Viaggiare in aereo con i bambini: come evitare i piccoli disagi

Volare con i bambini richiede attenzione, ma con qualche accorgimento tutto diventa più semplice. Dalla gestione del mal d’orecchio all’organizzazione delle attività a bordo, ogni dettaglio conta. Prepararsi in anticipo è il segreto per viaggiare sereni



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Per molti genitori, l’idea di affrontare un viaggio aereo con i bambini può essere fonte di ansia e preoccupazione. Che si tratti di un breve spostamento nazionale o di una lunga tratta intercontinentale, soprattutto se è la prima volta che si vola in famiglia, è normale avere dubbi e timori.

Organizzarsi con attenzione è fondamentale non solo per rendere l’esperienza più serena, ma anche per prevenire quei piccoli disagi che l’ambiente pressurizzato dell’aereo può causare nei più piccoli. Ma qual è il momento giusto per viaggiare con un bambino? Come aiutarlo a sentirsi tranquillo e protetto durante il tragitto? E quali accortezze possono trasformare un potenziale stress in un’esperienza piacevole per tutta la famiglia?

Quando volare con un neonato

In linea generale, prima di affrontare un volo, si consiglia di aspettare almeno la prima settimana di vita del bambino. «Non si tratta di una regola rigida, ma di una raccomandazione di buonsenso», spiega la professoressa Vita Antonella Di Stefano, vice presidente della Società italiana di pediatria.

«La prima settimana è un periodo delicato, di transizione, in cui il piccolo deve essere monitorato attentamente e in cui possono emergere eventuali problematiche che è bene gestire a terra. Se il bambino è nato a termine e in buone condizioni di salute, dopo i primi sette giorni può affrontare un volo».

Naturalmente, ogni situazione va valutata individualmente. «In caso di bimbi prematuri o affetti da patologie cardiache, respiratorie o da deficit immunitario, è indispensabile consultare il pediatra prima di programmare un viaggio aereo», raccomanda l’esperta. «Lo stesso vale per bambini affetti da condizioni croniche che prevedono l’assunzione di farmaci a orari stabiliti, come nel caso di diabete, ipotiroidismo e patologie neurologiche».

Come prevenire il mal d’orecchio in volo

Uno dei disturbi più comuni e temuti dai genitori è il dolore alle orecchie dovuto ai cambiamenti di pressione durante decollo e atterraggio. «È causato dal barotrauma, cioè al danno all’orecchio causato da una differenza di pressione tra l’orecchio medio e l’ambiente esterno durante i rapidi cambiamenti di altitudine», aggiunge Di Stefano.

I bambini più grandi, generalmente sopra i sei anni, sono in grado di compensare autonomamente il fastidio attraverso tecniche semplici come la manovra di Valsalva – soffiare con il naso tappato e la bocca chiusa – o la deglutizione forzata.

«Il problema riguarda soprattutto i bambini più piccoli», tiene a precisare l’esperta, «che non sono ancora in grado di eseguire le manovre. In questi casi, il consiglio è di stimolare la deglutizione durante le fasi critiche del volo: per i bambini allattati al seno, è sufficiente attaccarli poco prima del decollo e dell’atterraggio; per chi non è più allattato, invece, è utile offrire un ciuccio oppure un biberon con acqua o latte; ai più grandicelli, si può dare un lecca-lecca».

L’importante è mantenere attiva la deglutizione per favorire l’apertura della tuba di Eustachio e ridurre così il fastidio auricolare.


Fuso orario e jet lag

Dopo i voli intercontinentali, il cambiamento di fuso orario può alterare significativamente il ritmo sonno-veglia, generando disorientamento e irritabilità. «Per attenuare questi effetti, può essere utile preparare gradualmente il bambino al nuovo orario nei giorni precedenti alla partenza», suggerisce Di Stefano.

«Si può provare ad anticipare l’orario del sonno serale e della sveglia mattutina, in modo da avvicinarsi progressivamente al fuso orario di destinazione».

In caso di bambini che assumono farmaci a orari fissi, è importante mantenere la regolarità delle somministrazioni anche in viaggio, adeguandosi con attenzione al nuovo orario locale.

Mal d’aereo: come prevenirlo

Alcuni bambini possono soffrire di cinetosi, il mal d’aria, con sintomi come nausea e vomito. «In genere, i piccoli che manifestano questo disturbo hanno già mostrato una certa sensibilità al mal d’auto», evidenzia l’esperta. «In questi casi, si può ricorrere a integratori ad azione antiemetica, da somministrare prima della partenza, sempre su indicazione del pediatra».

Oggi esistono diverse formulazioni adatte ai bambini. L’importante è non aspettare l’insorgere del sintomo, ma agire in via preventiva.

Un altro aspetto da non sottovalutare, soprattutto nei voli più lunghi, è la noia. I bambini, quando sono costretti a stare seduti per ore, possono diventare irrequieti e nervosi, alimentando così anche eventuali disagi fisici. Alternare le attività aiuta a mantenerli sereni e impegnati: un libro illustrato, un gioco da viaggio, uno spuntino, un breve video. Se le condizioni lo permettono, concedete loro qualche passo nei corridoi per spezzare la monotonia e approfittate dei momenti di calma per abbracciarli o favorire un sonnellino ristoratore.


Alimentazione e idratazione per i bambini in volo

Non esistono regole particolari in merito all’alimentazione prima o durante il volo. I bambini allattati al seno o con latte artificiale continueranno ad alimentarsi con le consuete modalità e le mamme sapranno regolare i tempi in base alla durata del viaggio.

«Nei viaggi più lunghi, è consigliabile portare con sé tutto l’occorrente, dal latte al biberon, per garantire al bambino il massimo comfort», raccomanda Di Stefano.

Anche l’idratazione è importante, soprattutto per i bambini più grandi: l’aria dell’aereo è tendenzialmente secca e può favorire la disidratazione.


Virus, batteri e aria condizionata

Un’altra delle paure più frequenti tra i genitori riguarda l’igiene dell’ambiente aereo, temendo un’eccessiva esposizione a virus e batteri. «In realtà, il rischio di contagio non è superiore rispetto ad altri luoghi affollati, come i centri commerciali o le sale d’attesa», riflette la pediatra. «I sistemi di aerazione degli aerei sono dotati di filtri ad alta efficienza e contribuiscono a ridurre la diffusione di microrganismi».

Ovviamente, se il bambino è malato o convalescente, è preferibile evitare il viaggio tranne che non si debba fare per motivi inerenti alla patologia stessa. Al contrario, in condizioni normali e in buona salute, il piccolo può affrontare tranquillamente il volo, a patto di essere protetto con un abbigliamento adeguato. «In caso di aria condizionata troppo fredda, è sempre utile tenere a portata di mano una giacchetta o una copertina leggera», dice l’esperta.

Bambini in aereo: un ultimo consiglio

Tutti questi consigli valgono per i bambini sani. Se invece presentano patologie specifiche o condizioni cliniche particolari, è fondamentale confrontarsi con il pediatra di fiducia prima di affrontare un viaggio.

Ma per tutti gli altri, volare è possibile e può diventare un’esperienza positiva e piacevole, con un po’ di preparazione e le giuste attenzioni.


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