BOSENTAN ZENT 56CPR RIV 62,5MG -Avvertenze e precauzioni
L’efficacia del bosentan non è stata stabilita nei pazienti affetti da grave PAH. Si deve considerare il passaggio ad una terapia raccomandata per la fase grave della malattia (ad es. epoprostenolo) nel caso in cui dovessero deteriorarsi le condizioni cliniche (vedere paragrafo 4.2). Non è stato determinato l’equilibrio tra beneficio e rischio del bosentan nei pazienti con PAH in classe funzionale OMS I. La terapia con Bosentan Zentiva deve essere iniziata solo se la pressione arteriosa sistolica sistemica è maggiore di 85 mmHg. Bosentan non ha dimostrato di avere un effetto benefico sulla guarigione delle ulcere digitali esistenti. Funzionalità epatica Aumenti delle aminotransferasi epatiche, cioè aspartato aminotransferasi e alanina aminotransferasi (AST e/o ALT) associati al bosentan sono dose dipendenti. Variazioni dei livelli enzimatici epatici si verificano tipicamente entro le prime 26 settimane di trattamento ma potrebbero anche verificarsi più tardi nel trattamento (vedere paragrafo 4.8). È probabile che tali aumenti siano in parte dovuti all’inibizione competitiva dell’eliminazione dei sali biliari dagli epatociti ma altri meccanismi, che non sono stati ancora chiaramente definiti, sono probabilmente coinvolti nell’insorgenza della disfunzione epatica. Non sono esclusi l’accumulo di bosentan negli epatociti che porta alla citolisi con danno potenzialmente grave alla funzionalità epatica o un meccanismo immunologico. Il rischio di disfunzione epatica potrebbe inoltre essere aumentato quando farmaci inibitori della pompa di esportazione dei sali biliari, ad esempio rifampicina, glibenclamide e ciclosporina A (vedere paragrafo 4.3 e 4.5), vengono somministrati in concomitanza con il bosentan. Sono però disponibili dati limitati a riguardo. ULN = Upper Limit of Normal (Limite superiore della norma) Concentrazione dell’emoglobina Il trattamento con bosentan è stato associato a diminuzioni dose-correlate della concentrazione emoglobinica (vedere paragrafo 4.8). Negli studi controllati con placebo le diminuzioni della concentrazione emoglobinica correlate al bosentan non sono state progressive e si sono stabilizzate dopo le prime 4-12 settimane di trattamento. Si raccomanda di controllare le concentrazioni di emoglobina prima di iniziare il trattamento, ogni mese durante i primi 4 mesi e, successivamente, ad intervalli trimestrali. Nel caso in cui si verificasse una diminuzione della concentrazione di emoglobina clinicamente rilevante, è necessario effettuare ulteriori valutazioni ed altre indagini per determinarne la causa e l’eventuale necessità di sottoporre il paziente ad un trattamento specifico. Nel periodo post-marketing sono stati segnalati casi di anemia che hanno richiesto trasfusioni di globuli rossi (vedere paragrafo 4.8). Donne in età fertile Poiché Bosentan può rendere inefficaci i contraccettivi ormonali, e si deve considerare il rischio che l’ipertensione polmonare si aggravi con la gravidanza così come gli effetti teratogeni osservati negli animali: • Il trattamento con Bosentan Zentiva non deve essere iniziato in donne in età fertile a meno che non usino metodi anticoncezionali affidabili e abbiano ottenuto un esito negativo nel test di gravidanza prima del trattamento. • I contraccettivi ormonali non possono essere l’unico metodo di contraccezione durante il trattamento con Bosentan Zentiva. • Ogni mese si raccomanda di eseguire un test di gravidanza durante tutto il periodo di trattamento, per permettere di scoprire precocemente un’eventuale gravidanza. Per ulteriori informazioni vedere paragrafo 4.5 e 4.6. Malattia veno-occlusiva polmonare Episodi di edema polmonare sono stati segnalati in pazienti con malattia veno-occlusiva polmonare che utilizzavano vasodilatatori (principalmente prostacicline). Di conseguenza, in caso compaiano segni di edema polmonare quando Bosentan è somministrato in pazienti con PAH, deve essere considerata la possibilità che sia associata la malattia veno-occlusiva. Nel periodo post-marketing vi sono state rare segnalazioni di edema polmonare in pazienti trattati con bosentan che avevano una diagnosi di sospetta malattia veno-occlusiva polmonare. Pazienti affetti da ipertensione arteriosa polmonare con concomitante insufficienza ventricolare sinistra Non sono stati condotti studi specifici in pazienti affetti da ipertensione polmonare e concomitante disfunzione ventricolare sinistra. Tuttavia, 1.611 pazienti (804 trattati con bosentan e 807 trattati con placebo) affetti da grave insufficienza cardiaca cronica (CHF) sono stati trattati per un periodo medio di 1,5 anni in uno studio controllato con placebo (studio AC-052-301/302 [ENABLE 1 &2]). In questo studio vi è stata una maggior incidenza di ospedalizzazione dovuta a CHF durante le prime 4-8 settimane di trattamento con bosentan, che potrebbe essere dovuta alla ritenzione dei liquidi. In questo studio la ritenzione dei liquidi si è manifestata con un immediato aumento di peso, una diminuita concentrazione di emoglobina e una maggiore incidenza di edema della gamba. Al termine di questo studio non sono state riscontrate differenze nelle ospedalizzazioni totali per insufficienza cardiaca e nella mortalità, fra i pazienti trattati con bosentan e quelli del gruppo placebo. Di conseguenza si raccomanda di controllare i pazienti in relazione agli eventuali segni di ritenzione dei liquidi (per es. aumento di peso), soprattutto se soffrono anche di una disfunzione sistolica grave. In questo caso, si raccomanda di iniziare un trattamento con diuretici o di aumentare le dosi dei diuretici, nel caso in cui tale trattamento fosse già in essere. Il trattamento con i diuretici deve essere preso in considerazione nei pazienti con evidenze di ritenzione dei liquidi prima dell’inizio del trattamento con Bosentan Zentiva. Ipertensione arteriosa polmonare associata ad infezione da HIV L’esperienza in studi clinici per l’utilizzo di bosentan in pazienti con PAH associata ad infezione da HIV, trattati con farmaci antiretrovirali, è limitata (vedere paragrafo 5.1). Uno studio di interazione tra bosentan e lopinavir+ritonavir in soggetti sani ha mostrato un aumento delle concentrazioni plasmatiche di bosentan con il livello massimo raggiunto durante i primi 4 giorni di trattamento (vedere paragrafo 4.5). Quando il trattamento con Bosentan Zentiva viene iniziato in pazienti che necessitano di inibitori delle proteasi potenziati con ritonavir, la tollerabilità di Bosentan Zentiva per i pazienti deve essere accuratamente monitorata ponendo una speciale attenzione, nelle fasi precoci dell’inizio del trattamento, al rischio di ipotensione e ai test di funzionalità epatica. Quando il bosentan è utilizzato in combinazione con medicinali antiretrovirali non può essere escluso un aumento a lungo termine del rischio di tossicità epatica e di eventi avversi ematologici. A causa delle potenziali interazioni, correlate all’effetto di induzione del bosentan sul CYP450 (vedere paragrafo 4.5), che potrebbero influire sull’efficacia della terapia antiretrovirale, questi pazienti dovrebbero essere seguiti attentamente anche per quanto riguarda la loro infezione da HIV. Ipertensione polmonare secondaria a broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) La sicurezza e la tollerabilità di bosentan sono state esaminate in uno studio esplorativo, non controllato, della durata di 12 settimane su 11 pazienti con ipertensione polmonare secondaria a BPCO grave (stadio III della classificazione GOLD). Sono stati osservati un aumento della ventilazione al minuto ed un calo nella saturazione di ossigeno, e il più frequente evento avverso è stata la dispnea che si è risolta con la sospensione di bosentan. Uso concomitante con altri medicinali L’uso concomitante di Bosentan Zentiva e ciclosporina A è controindicato (vedere paragrafo 4.3 e 4.5). L’uso concomitante di Bosentan Zentiva con glibenclamide, fluconazolo e rifampicina non è raccomandato (vedere paragrafo 4.5). La somministrazione concomitante di Bosentan Zentiva sia con un inibitore di CYP3A4 che con un inibitore di CYP2C9 deve essere evitata (vedere paragrafo 4.5).