Ghiandola voluminosa annessa al tubo digerente, che svolge molteplici e complesse funzioni di sintesi e trasformazione di diverse sostanze.
Descrizione
Il fegato è localizzato nella parte alta dell’addome, sotto la cupola destra del diaframma, che lo separa dal polmone corrispondente. Protetto, sul retro e sul fianco, dalle coste, è in relazione anatomica con numerosi elementi. Superiormente e posteriormente è fissato al diaframma da uno spesso legamento; sotto il lato inferiore è connesso alla colecisti con, alla sua sinistra, il peduncolo epatico, formato dall’arteria epatica (che va dall’aorta verso il fegato), dalla vena porta (che irrora il tubo digerente e si dirige verso il fegato) e dalle vie biliari (che vanno dal fegato verso la colecisti e l’intestino). Il fegato pesa nell’adulto 1,5 kg. Si divide in quattro lobi: il lobo di destra, il lobo di sinistra, il lobo medio e quello di Spiegel, ognuno diviso a sua volta in uno o più segmenti.
In tutto, il fegato è costituito da otto segmenti, ognuno con la propria vascolarizzazione. Questa segmentazione permette di eseguire, in caso di necessità, interventi di epatectomia parziale, con l’ablazione di uno più segmenti, sino a un massimo di cinque.
Funzionamento
Il fegato riceve dall’arteria epatica e dalla vena porta sostanze chimiche che trasforma e trasferisce, parzialmente, alla bile. Tali sostanze si dirigono verso la colecisti e l’intestino, e in parte alle vene sottoepatiche, dalle quali passano nella vena cava e poi nel resto della circolazione sanguigna. Inoltre, il fegato può sintetizzare alcune sostanze e immagazzinarle; per esempio sintetizza e conserva il glicogeno, funzione che consiste nell’immagazzinare, in caso di deficit, glucosio sotto forma di glicogeno, e poi rilasciarlo per mantenere costante la glicemia (tasso sanguigno di glucosio). Questa attività si applica ai glucidi, ai lipidi, ad alcune proteine (in particolare, il fegato sintetizza numerosi fattori della coagulazione: i fattori I, II, V, VII, VIII e X, i cui tassi diminuiscono in caso di insufficienze epatocellulari), a ormoni, vitamine e ad alcune sostanze tossiche, che vengono trasformate e rese inoffensive. Queste sostanze possono essere di origine interna (provenienti da organi, tessuti) o esterna (alimenti, farmaci). Senza fegato si può sopravvivere soltanto qualche ora. In caso di insufficienza epatica grave e irreversibile, l’unico trattamento possibile è il trapianto.
Esami
L’esplorazione funzionale del fegato si basa sui dosaggi ematici. L’insufficienza epatica si manifesta con la diminuzione del tasso di alcune proteine (albumina), evidenziata dall’alterazione dei test di coagulazione (soprattutto il tempo di Quick).
La colestasi (insufficienza della secrezione biliare) provoca l’aumento del tasso sanguigno di bilirubina e delle fosfatasi alcaline. La citolisi (distruzione delle cellule epatiche) si associa all’aumento del tasso sanguigno delle transaminasi. Il tasso di g-glutamil-transferasi sanguigna subisce un rialzo durante tutte le affezioni epatiche. L’agobiopsia epatica, praticata per via transcutanea, permette l’esame istologico di un campione di parenchima epatico. Gli esami radiologici complementari del fegato sono l’ecografia, la TC e la risonanza magnetica.
Patologie
Il fegato può essere colpito da un’infiammazione (epatite di origine virale, alcolica, tossica), da un’infezione batterica globale o localizzata (ascesso), parassitaria (amebiasi, cisti idatidea), da una cirrosi, da un tumore benigno o maligno (carcinoma epatocellulare, metastasi), da alcune malattie del sangue (emocromatosi) oppure da affezioni congenite (anomalie metaboliche, occlusione parziale o totale delle vie biliari).