Non è vero ma ci credo: che cos’è il pensiero magico e superstizioso

Credere che un evento accada come risultato di un altro, senza un legame plausibile di causalità, è capitato a tutti. Per alcune persone, però, può diventare una vera e propria ossessione



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Vi è mai capitato di immaginare un parente in ospedale e di temere che quell’ipotesi si realizzi sul serio? Oppure, avete mai toccato un certo numero di volte un oggetto prima di compiere un’azione o camminato evitando le fessure tra le piastrelle, temendo che un piccolo errore potrebbe costarvi la vita?

Entro certi limiti, questi timori o bizzarri rituali sono del tutto normali: il problema nasce quando il pensiero alla loro base diventa così costante, rigido e schiacciante da determinare una paura intollerabile, compromettendo la vita quotidiana e portando a evitare situazioni, luoghi e persone. In gergo clinico si parla di disturbo ossessivo compulsivo superstizioso o da pensiero magico, che dà l’illusione di avere potere di controllo sulla realtà.

Cos’è il pensiero magico e superstizioso

In generale, il disturbo ossessivo compulsivo (doc) può avere varie forme. «La più nota è probabilmente quella da lavaggio o da contaminazione: chi ne soffre teme di potersi contagiare o ammalare per essere venuto in contatto con qualche sostanza ed è quindi costretto a lavarsi per un tempo molto lungo, anche intere ore nel corso della giornata», racconta la dottoressa Paola Spera, psicologa psicoterapeuta a Verona.

«Una forma meno conosciuta di doc, ma non meno frequente, è quella da pensiero magico o superstizioso. In questo caso, si teme di poter provocare, per una disattenzione o una mancanza, qualcosa di terribile a se stessi o ai propri cari».

Come si manifesta il pensiero magico e superstizioso

Per esempio, potremmo pensare che immaginando un nostro caro mentre ha un incidente d’auto stiamo “provocando” in qualche modo quell’evento, o che magari lo desideriamo. «Il pensiero di provocare l’incidente è quello che viene chiamato ossessione e provoca un’ansia così elevata da rendere necessario fare qualcosa per neutralizzare il pensiero: la compulsione», specifica la dottoressa Spera.

«Per esempio, possiamo ripetere una “formula magica”, come dire per tre volte la frase “io voglio bene a mio figlio e non voglio che gli succeda nulla”, oppure possiamo chiudere gli occhi per mandare via quel pensiero o quell’immagine».

Spesso le compulsioni sono molto bizzarre e possono provocare vergogna in chi ne soffre, perfettamente consapevole che tutto questo è assurdo, ma incapace di escluderlo al 100 per cento, «per cui si trova costretto a mettere in atto compulsioni e rituali anche per molte ore al giorno», ammette l’esperta.

C’è chi non pronuncia il nome di una certa malattia pensando che altrimenti si ammalerà davvero, c’è chi allinea perfettamente i volumi della libreria immaginando che altrimenti succederà una disgrazia a un famigliare, c’è chi teme un certo numero pensando che porti male.

Quando il pensiero magico diventa patologico

Tutti abbiamo pensieri di questo tipo, a partire dalle superstizioni stereotipate (gatto nero, colore viola, ombrello aperto in casa, sale rovesciato, passare sotto una scala, etc).

«La grande differenza tra la normalità e il disturbo ossessivo compulsivo è quantitativa, non qualitativa», tiene a precisare la dottoressa Spera.

«Per chiarire meglio, una persona priva di doc può avere il pensiero che il proprio figlio possa avere un incidente, ma molto probabilmente si risponde qualcosa del tipo: “Oh, che brutto pensiero, speriamo non succeda mai”. Chi soffre di doc, invece, di fronte a un pensiero di quel tipo inizia a chiedersi: “Ma come mai ho pensato questa brutta cosa? Forse lo desidero? Sono un genitore terribile se penso questo! E se succedesse davvero? Sarò stato io a provocarlo? Devo assolutamente fare tutto ciò che è possibile per togliermi questo pensiero dalla testa” e avanti così».


Perché il pensiero magico e superstizioso diventa intrusivo

Tra l’altro, il nostro cervello non è in grado di “non pensare a qualcosa”. Facciamo un esempio: se diciamo “non pensare a un orso bianco”, ecco che subito il cervello produce l’immagine dell’orso bianco.

«Immaginiamo cosa succede se ci diciamo “non devo pensare che mio figlio potrebbe avere un incidente stradale”: questi pensieri e queste immagini ci tormenteranno tutto il giorno», evidenzia l’esperta.

«Pensiamo poi alla scaramanzia e al pensiero magico che tutti, più o meno, abbiamo. Possiamo vedere gli sportivi, che prima di una gara mettono in atto strani rituali, oppure possiamo fare un esperimento di questo tipo. Se io dicessi di prendere carta e penna, di scrivere sul foglio il nome della persona che ci è più cara, come un genitore, il partner o un figlio, per esempio, e di scrivere subito dopo che questa persona verrà colpita da un tumore, come ci sentiremmo? La maggior parte di noi fatica a farlo, anche se sappiamo tutti che il semplice fatto di scrivere qualcosa non lo fa succedere. Quello che ci passa per la testa è: “Sì, ok, non è vero, ma perché rischiare?”. È la stessa domanda che tiene in ostaggio le persone con il doc».

Quali sono le cause del pensiero magico e superstizioso

Come per la maggior parte dei disturbi mentali, non c’è una causa precisa del disturbo ossessivo compulsivo superstizioso o da pensiero magico. «La recente letteratura sull’argomento dice che le persone con questo disturbo hanno un eccessivo senso di responsabilità e un’elevata sensibilità alla colpa, spesso determinate da stili educativi iper o ipo responsabilizzanti», racconta la dottoressa Spera. «Inoltre, questo disturbo ha un’elevata familiarità, ma non una predisposizione biologica o genetica».

Per poter fare una diagnosi di doc, è necessario che ossessioni e compulsioni occupino almeno un’ora nel corso della giornata. «Nella pratica clinica, vedo persone che trascorrono davvero tutta la loro giornata in un estenuante circolo vizioso di ossessioni e compulsioni, con una conseguente drastica diminuzione della qualità di vita», ammette l’esperta.

Quali sono le conseguenze del pensiero magico e superstizioso

Se non trattato, il disturbo tende a diventare cronico e a peggiorare, anche se ci possono essere dei momenti nella vita in cui scompare totalmente e poi ricompare, dopo mesi o anni, anche in una forma completamente diversa.

Una persona può avere per un certo periodo della vita un doc scaramantico, poi non presentare sintomi per un periodo lungo di tempo e poi può avere un doc da controlli (sentire la necessità di controllare, per esempio, di aver chiuso il gas).

Come si affronta il  pensiero magico e superstizioso

La psicoterapia cognitivo-comportamentale e la farmacoterapia con farmaci SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, usati comunemente come antidepressivi) sono i trattamenti più efficaci. «Il loro effetto positivo è più o meno uguale sul breve termine, mentre sul lungo termine la psicoterapia si conferma più efficace», specifica la dottoressa Spera.

E nei casi meno gravi, invece, ci sono “trucchi” da mettere in atto? «Tentare di distogliere l’attenzione non funziona, come spiegavo prima con l’esempio dell’orso bianco», conclude l’esperta. «L’unico “trucco”, quindi, è fare esattamente il contrario: accettare il fatto che possiamo anche avere dei pensieri che non ci piacciono e che i pensieri che ci passano per la testa non ci dicono nulla di quello che siamo o di quello che desideriamo. Accettare l’incertezza è la chiave per uscire dai circoli viziosi che il doc crea».


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