Cosmetici green: guida alla scelta dei prodotti migliori

È in aumento la richiesta di cosmetici green, con ingredienti naturali ed ecosostenibili. Gli esperti ci guidano alla scelta delle soluzioni migliori



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Cresce la ricerca di cosmetici green, in armonia con l’ecosistema. Tanto che, seppure in un anno difficile come il 2020, il comparto “bellezza naturale” ha visto un incremento delle vendite del 3,6% (fonte: Cosmetica Italia). È la conferma di una tendenza già in atto da diverse stagioni: la cosmesi naturale ha registrato in 5 anni un incremento del 30% con un’esplosione dell’e-commerce dedicato del 147% (fonte Rapporto Bio-Bank 2020).


Dietro al fenomeno, c’è innanzitutto la crescente consapevolezza che i cosmetici green hanno la stessa efficacia di quelli tradizionali
ma con il vantaggio in più che rispettano l’ambiente. Inoltre le creme eco, che esigono una maggiore manualità nell’applicazione, assumono l’aspetto di un rituale, benefico per il corpo e la mente: il massaggio, infatti, fa penetrare più a fondo i principi attivi mentre le carezze sulla pelle hanno effetto relax. Il tutto, e non è poco, senza intaccare ulteriormente le risorse del pianeta, visto che le stiamo depauperando a un tasso di consumo 1,6 volte più veloce della capacità degli ecosistemi di rigenerarsi (fonte: Global Foootprint Network).


Cosa vuol dire cosmetico green

«“Cosmetico green” è una definizione molto generica. Con queste due parole si indicano i prodotti con ingredienti naturali, quelli
a basso impatto ambientale, gli oli usati puri (come l’olio di mandorle) e anche le formule biotecnologiche, cioè ottenute con la biotecnologia a partire da ingredienti naturali, come l’acido ialuronico», spiega Umberto Borellini, cosmetologo e docente presso diversi atenei.

«Nella categoria rientrano anche i cosmetici senza imballaggio o in flaconi di plastica riciclata». Guardando alla composizione, tra i prodotti eco ci sono quelli che provengono da una materia prima non lavorata (come l’olio di mandorle, per esempio), quelli biologici (almeno al 95%) e i vegani, nei quali sono ammessi solo ingredienti di origine vegetale. «In ogni caso, non esiste una regolamentazione europea a proposito, ma solo l’adesione su base volontaria a certificazioni indipendenti», rimarca l’esperto.

«Perciò sta al consumatore, controllare sempre bene l’etichetta. Questa dovrebbe riportare i vari bollini degli enti certificatori più prestigiosi; poi, l’elenco degli ingredienti deve iniziare con i principi naturali, che dovrebbero essere presenti nel 95% della composizione complessiva. Un’altra dritta: l’ingrediente naturale ha sempre il nome in latino, quello chimico in inglese». Tra un’offerta di cosmetici green amplissima, in queste pagine ci siamo concentrati sui prodotti per la detergenza, la pulizia profonda e l’idratazione del corpo. Vediamo quali sono i “verdi” più aggiornati.


Meno schiuma, meno aggressività per la pelle

Passare dai bagnoschiuma con montagne di bollicine bianche agli attuali senza solfati non è stato un processo facile: per decenni abbiamo equiparato pulizia e schiumosità. I tensioattivi più diffusi, gli Sls (sodium lauryl sulfate) e gli Sles (sodium laureth sulfate) fanno schiuma abbondante, ma risultano troppo aggressivi perché eliminano anche il mantello idrolipidico che protegge l’epidermide. Occorre, poi, almeno un’ora perché si riformi. «Sono molto più indicate invece basi lavanti “dolci”, come i derivati della betaina (cocamidopropyl betaine e coco-glucoside, decyl glucoside), d’origine zuccherina, da un buon potere idratante e umettante, meglio se arricchite con oli elasticizzanti o attivi dermorestitutivi. Di questi detergenti, è importante anche la biodegradabilità, che può arrivare al 99% e che, perciò, non inquina le acque», dettaglia il cosmetologo.


Largo agli scrub che rispettano l'ambiente

Anche gli scrub si sono fatti più ”verdi”: al bando le microplastiche (i “pallini” di cui erano fatti fino a non molto tempo fa), nemiche degli ecosistemi marini e largo a esfolianti naturali come la polvere di caffè, i gusci di frutta secca e i noccioli di albicocca tritati, il sale marino, lo zucchero.

«Esercitano un’azione meccanica sullo strato cutaneo più esterno della pelle per rimuovere le cellule morte, levigare la pelle e prepararla a ricevere i trattamenti successivi», prosegue Borellini. «Però, per fare in modo che non siano troppo forti e che scivolino meglio sull’epidermide è importante che la granulometria sia fine e si accompagni a emollienti naturali come gli oli di mandorle, di argan e di vinaccioli, affini alla pelle». Una routine beuaty ottimale prevede almeno uno scrub alla settimana, insistendo sui punti con più ghiandole sebacee o più ruvidi: schiena, gomiti e ginocchia.


I cosmetici green giusti dopo la doccia 

Anche l’idratazione del corpo si è evoluta in senso eco-friendly. Quindi, nelle formule in commercio si trovano sempre più creme dopo doccia con attivi di origine naturale. «Tra tutti, spiccano i grassi vegetali, in particolare il burro di karitè, di cacao o di cupuaçù che, per lo loro virtù nutrienti, sono particolarmente utili a ripristinare il mantello idrolipidico dopo la doccia.

Se invece hai fretta, sono perfetti anche gli idratanti spray a base di acido ialuronico, che creano un velo d’idratazione intensa ma impalpabile che permette di rivestirsi subito. Nel caso che tu abbia più tempo, opta per gli oli vegetali puri e spremuti a freddo, come quelli di oliva, di mandorle, o di avocado.«La loro caratteristica è quella di essere particolarmente nutrienti, elasticizzanti e seborestitutivi», conclude Umberto Borellini. Questi ingredienti, comunque, danno il massimo d’efficacia se vengono massaggiati fino al loro completo assorbimento ma, poiché rimangono a lungo in superficie, meglio usarli la sera per evitare di lasciare tracce d’unto sugli indumenti. Altro consiglio: metti l’olio per il corpo sempre sulla pelle umida, che così scorre meglio.



Il must delle certificazioni

Sono le certificazioni ad avallare la naturalità di molti cosmetici e sono prodotte da associazioni indipendenti che, seguendo particolari criteri, verificano se un prodotto risponde ai requisiti per essere definito “naturale”, “bio” o “ecosostenibile”. Le più famose sono Bioagricert (per il biologico), CCPB (prodotti biologici ed ecosostenibili), Cosmos Organic e Natrue.

Per cosmetici naturali s’intende prodotti che non contengono sostanze petrolchimiche, siliconi, ogm o conservanti come i parabeni. Se hanno anche la sigla “bio”, significa che provengono da metodi di agricoltura organica. Mentre la dicitura “ecosostenibile” vuole dire che la sostenibilità riguarda anche le confezioni: in altre parole, i packaging sono ridotti e interamente riciclabili.



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Articolo pubblicato sul n° 3 di Starbene in edicola e digitale dal 16 febbraio 2021


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