Psicologia, come sai reagire alle avversità? Te lo dice la postura
Ecco come capire la nostra capacità reattiva da come parliamo, ci sediamo o usiamo il nostro corpo. E come usare il respiro per reagire al meglio nei momenti di stress
Alcuni psicoterapeuti sono in grado di capire la nostra capacità reattiva da come parliamo, ci sediamo o usiamo il nostro corpo. Ecco le posture per capire quanto sai reagire alle avversità, con un guizzo all'ultimo momento.
Parli troppo
L'ansia tramuta in torrente le parole. Occorre, in questi casi, imparare il silenzio o almeno delle pause, perché questo fiume di contenuti non controllati crea una dispersione energetica che impedisce di recuperare le risorse atte a reagire», avverte Maria Giovanna Gatti Luini, medico senologo e psicoterapeuta.
Gambe incrociate
Per la psicosomatica le gambe incrociate sono un segno di chiusura. «Che non lascia fluire liberamente le energie: se ci pensate, una persona seduta così non riesce a scattare in piedi facilmente come chi ha una postura aperta. Adottiamo quest’ultima, ci aiuterà», spiega l’esperta.
Le spalle
«Se le spalle sono chiuse o curve in avanti, non importa se da seduti o in piedi, non solo non aiutano a reagire in modo positivo agli eventi, ma denotano una possibile tendenza depressiva. Impariamo ad aprirle: faremo anche un benefico stretching alla zona toracica», sottolinea l’esperta.
Amigdala, la padrona delle emozioni
L'amigdala, piccola struttura a forma di mandorla (il nome deriva dal greco e significa appunto mandorla), è situata nella parte frontale del cervello, vicino all’ippocampo. Ha un ruolo fondamentale nella regolazione delle emozioni, soprattutto quelle legate alla paura e all’ansia. Le elabora, le memorizza per farne tesoro per il futuro, le usa per rispondere ai momenti di stress.
«Questa complessa struttura cerebrale si attiva quando ci troviamo sotto pressione», spiega la dottoressa Maria Giovanna Gatti Luini. «Le persone che riescono a reagire bene in queste situazioni hanno di fatto un miglior “controllo” dell’amigdala, evitando di farsi sopraffare dalle emozioni: o meglio, non contrastano l’attività positiva e istintuale che questa parte emotiva e anche misteriosa del corpo umano esplica in molte situazioni comportamentali».
Queste funzioni dell’amigdala sono state studiate con le tecniche di imaging cerebrale grazie alla RMN e alla TAC. Per esempio, ricerche su pazienti con danni a questa struttura, hanno dimostrato la loro incapacità di riconoscere la paura nelle altre persone, confermando il suo ruolo nella capacità di governare e anche di percepire le emozioni.
Stress, l'importanza della respirazione
Imparare a mantenere un respiro più regolare aiuta tantissimo a reagire al meglio nei momenti di stress. «Si mantiene così una buona ossigenazione del cervello e si impedisce all’ansia di andare a mille», spiega la nostra esperta, medico psicoterapeuta.
«Come controllare il respiro? È semplice. Nel momento in cui si sente l’ansia arrivare inspiriamo lentamente contando fino a 5 (a 7 se ci riusciamo), poi espiriamo impiegando lo stesso tempo. Ripetiamo finché non ci sentiamo meglio. Il respiro lento è nemico dell’ansia, e questo è un esercizio che funziona bene, per esempio, anche in chi ha paura di volare. E, in fondo, fare gol all’ultimo minuto è un po’… volare».
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