5 esercizi per il tuo benessere digitale
Siamo sommersi da stimoli costanti di notifiche, chat, email. Per un benessere digitale sano, il punto non è spegnere tutto, ma restare accesi dentro. Perché la connessione non sia un automatismo, ma una scelta. Ecco 5 esercizi semplici per tornare a sentire

Viviamo immersi in un flusso costante di stimoli digitali: notifiche, chat, email, aggiornamenti continui. Difficile riuscire a controllare l’impulso di leggere, verificare, rispondere. Salvo poi, esausti, fiondarci nei buoni propositi (spesso disattesi) di un digital detox.
«Su questo tema tendiamo a polarizzare posizioni e dibattito», spiega Monica Bormetti, psicologa e autrice di Benessere digitale: istruzioni per l’uso (ROI Edizioni). «Ma in realtà né la disconnessione totale, né la resa passiva sono soluzioni realistiche. Il punto non è spegnere tutto, ma restare accesi dentro, anche quando siamo connessi. Significa, cioè, imparare a osservare come la tecnologia entra nelle nostre giornate, come influenza il corpo, le emozioni e le relazioni, e scegliere consapevolmente quando esserci e quando no».
I 5 esercizi che seguono sono inviti semplici, pratici e sostenibili per tornare a sentire, respirare e rimettere intenzionalità nel nostro rapporto con il digitale perché la connessione non sia un automatismo, ma una scelta.
1. Torna al corpo senza tracking
Metti via smartwatch, app di tracking e sensori: osserva il tuo corpo con la mente, non con i dati. «Bisogna sedersi in silenzio per qualche minuto, chiudere gli occhi e portare attenzione ai segnali fisici: la temperatura della pelle, il battito del cuore, la tensione delle spalle», invita Bormetti.
«Bisogna notare cosa si sente, ma senza giudizio (caldo, freddo, contrazione, rilassamento) e chiedersi come queste sensazioni cambiano nel giro di un paio di minuti. Questo esercizio allena la capacità di auto-percezione corporea, spesso delegata ai dispositivi.
«Riconnettersi al corpo senza filtri digitali ci ricorda che siamo esseri sensibili, non solo utenti. Più ci abituiamo a sentirci dall’interno, meno avremo bisogno di misurarci dall’esterno».
2. Osserva e annota i gesti automatici
Ogni volta che prendi in mano il telefono senza uno scopo preciso, fermati un secondo.
Non giudicarti: osserva il gesto, come fosse al rallentatore. «Bisogna chiedersi: "Dove ero con la mente? Cosa stavo evitando? Quale sensazione stava emergendo? Forse noia, ansia, curiosità?". A questo punto, si annotano le situazioni ricorrenti per qualche giorno. Lo scopo è rendersi conto che spesso non è il bisogno di comunicare a spingerci verso il telefono, ma il bisogno di regolare uno stato interno».
Rendere visibile il gesto è il primo passo per ridurne il potere perché la consapevolezza interrompe il pilota automatico e restituisce libertà di scelta.
3. Avvia il reset ormonale
Quando siamo sempre connessi, il nostro cervello vive in uno stato di iperattivazione dopaminica. «In pratica, ogni notifica, like o messaggio è una micro-ricompensa che alimenta l’attesa del prossimo stimolo», spiega la psicologa. «Per riequilibrare il sistema, serve allenare i neurotrasmettitori del benessere stabile: serotonina, ossitocina, endorfine».
Prova così: per un’ora al giorno, metti il telefono in modalità aereo e dedica quel tempo a un’attività fisica o relazionale (una camminata, una chiacchierata dal vivo, un abbraccio). Noterai che il cervello si calma e l’energia torna più lineare.
«È un piccolo “reset ormonale” che ci riporta a una connessione più umana, con noi stessi e con gli altri».
4. Fai manutenzione all’attenzione
La connessione continua riempie ogni vuoto, ma il vuoto è ciò che serve per pensare, creare e sentire. Scegli un momento della giornata, anche solo dieci minuti, in cui non ascoltare, non leggere, non guardare nulla. Cammina, cucina o siediti in silenzio.
«All’inizio ci si sente inquieti: è il cervello che si disintossica dall’eccesso di input. Ma dopo qualche giorno, si nota la mente aprirsi e le idee tornare a fluire».
Fare spazio mentale non è tempo perso, è manutenzione dell’attenzione.
5. Scegli il tuo rituale del silenzio
La sera è il momento in cui il cervello ha bisogno di disconnettersi per rigenerarsi.
Un'ora prima di dormire, spegni schermi e notifiche e crea un rituale di chiusura: può essere leggere, scrivere un pensiero della giornata o fare stretching. «Il buio digitale favorisce la produzione di melatonina e permette al sistema nervoso di rallentare.
Non si tratta di “rinunciare” alla connessione, ma di insegnare al corpo che può anche riposare», dice Bormetti. «In questo spazio nasce un altro tipo di connessione: quella con la parte più autentica e viva di noi».
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