Come affrontare una bocciatura a scuola? Consigli per i genitori

La bocciatura scolastica rappresenta un momento critico per studenti e genitori, spesso fonte di frustrazione e ansia. Scopriamo come affrontarla, analizzando i migliori approcci educativi per sostenere i ragazzi in difficoltà, trasformando la delusione in un’opportunità di crescita



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La bocciatura scolastica è uno degli incubi più comuni per studenti e genitori. Un momento che può generare frustrazione, delusione e un senso di inadeguatezza. Ma è davvero la fine del mondo? E, soprattutto, come possono i ragazzi bocciati superare questo ostacolo e trasformarlo in un'occasione di crescita?

Ne parliamo con Simone Bernardi, educatore e coach per adolescenti. Con cui affrontiamo la spinosa questione della bocciatura, analizzando non solo le cause più comuni ma anche, e soprattutto, gli approcci educativi più efficaci per supportare i giovani in difficoltà scolastica. 

 

Quali sono i suoi consigli per superare il trauma della bocciatura?

«Innanzitutto, bisogna capire quando la bocciatura può essere vissuta in modo traumatico. Un ragazzo può vivere questo episodio quando le emozioni associate sono troppo forti e non riesce a integrarle in modo funzionale. Ad esempio: un ragazzo che viene bocciato può provare una fortissima vergogna nei confronti degli altri, senso di umiliazione, paura per il futuro o sentirsi giudicato dai suoi genitori.

Quando viene vissuta così, i ragazzi non riescono a dare un significato funzionale a questa esperienza fallimentare e finiscono per “appiccicarsi” delle etichette come “non sono intelligente”, “non ce la farò mai”, “non sono come gli altri”, o simili, che vanno poi a intaccare la sua identità. Se un giovane vive la bocciatura in questo modo, serve innanzitutto aiutarlo psicologicamente a creare una cornice diversa, entro la quale questo evento viene visto come la conseguenza di alcuni suoi limiti o "difetti" in termini di competenze o di strategie, ma non come mancanza di potenziale o possibilità di farcela.

A livello emotivo serve ripristinare un senso di fiducia nei proprio mezzi e nella certezza che, con il giusto impegno e le adeguate strategie, può farcela. Quando un ragazzo riesce a ragionare così, nutrendo un sentimento di fiducia, si può considerare il trauma della bocciatura come superato».


Quali strategie psicologiche adottare per genitori e figli dopo una bocciatura?

«È importantissimo che anche i genitori facciano un lavoro adeguato sulla bocciatura, così da creare il giusto ambiente per permettere ai ragazzi di sbloccarsi. Psicologicamente, serve che i genitori facciano un’analisi delle emozioni provate durante l’anno nei confronti dell’andamento scolastico del proprio figlio e di come hanno reagito al fallimento.

Eventi del genere, infatti, fanno emergere nei genitori una serie di vissuti del passato che li spingono a reagire meccanicamente e proiettare i propri conflitti interiori sui figli. Alcuni esempi sono quelli di un genitore che diventa iperansioso e ha paura per il futuro del figlio, o ancora un genitore che va su tutte le furie diventando aggressivo e punendo i figli per l’insuccesso. A prescindere dalla manifestazione, tutto quello che viene proiettato sui figli, anziché aiutarli, peggiora la situazione. Si tratta di un lavoro molto delicato ma di vitale importanza, e il consiglio è di farlo insieme a un professionista. 

Per quanto riguarda i ragazzi, il lavoro psicologico a mio avviso più utile è quello di guidarli nell’assumersi la totale responsabilità dell’evento. Ovvero riconoscere le cause del proprio insuccesso sia in termini comportamentali (cose fatte o non fatte da modificare), sia di emozioni provate (ansia per le prove, mancanza di motivazione o sentimenti oppositivi nei confronti della scuola), ma anche che in termini di pensieri o convinzioni ("non sono capace", "questa scuola è inutile", "questo professore non sa spiegare", ecc.).

Questa analisi che concerne solo cause interne deve infatti avere come finalità il mettere a fuoco che il fallimento è stato causato dai ragazzi. Se comprendono in maniera profonda che sono stati loro a creare questo risultato, riusciranno poi a sentirsi in potere di raggiungere un risultato diverso. Un giovane bloccato è sempre un ragazzo che si deresponsabilizza, mentre un ragazzo che riesce a realizzarsi si sta assumendo le proprie responsabilità».

Come trasformare una bocciatura in un’opportunità di crescita personale?

«L’opportunità più grande della bocciatura, e vale per tutte le situazioni paragonabili, è che i ragazzi sono costretti a guardare in faccia i propri limiti e hanno la possibilità di lavorare direttamente sulle cause delle loro mancanze. Svolgendo un lavoro consapevole, possono capire a fondo quali sono le loro lacune o mancanze che hanno impedito di andare bene, e di lavorarci quindi una volta per tutte.

Per fare un lavoro davvero profondo serve che comprendano quali pensieri disfunzionali li hanno sabotati, quali emozioni negative hanno provato durante l’anno e quali comportamenti o strategie di lavoro inefficienti adottano. Capendo questo, si può lavorare per sviluppare una mentalità più funzionale, gestire meglio le proprie emozioni e sviluppare un metodo di studio o di lavoro più efficace».

Supporto emotivo post-bocciatura: quando è necessario chiedere aiuto professionale?

«Se vogliamo ragionare in ottica preventiva, direi sempre. È sempre utile, saggio e intelligente affrontare i momenti delicati della vita insieme a un professionista. La nostra psiche è una dimensione complessa e il giusto sostegno è sempre utile. E questo vale sia per i ragazzi sia per i genitori.

Se invece ragioniamo in ottica terapeutica, ci sono alcuni campanelli d’allarme di cui tenere conto. Ad esempio, quando notiamo un ragazzo che perde motivazione, pronuncia frasi come “è troppo difficile” o “non ce la faccio”, disinveste nello studio scegliendo dei percorsi di ripiego più facili o quando hai dei comportamenti fortemente oppositivi.

Per quanto riguarda i genitori, bisognerebbe chiedere aiuto se dopo un evento del genere sono emerse emozioni molto forti come rabbia, paura e preoccupazioni».


Come gestire l'ansia da bocciatura e ricostruire l'autostima dei ragazzi?

«Per ricostruire l’autostima dei ragazzi serve innanzitutto fare un lavoro sulla loro mentalità, sulle loro emozioni e sul loro metodo. Ovvero tutto ciò che serve per chiudere il cerchio e trasformare definitivamente la bocciatura in un’esperienza edificante; per riuscirci serve un percorso di affiancamento, proprio per fargli ottenere più risultati in campo scolastico.

Il lavoro interiore si conclude sempre con dei cambiamenti concreti nel mondo esteriore. Questa affermazione è ancora più valida per un’adolescente, che ha bisogno di conferme nel mondo esterno per costruire la sua identità».


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