Pulizie di casa efficaci senza sprechi: 10 trucchi e consigli

Mini guida alle soluzioni più efficaci per eliminare sporco e macchie dal bucato e dagli ambienti di casa. Per compiere scelte responsabili e sbarazzarsi delle false credenze



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Quante volte, davanti agli scaffali dei prodotti per le pulizie del supermercato, ti sei chiesta: quale sarà il migliore? Quello salva colore, con l’aggiunta di... e che, in più, elimina le macchie di grasso e disinfetta? Magari hai provato anche a cercare in rete dove impazzano le soluzioni più bizzarre su come pulire casa e smacchiare il bucato. Per non parlare dei rimedi tramandati dal sentito dire popolare, spesso privi di fondamento scientifico.

A sgombrare il campo dalle bufale e aiutare il consumatore ad acquisti responsabili, fondamentali per l’impatto ambientale, ci ha pensato Dario Bressanini, docente di chimica all’Università degli Studi dell’Insubria a Como, con il suo libro La Scienza delle Pulizie (Gribaudo Ed., 24 €). Vi trovi la spiegazione scientifica, alla tua portata, per capire qual è l’azione dei principi attivi dei più comuni detersivi e come usarli nel modo più efficace. E un intero capitolo dedicato ell’ecosostenibilità. «Avere un’informazione corretta aiuta a scegliere meglio; si risparmia a livello economico ma anche sugli sprechi. Ogni volta che evitiamo un prodotto o un ingrediente inutile riduciamo per esempio gli scarichi, limitando i potenziali inquinanti», sottolinea l’esperto.

Non mancano consigli, curiosità e miti da sfatare. Qui ne trovi alcuni, facili da mettere in pratica.


1. Fai lo shampoo alle macchie di grasso

Le macchie di grasso sono difficili da togliere perché la componente oleosa penetra nelle fibre del tessuto. Ed è qui che il laurilsolfato di sodio, l’ingrediente principale dello shampoo, interviene: è un tensioattivo molto efficace che, non a caso, viene usato per togliere il sebo dai capelli. Questa soluzione è particolarmente indicata per i capi sintetici, pretrattando la macchia.


2. Calcare: meglio l'acido citrico

Usare l’aceto per eliminarne i depositi è prassi comune però, come sottolinea Dario Bressanini, «si tratta di una soluzione acquosa contenente acido acetico, che agisce sì sulle sostanze alcaline come il calcare ma che, per la bassa concentrazione, pari al 6%, è troppo debole e quindi non sempre efficace».
Non funziona dunque sui residui ostinati, come quelli del water, per esempio e non va bene nemmeno contro il calcare dalla lavatrice, con l’aggravante che può rovinare le guarnizioni in gomma dell’elettrodomestico. Per lo stesso motivo va evitato per decalcificare la macchina del caffè. Inoltre puzza, non sgrassa né disinfetta. Per il calcare che si accumula sui lavandini, meglio l’acido citrico contenuto nel succo degli agrumi: strofinalo con mezzo limone oppure, anche per le incrostazioni di vecchia data, prepara una soluzione con acqua e acido citrico, disponibile in polvere e acquistabile online e nei negozi di prodotti per le pulizie. Così puoi dosare la concentrazione.


3. Per sturare il lavandino

Lo scarico otturato può dipendere dalle incrostazioni di calcare, soprattutto dove l’acqua è “dura”, ricca di calcio e magnesio; fanno la loro parte anche residui di cibo, capelli e sapone. I potenziali otturanti sono quindi carbonato di calcio, grassi solidi e proteine. Sostanze inerti a sale e bicarbonato che, dunque, non servono. Per il calcare, che è alcalino, serve un acido: in questo caso l’aceto può andare bene ma è preferibile l’acido citrico, più concentrato. Se è caldo ancora meglio. Qualora il “blocco” dovesse dipendere anche da grasso solidificato, basta versare altra acqua a 60 °C. Per i residui proteici, invece, serve la soda caustica. Occorre quindi acquistare un prodotto specifico e seguire scrupolosamente le istruzioni, perché potenzialmente pericolosa. Non dimenticare: indossa gli occhiali di sicurezza a protezione.


4. Non "allungare" il detersivo

Vale per tutti i prodotti di pulizia, da quello dei piatti allo shampoo. Se, quando sta per finire, lo diluisci con acqua, per utilizzarlo ancora un po’, vai ad alterare la composizione della soluzione. Così ne riduci l’efficacia e comprometti l’azione dei conservanti contenuti, di conseguenza potrebbero svilupparsi batteri e muffe. Aggiungi solo lo stretto necessario per recuperare l’ultimo residuo e usalo subito.


5. In cucina: contro i batteri delle spugnette vince il microonde

Le spugnette sono un vero e proprio ricettacolo: dalla Salmonella all’Escherichia coli alla Listeria, tutti causa di tossinfenzioni. Vanno quindi disinfettate periodicamente. Il metodo più efficace? Negli Stati Uniti hanno testato diversi modi: tre minuti a bagno in una soluzione al 10% di candeggina, lavaggio in lavastoviglie insieme ai piatti e un minuto nel forno al microonde a potenza piena. Ha vinto quest’ultimo, a seguire la lavastoviglie e per ultima la candeggina. Da ricordare: le spugne non devono essere asciutte. Per disinfettarle nel microonde, mettile bagnate in un contenitore.


6. Candeggina: la risposta a 4 domande

- La candeggina può essere usata ad alte temperature? Sì. È efficace pure in acqua calda. È stato sperimentato che mantiene il suo potere sbiancante, per giorni, anche se riscaldata a 80 °C.
- Agisce contro le muffe? Sì, l’ipoclorito di sodio ha anche proprietà disinfettanti. Però, per le muffe, meglio utilizzare un prodotto a base di altre sostanze che non rilasciano cloro negli ambienti di casa.
Si può usare al posto del detersivo? La candeggina non toglie direttamente lo sporco ma lo “stacca” da tessuti e superfici, rendendo più facile l’azione del detersivo. Ecco perché molti prodotti, come quelli per i sanitari, contengono sia candeggina sia tensioattivi: la prima sbianca e disinfetta, i secondi eliminano la sporcizia.
Qual è la differenza tra candeggina e candeggina “gentile”? Si è portati a pensare che quella delicata sia una versione meno concentrata. In realtà sono due prodotti che contengono sostanze diverse: la prima ipoclorito di sodio, fortemente ossidante e sbiancante; la seconda, acqua ossigenata. È per questo che la candeggina “gentile” ha un’azione meno intensa ed è possibile usarla anche sui tessuti colorati.


7. Se il sapone non fa schiuma non lava...

Se il sapone non fa schiuma non lava... Sbagliato, è un’idea priva di fondamento scientifico. Solo che, per venire incontro alle aspettative dei consumatori, i produttori del settore utilizzano particolari tensioattivi per ottenerla. A volte, però, l’effetto schiumogeno potrebbe essere controproducente: nei detersivi per il lavaggio a mano, alcune di queste sostanze (i tensioattivi anionici) possono irritare la pelle.


8. A cosa serve davvero il bicarbonato

Essendo una sostanza debolmente alcalina, il bicarbonato reagisce con alcuni acidi, neutralizzandoli. Per esempio, in polvere o soluzione, è ottimo per pulire il frigorifero dai liquami rilasciati dalle verdure quando, ahimé, marciscono. Assorbe sia il liquido sia l’odore. Puoi anche utilizzarlo spargendolo sul fondo del bidoncino dell’umido dove può succedere che il sacchetto lasci percolare residui di organico. Il bicarbonato li assorbe e contiene la puzza. Ci sono studi al riguardo che ne provano l’efficacia. E a proposito di profumi spiacevoli, è molto utile per eliminare quelli di scarpe e ciabatte. Questi odori infatti sono dovuti agli acidi grassi prodotti da batteri che vivono sulla nostra pelle. Metti della polvere di bicarbonato all’interno della scarpa, spargendola bene e lasciala agire una giornata.


9. Macchie di sangue?

Macchie di sangue? Ok all’acqua ossigenata, che va usata subito e mai in acqua calda. È un’ottima soluzione anche per togliere le scie rosse lasciate dalle zanzare, malauguratamente spiaccicate sulla parete. Basta impregnare un cotton fioc di acqua ossigenata e procedere allo sbiancamento.


10. Detersivi per il bucato: scopri le differenze

Detersivi in polvere: più efficaci contro lo sporco non grasso; meno costosi; meno tensioattivi; più agenti anticalcare (carbonato di sodio e zeolite); sbiancante contro le macchie (percarbonato di sodio); più enzimi igienizzanti a basse temperature; più efficaci a 60-90 °C.

Detersivi liquidi: più efficaci contro lo sporco grasso; più costosi; più tensioattivi; meno agenti anticalcare (citrato di sodio); pochi o nessuno sbiancante; meno enzimi o senza; non igienizzanti a basse temperature; efficaci anche a 30-40 °C.


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