropriato monitoraggio per assicurarsi della completa remissione dei sintomi prima di dimettere il paziente. In quei casi in cui il gonfiore è limitato al viso e alle labbra la condizione generalmente si è risolta senza trattamento, sebbene gli antistaminici siano stati utili per alleviare i sintomi. L’edema angioneurotico associato ad edema della laringe può essere fatale. Qualora vi sia il coinvolgimento della lingua, della glottide o della laringe che può causare ostruzione delle vie aeree, deve essere prontamente somministrata una terapia appropriata, che può includere una soluzione di epinefrina 1:1000 sottocute (da 0,3 ml a 0,5 ml) e/o misure atte a garantire pervietà delle vie aeree. Il paziente deve essere ricoverato in ospedale e sotto osservazione per almeno 12–24 ore e non deve essere dimesso fino alla completa risoluzione dei sintomi. E’ stato segnalato che pazienti di razza nera trattati con ACE–inibitori hanno una maggiore incidenza di angioedema rispetto ai non–neri. I pazienti con una storia di angioedema estraneo alla terapia con ACE inibitori possono essere a rischio aumentato di angioedema durante il trattamento con un ACE–inibitore (vedere paragrafo 4.3). Uso concomitante di inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) I pazienti che assumono una terapia concomitante con inibitori di mTOR (ad es., sirolimus, everolimus, temsirolimus) possono essere esposti a un rischio maggiore di angioedema (ad es., gonfiore delle vie aeree o della lingua, con o senza compromissione respiratoria) (vedere paragrafo 4.5). Angioedema intestinale: E’ stato segnalato raramente angioedema intestinale in pazienti trattati con ACE–inibitori. Questi pazienti hanno presentato dolore addominale (con o senza nausea o vomito), in alcuni casi non vi era prima angioedema del viso e i livelli di C–1 esterasi erano normali. L’angioedema è stato diagnosticato con procedure tra cui la TAC addominale o gli ultrasuoni o al momento dell’intervento e i sintomi si sono risolti dopo la sospensione dell’ACE–inibitore. L’angioedema intestinale deve essere incluso nella diagnosi differenziale dei pazienti trattati con ACE–inibitori che presentano dolore addominale (vedere paragrafo 4.8). Tosse : il trattamento con gli ACE–inibitori è associato a tosse, non produttiva, persistente che scompare quando si interrompe il trattamento. La tosse indotta da ACE inibitori deve essere presa in considerazione nella diagnosi differenziale della tosse. Insufficienza epatica : raramente gli ACE–inibitori sono stati associati ad una sindrome che inizia con un ittero colestatico e si evolve in una necrosi epatica fulminante (a volte) fatale. Il meccanismo di questa sindrome non è conosciuto. I pazienti che assumono ACE–inibitori e che sviluppano ittero o marcati aumenti degli enzimi epatici, devono interrompere il trattamento e ricevere un adeguato controllo medico. Iperkaliemia : aumenti del potassio sierico sono stati osservati in alcuni pazienti trattati con ACE–inibitori, tra cui il captopril. I pazienti a rischio di iperpotassemia includono quelli con insufficienza renale, diabete mellito, o quelli che assumono contemporaneamente diuretici potassio–risparmiatori, integratori di potassio o sostituti del sale contenenti potassio, oppure quei pazienti che assumono altri farmaci che possono provocare aumenti del potassio nel siero (es.: eparina, cotrimossazolo noto anche come trimetoprim/sulfametossazolo). Se l’uso concomitante di detti farmaci è ritenuto appropriato, si raccomanda un regolare monitoraggio del potassio sierico. Combinazione con litio : l’associazione di litio e captopril non è raccomandata a causa del potenziamento della tossicità del litio (vedere paragrafo 4.5). Stenosi aortica e mitralica/cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva/shock cardiogeno : gli ACE–inibitori devono essere usati con cautela nei pazienti affetti da ostruzione valvolare e del tratto di eflusso del ventricolo sinistro ed evitati in casi di shock cardiogenico e di ostruzione emodinamicamente significativa. Insufficienza cardiaca : Durante il trattamento a lungo termine con captopril circa il 20% dei pazienti sviluppa aumenti stabili di azoto ureico nel sangue (BUN) e della creatinina sierica del 20% al di sopra del valore normale. Meno del 5% dei pazienti, generalmente quelli con precedente storia di patologia renale grave, deve interrompere il trattamento a causa di un aumento progressivo della creatinina. Il miglioramento conseguente dipendeva dalla gravità della insufficienza renale. Neutropenia/agranulocitosi. Neutropenia/agranulocitosi, trombocitopenia ed anemia sono state riportate in pazienti trattati con ACE–inibitori, tra cui il captopril. In pazienti con funzione renale normale e senza altri fattori di rischio, la neutropenia compare raramente. La neutropenia si manifesta normalmente tre mesi dopo l’inizio del trattamento con captopril. Nei pazienti con qualsiasi grado di insufficienza renale (creatinina sierica pari o superiore a 1,6 mg/dl), ma nessuna malattia vascolare del collagene, il rischio di neutropenia osservata negli studi clinici era di circa 0,2%, nei pazienti con insufficienza renale, l’uso concomitante di allopurinolo con captopril è stato associato a neutropenia. Nei pazienti con malattia collageno–vascolare (ad esempio, lupus eritematoso sistemico o sclerodermia) e funzionalità renale ridotta, è stata osservata neutropenia nel 3,7% dei pazienti negli studi clinici. Captopril deve essere usato con estrema cautela e solo dopo una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio in pazienti con malattie vascolari del collagene ed in corso di terapia con immunosoppressori, allopurinolo o procainamide, o con una combinazione di questi fattori di rischio, specialmente in presenza di una pre–esistente alterazione della funzione renale. Alcuni di questi pazienti possono sviluppare gravi infezioni che in rari casi non rispondono ad una terapia antibiotica intensiva. Se Captopril Mylan Generics viene usato in questi pazienti, si raccomanda di effettuare un conteggio dei leucociti e la formula leucocitaria prima della terapia, ogni due settimane durante i primi 3 mesi di terapia e periodicamente nel periodo successivo. Durante il trattamento tutti i pazienti devono essere istruiti a riportare ogni segno di infezione (ad es. mal di gola, febbre), in tal caso deve essere determinata la formula leucocitaria del sangue. Captopril ed altri trattamenti concomitanti (vedere paragrafo 4.5) devono essere interrotti se viene evidenziata o sospettata una neutropenia (neutrofili minori di 1000/mm³) e il paziente deve essere attentamente monitorato. Nella maggior parte dei pazienti il conteggio ritorna rapidamente normale dopo l’interruzione della somministrazione di captopril e altri medicinali. Circa il 13% dei casi di neutropenia ha avuto esito fatale, ma tutti i decessi hanno riguardato pazienti con gravi malattie come insufficienza renale, malattie del collageno, insufficienza cardiaca o in terapia con immunosoppressori o una associazione di questi fattori. Proteinuria : la proteinuria può manifestarsi particolarmente in pazienti con preesistente alterazione della funzionalità renale o se si somministrano dosi relativamente alte di ACE inibitori. Proteine urinarie totali maggiori di 1 g/die sono state osservate in circa lo 0.7% dei pazienti che assumono captopril. La maggior parte dei pazienti aveva un’anamnesi di malattie renali o aveva ricevuto dosi relativamente alte di captopril (oltre 150 mg/die) o entrambe queste condizioni. La sindrome nefrotica è comparsa in circa un quinto dei pazienti proteinurici. Nella maggior parte dei casi la proteinuria decresce o scompare entro sei mesi indipendentemente dalla sospensione di captopril. I parametri della funzione renale, come azotemia e creatinina, raramente risultano alterati in pazienti con proteinuria. Uno studio multicentrico in doppio cieco, controllato con placebo in 207 pazienti con nefropatia diabetica e proteinuria (≥ 500 mg/die) che assumevano 75 mg/die di captopril per una media di tre anni ha dimostrato una consistente riduzione della proteinuria. Non è noto se il trattamento a breve termine in pazienti con un altro tipo di malattia renale potrebbe avere effetti simili. Pazienti con precedenti malattie renali devono essere sottoposti ad un dosaggio delle proteine urinarie ("dip–stick" sulla prima urina del mattino) prima del trattamento e poi periodicamente. Reazioni anafilattoidi durante la desensibilizzazione : reazioni anafilattoidi ritardate e tali da costituire un rischio per la vita, sono state raramente riportate in pazienti sottoposti a desensibilizzazione con veleno di imenotteri mentre erano in trattamento con un altro ACE–inibitore. In questi pazienti tali reazioni sono state evitate sospendendo temporaneamente l’ACE–inibitore, ma sono riapparse in caso di "rechallenge" involontario. Pertanto deve essere usata cautela nei pazienti in trattamento con ACE–inibitori e sottoposti a procedure di desensibilizzazione. Reazioni anafilattoidi durante esposizione a membrane a flusso elevato per dialisi o aferesi delle lipoproteine : reazioni anafilattoidi sono state riportate in pazienti dializzati con membrane da dialisi ad alto flusso o sottoposti ad aferesi delle lipoproteine a bassa densità con assorbimento di destrano solfato. In questi pazienti deve essere considerata la possibilità di usare tipi diversi di membrane da dialisi o una differente classe di farmaci. Interventi chirurgici/anestesia : ipotensione può manifestarsi in pazienti sottoposti ad intervento di chirurgia maggiore o durante l’anestesia con agenti noti per diminuire la pressione sanguigna, in quanto captopril blocca la formazione di angiotensina II secondaria indotta dalla liberazione compensatoria di renina. Se compare ipotensione e la si ritiene correlata al suddetto meccanismo, deve essere corretta con espansione della volemia. Pazienti diabetici : i livelli di glicemia devono essere attentamente monitorati in pazienti diabetici precedentemente trattati con antidiabetici orali o insulina, particolarmente durante il primo mese di terapia con un ACE–inibitore. Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Duplice blocco del sistema renina–angiotensina–aldosterone (RAAS) : Esiste l’evidenza che l’uso concomitante di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren aumenta il rischio di ipotensione, iperkaliemia e riduzione della funzionalità renale (inclusa l’insufficienza renale acuta). Il duplice blocco del RAAS attraverso l’uso combinato di ACE–inibitori, antagonisti del recettore dell’angiotensina II o aliskiren non è pertanto raccomandato (vedere paragrafi 4.5 e 5.1). Se la terapia del duplice blocco è considerata assolutamente necessaria, ciò deve avvenire solo sotto la supervisione di uno specialista e con uno stretto e frequente monitoraggio della funzionalità renale, degli elettroliti e della pressione sanguigna. Gli ACE–inibitori e gli antagonisti del recettore dell’angiotensina II non devono essere usati contemporaneamente in pazienti con nefropatia diabetica. Rischio di ipokaliemia : la combinazione di un ACE inibitore con un diuretico tiazidico non esclude il verificarsi di ipopotassiemia. Deve essere eseguito un regolare monitoraggio della potassiemia. Differenze etniche : come per altri ACE–inibitori, captopril è apparentemente meno efficace nel ridurre la pressione sanguigna negli individui di razza nera che nelle altre popolazioni, probabilmente per una maggior prevalenza di un basso livello di renina nella popolazione nera ipertesa. Gravidanza : La terapia con ACE inibitori non deve essere iniziata durante la gravidanza. Per le pazienti che stanno pianificando una gravidanza si deve ricorrere a trattamenti antiipertensivi alternativi, con comprovato profilo di sicurezza per l’uso in gravidanza, a meno che non sia considerato essenziale il proseguimento della terapia con un ACE inibitore. Quando viene diagnosticata una gravidanza, il trattamento con ACE inibitori deve essere interrotto immediatamente e, se appropriato, deve essere iniziata una terapia alternativa (vedere paragrafi 4.3 e 4.6). Lattosio : Captopril Mylan Generics contiene lattosio. I pazienti con rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, da deficit di lattasi o malassorbimento di glucosio–galattosio non devono assumere questo medicinale.

Farmaci

BRISTOL-MYERS SQUIBB Srl

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