Peeling chimici: i trattamenti migliori per rinfrescare le pelle

Esfoliano, illuminano e rigenerano. Sono le sostanze acide di cui la pelle ha bisogno per una bella rinfrescata. Ecco i trattamenti che in pochi minuti ti regaleranno un coup d’éclat eccezionale per toglierti di dosso macchie, lentigo solari, acne, colorito spento



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Una leggera sensazione di bruciore o di pizzicore e poi, come per magia, la tua pelle risplende. È quanto promette il peeling chimico, un trattamento medico evergreen, molto gettonato perché risponde al bisogno di scrollarsi di dosso quel colorito spento e quei segni di stanchezza che ti danno un aspetto âgé.

Rapido nell’esecuzione ma duraturo negli effetti, il peeling promette questo: “togliere il cappotto” alla pelle, soprattutto in primavera ma non solo, stimolando il rinnovamento cellulare, levigare e rendere l’incarnato uniforme, a prova di macchie, discromie e cicatrici da acne, regalando al viso un bel refresh.

Oggigiorno poi, la parola d’ordine è delicatezza. Se un tempo c’erano i soft, medium e hard peeling, la tendenza attuale è non usare quelli più profondi e aggressivi, che lasciano il volto rosso e congestionato per diversi giorni e innescano l’effetto frost (l’epidermide che viene via a strati) ma puntare su un’esfoliazione dolce e graduale, priva di effetti collaterali.

In linea generale, infatti, i nuovi peeling vengono lasciati agire per pochi minuti, da tre a sei, e tamponati con una soluzione che li disattiva al punto giusto (esistono anche quelli autotamponanti che si stoppano da soli), oppure rimossi con acqua o soluzione fisiologica.

Dopo il trattamento, è bene applicare una maschera lenitiva e superidratante (acido ialuronico, pantenolo, alfa– bisabololo, niacinamide, burro di karité e oli vegetali) e usare anche in città, per almeno un mese, un filtro solare SPF 50+ onde evitare che la pelle, resa sensibile dal peeling, si macchi.

Curiosa? Ecco tutto il potere anti-età dei peeling effetto wow.


Peeling, per attenuare rughe e cicatrici da acne

Il Mesopeel è un medium peeling a base di acido tricloroacetico (TCA) al 35%, un po’ “energico” e perciò indicato per il fotoinvecchiamento avanzato, le lesioni pigmentarie e le cicatrici da acne.

«Il liquido viene spennellato sul viso e lasciato agire per pochi minuti, durante il quale il paziente avverte pizzicore. Se il fastidio è insopportabile, si rimuove prima», spiega il dottor Roberto Taglietta, medico chirurgo con master in medicina estetica a Torino e Sanremo. «Già dalla prima seduta riduce rughette e linee di espressione, attenua le macchie solari e le lesioni da acne. Come tutti i peeling medi, i risultati migliorano nelle settimane successive perché il TCA non si limita a esfoliare la pelle ma svolge anche un effetto biorivitalizzante: stimola la produzione di collagene da parte dei fibroblasti, le cellule tessitrici del derma».

Occorre quindi dare alla cute il tempo di rinnovarsi, programmando una seconda seduta non prima di un mese. «Molto valido e versatile, con un’azione multitasking su più inestetismi, è anche il peeling bifase chiamato Biorepeel Cl3: alla fase di esfoliazione, dovuta all’azione cheratolica del TCA, segue una lipofila, in cui gli attivi vengono veicolati dai grassi cutanei», puntualizza la dottoressa Camilla Di Pasquali, specialista in chirurgia plastica ed estetica, medical director dei Botox Bar sorti nelle maggior città italiane.

«In questo modo viene fatto assorbire un complesso biostimolante a base di vitamine, aminoacidi, peptidi, acido ialuronico, collagene e gaba, un neurotrasmettitore che riduce la contrazione mimica, regalando una pelle più distesa. Il peeling si applica come una crema, agisce in tre minuti e si risciaqua con acqua fresca». Efficace ma delicato, può essere fatto anche in estate, avendo cura di proteggere il viso con una crema solare.


Peeling, per tenere l’acne sotto controllo

L'acne colpisce il 75% degli adolescenti ed è causata da disfunzioni ormonali, cause genetiche e fattori psicologici (ansia, stress). Perché conviverci o tormentare allo specchio i brufoli se un peeling può aiutare a tenerla sotto controllo? È il caso di Acnelan, un peeling formulato per l’acne in fase acuta da lieve a moderata, sviluppato da Dermus, un’associazione di cliniche dermatologiche spagnole.

«Combina quattro principi attivi: acido salicilico, dall’attività “comedolitica” (libera i comedoni, alias punti neri) e batteriostatica, acido mandelico, antisettico e antinfiammatorio, lepargilato sodico (inibisce la 5-alfa reduttasi, l’enzima che converte il testosterone in diidrotestosterone) e l’acido shikimico, che mette un freno alla secrezione sebacea», spiega il dottor Taglietta.

Applicata sul viso per pochi minuti, la soluzione composta da questi quattro attivi consente in una-due sedute (distanziate 21 giorni) di sfiammare la pelle e ridurre pustolette e comedoni, normalizzando le unità pilosebacee. In caso di acne più resistente si programmano cinque sedute, sempre con la stessa cadenza.

Ottimo antiacne è anche lo Yellow Peel, il cui nome deriva dal colore giallo zafferano della maschera cremosa. «In linea con la tendenza attuale di associare più attivi, racchiude acido retinoico (che stimola il rinnovamento cellulare), acido fitico (schiarente e dermopurificante), acido cogico, bisabololo (antinfiammatorio), acido azelaico (antibatterico), vitamina C stabilizzata e acido salicilico (cheratolitico, libera i comedoni dal “tappo” di sebo)», prosegue Taglietta. «Adatto anche per pelle sensibile e reattiva, lo Yellow peel provoca un’esfoliazione cutanea controllata, a partire dal terzo giorno e fino a una settimana. Grazie all’azione levigante, brufoletti e cicatrici da acne risultano meno visibili, mentre la secrezione sebacea viene normalizzata. L’importante è fare quattro sedute, distanziate 15 giorni l’una dall’altra».


Peeling, per schiarire le macchie della pelle

Sono due peeling depigmentanti, utilizzati per tutte le discromie che macchiano la pelle. Le iperpigmentazione più diffuse sono: il melasma o cloasma (la “mascherina” color caffelatte disegnata intorno alla bocca, sulla fronte e sulle gote), le lentigo solari senili, che macchiano le mani, le spalle, la fronte, gli zigomi e il décolleté e le pigmentazioni post-infiammatorie, per esempio quando si forma una cicatrice scura.

«Dermamelan racchiude un poker di acidi (azelaico, cogico, fitico e salicilico) associati all’alpa-arbutina, sostanza di origine vegetale presente nella corteccia e nelle foglie che riduce gli accumuli di melanina negli strati profondi dell’epidermide», afferma il dottor Roberto Taglietta. «La seduta? Rapida come tutti i peeling: dopo la detersione si applica la maschera depigmentante, lasciata agire per pochi minuti. Quindi si rimuove chiedendo al paziente di sciacquare il volto con acqua fresca. Con un ciclo di poche sedute Dermamelan schiarisce e illumina la pelle, prevenendo la formazione di nuove macchie perché inibisce la tirosinasi, l’enzima che stimola la melanina. Altro atout? Non è fotosensibilizzante e può essere fatto in ogni periodo».

«Sempre per cancellare le macchie funziona bene un nuovo peeling chiamato Antispot Complex 25%, perché racchiude una concentrazione elevata di acidi (25%): azelaico, cogico, citrico, glicolico e lattobionico più l’immancabile arbutina», aggiunge la dottoressa Camilla Di Pasquali. «Una sinergia adatta a un photoaging di secondo livello, cioè importante, con numerose chiazze brune. Dopo aver steso per 1-2 minuti una soluzione prepeeling, si applica il peeling che viene lasciato agire 3-6 minuti, in base alla tolleranza individuale. Per le macchie più profonde, applico un secondo peeling antispot, con acidi complementari al primo (piruvico o mandelico), che hanno un’azione rivitalizzante: migliorano la compattezza della pelle grazie alla veicolazione di collagene ed elastina».


La nuova frontiera della biostimolazione

Per un look molto fresco e naturale, frutto di trattamenti di medicina estetica mininvasivi, l’ultima tendenza è usare i peeling, non tanto come agenti esfolianti ma come mezzo di biostimolazione cutanea. In pratica, l’alternativa senza aghi alle punturine di acido ialuronico, vitamine, aminoacidi e sali minerali che vengono fatte su tutto il viso per favorire i fisiologici processi di rigenerazione, rallentati dal passare degli anni.

«PRX-T33 è un peeling no stress perché non provoca una vera e propria esfoliazione, ma si limita a rimuovere in maniera soft il tappeto di cellule morte nello strato più superficiale della pelle, “energizzando” e stimolando l’attività dei fibroblasti. È questa, infatti, la sua mission principale », spiega la dottoressa Camilla Di Pasquali. «Utile per ridurre le rughe superficiali e le cicatrici da acne e da varicella, contiene TCA al 33% ma modulato e reso meno aggressivo dal perossido di idrogeno, che gli consente di ristrutturare il derma profondo senza irritazioni visibili all’esterno. Il 5% di acido cogico, inoltre, lo rende attivo anche contro le macchie».

Il gel viene massaggiato sulla pelle fino al raggiungimento di una consistenza collosa e poi rimosso con una garza imbibita di acqua. Duetre sedute, distanziate 7-10 giorni migliorano sensibilmente la luminosità, il tono e l’elasticità cutanea, con risultati apprezzabili soprattutto dopo un mese.


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