4 VERIFICA CHE CI SIA IL LOGO
In base ai regolamenti Ce 834/07 e 889/08, (feder.bio/download.php?parent=441) che disciplinano il settore, le etichette dei cibi biologici devono riportare il marchietto europeo: «È rappresentato da una foglia stilizzata composta da dodici stelle bianche su fondo verde o nero», chiarisce Atzori. Il logo è obbligatorio per certificare prodotti confezionati italiani che abbiano una percentuale di ingredienti bio non inferiore al 95%, è facoltativo per gli alimenti con le stesse carteristiche ma che arrivino da altri Paesi ed è sempre vietato se la percentuale “naturale” è inferiore al 95%.
«Accanto al logo, verifica che siano presenti le altre indicazioni previste dalla legge, ovvero la nazione o la zona di provenienza (It per l’Italia, Ue per gli Stati appartenenti all’Unione, Non-Ue per quelli extraeuropei), il metodo di produzione (bio), il codice dell’azienda produttrice, il marchio, il nome e il numero di autorizzazione di uno degli enti di certificazione autorizzati dal Ministero delle politiche agricole (per esempio, Aiab, Ecocert Italia, Bioagricert). Trovi l’elenco completo su sinab.it)».
Anche i cibi venduti sfusi, come frutta e verdura, devono riportarle sull’etichetta stampigliata al momento del peso. «Più complicata è la tutela degli acquisti all’interno di fiere o mercatini locali, dove non sempre i produttori dispongono di bilance elettroniche adatte, ma si ha comunque il diritto di chiedere la documentazione di conformità, che va esposta sul banco», aggiunge l’esperto in igiene e sicurezza degli alimenti.