di Francesca Gastaldi
Con l’arrivo della bella stagione si presenta, puntuale, il momento di dedicarsi al famigerato "cambio dell’armadio". Un’attività che si tende spesso a considerare stressante, ma che invece, se affrontata nel modo giusto, può diventare un vero e proprio rituale di benessere psicologico.
I motivi? Sono diversi. Prima di tutto, dedicarsi al cambio di stagione significa anche approfittare per fare un po’ di ordine nei propri spazi, pratica che ha indiscutibili effetti positivi.
«Diverse ricerche mostrano che un ambiente caotico e disordinato può influenzare in modo negativo il nostro umore, rendendoci più tristi, stressati e a volte persino aumentando i livelli di ansia», spiega la dottoressa Giulia Gialdi, psicologa e ricercatrice della Facoltà di Psicologia dell'Università Vita-Salute San Raffaele. «Riordinare, al contrario, ci permette alla fine di muoverci in un ambiente più pulito e libero, in grado di generare un immediato senso di sollievo e di ridurre le emozioni negative. E questo vale, tanto per gli ambienti della casa in generale, quanto per armadi e cassetti».
Anche un gesto semplice come quello di scegliere al mattino che cosa indossare può condizionare molto l’umore: se contare su spazi ben organizzati permette infatti di iniziare la giornata col piede giusto, aprire le ante del guardaroba e trovarsi subito sopraffatti dal caos, rischia di diventare un’immediata fonte di stress.
Il decluttering come rituale per fare spazio al nuovo
Il cambio di stagione può trasformarsi in una pratica di benessere psicologico, non solo perché obbliga a fare ordine, ma anche e soprattutto perché mette nelle condizioni di dedicarsi a un po’ di decluttering.
«Liberarci del superfluo è un’attività che alleggerisce la mente - spiega la psicologa - e per diversi motivi. Prima di tutto perché disfarci di quello che oggi non ci serve più, è un modo per fare spazio al nuovo. È, insomma, una piccola ma preziosa abitudine che aiuta a guardare al futuro e a valorizzare ciò che abbiamo, senza rimanere troppo ancorati al passato. Fare decluttering significa considerare chi sono adesso e riconoscere quello che non mi appartiene più e che fa parte del mio passato. È un modo per vivere in armonia con la fase della vita che si sta attraversando».
E non solo. Perché fare decluttering può essere anche una strategia intelligente per allenare la capacità di "lasciare andare". «Spesso non ce ne rendiamo conto, ma tagliare con il passato, con ciò che ci stiamo trascinando come un fardello, è fondamentale per vivere in modo più sereno il presente. Lasciare andare significa proprio imparare a staccarsi da quelle emozioni negative legate a un passato dal quale non si riesce a uscire. E gli oggetti che teniamo da parte e di cui non riusciamo a liberarci sono spesso retaggio di quel passato», sottolinea la psicologa.
Un piccolo rituale per fare luce sui propri bisogni
Un altro aspetto da considerare per fare del cambio armadio un’abitudine di benessere? Spesso si fa fatica a separarsi da vestiti e oggetti, perché si attribuiscono loro dei significati che vanno ben oltre quello che sono realmente.
«Tali significati sono poi quelli che creano difficoltà quando dobbiamo decidere di separaci da qualcosa. Per questo è fondamentale chiedersi che tipo di emozione susciti in noi quell’oggetto che conserviamo da anni, ma che non ci serve più, o quel vestito che non abbiamo più indossato ma teniamo sempre appeso alla sua gruccia. Farsi queste domande aiuta non solo a rimuovere i blocchi che impediscono di eliminare il superfluo, ma anche a fare chiarezza su chi siamo oggi e che cosa vogliamo davvero».
E se la resistenza è legata invece a una questione economica? Della serie, "con quello che l’ho pagato non posso disfarmi di un vestito messo una volta sola!’"? Anche in questo caso, meglio riflettere: tenere in armadio un indumento che non si indossa mai solo perché è stato pagato tanto significa il più delle volte dover fare i conti con il senso di colpa di un acquisto sbagliato. Ne vale davvero la pena? In realtà, rompere gli indugi e decidere di eliminarlo dall’armadio, può diventare anche una buona occasione per imparare a essere più indulgenti con se stessi.
Il cambio dell’armadio per migliorare l’autostima
«Il decluttering è poi un’ottima strategia per allenare le nostre capacità decisionali», suggerisce la psicologa Gialdi. «Riuscire a sintonizzarsi con i propri bisogni ed eliminare ciò che oggi non ci rappresenta più, non è solo liberatorio, ma permette di acquisire maggiore fiducia in sé, rafforzando l’autostima».
Il vantaggio in più da considerare? «Eliminare il superfluo non significa buttare, ma dare nuova vita alle cose se decidiamo di donare agli altri ciò che non usiamo più. Numerose ricerche dimostrano come essere altruisti abbia molteplici benefici a livello emotivo, cognitivo ed esistenziale. Donare agli altri significa, infatti, donare due volte, perché i benefici riguardano chi riceve, ma anche chi compie il gesto».
Perché è così difficile eliminare il superfluo?
A fronte di tanti effetti positivi, liberarsi di vecchi oggetti o, nel caso dell’armadio, di vestiti che non si usano più - tocca ammetterlo - non è affatto semplice. Motivo per cui, spesso, si finisce per accumulare sempre più cose.
«In alcuni casi, questa tendenza può essere la spia di quello che viene definito disturbo di accumulo, caratterizzato proprio dalla difficoltà a buttare», spiega la dottoressa Gialdi. «Un fenomeno non così raro che interessa tra il 2 e il 5% della popolazione, ma che probabilmente è anche sottostimato, visto che le persone che ne soffrono, si vergognano ed evitano di parlarne.
Al di là dell’aspetto patologico, tuttavia, la difficoltà a liberarsi di vecchie cose o vestiti, può nascondere un bisogno emotivo: si fa fatica, cioè, ad abbandonare l’oggetto perché si teme di cancellare il passato. Altre volte può essere la spia di un’insicurezza, di una difficoltà a prendere decisioni. Il pensiero tipico in questo caso è “oggi non mi serve, ma domani magari sì… Non l’ho mai usato ma in futuro chissà”. Infine, c’è anche chi fatica a staccarsi dalle cose perché tende a vivere i cambiamenti con ansia, motivo per cui preferisce tenere tutto così com’è».
Cambio dell'armadio: 3 consigli da seguire
Come vincere, allora, le resistenze e trasformare il temuto cambio dell'armadio in una pratica di benessere mentale? Ecco 3 piccole dritte da cui partire.
- Non strafare. «Meglio iniziare da un singolo ripiano dell’armadio, per evitare "l’effetto sopraffazione", che finirebbe per generare ancora più stress invece di alleggerire», suggerisce la psicologa.
- Ritagliarsi il giusto tempo. Altrettanto utile è dedicarsi al cambio di stagione approfittando di un momento di tranquillità, così da avere il tempo per fare davvero un lavoro su di sé, «chiedendoci, in primis, cosa evochino in noi quegli oggetti o vestiti dai quali non riusciamo a separarci anche se ormai non ci servono più da tempo».
- Non concentrarsi (troppo) sul risultato. «Infine, se è vero che in linea di principio, "meno è meglio", attenzione a non arrivare all’estremo opposto, cedendo alla tentazione di disfarci di più cose possibili. L’importante non è il risultato, ovvero quanto riusciamo a eliminare concretamente, ma il lavoro che riusciamo a fare su di noi e sulle nostre emozioni».
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