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Cucina orientale: 10 cibi che fanno bene alla salute e perché

Dal Wasabi che ha proprietà antinfiammatorie al ramen che ha potere remineralizzante, ecco i 10 cibi da gustare per godere dei benefici della tavola cinese, giapponese e coreana

Foto: iStock



La cucina orientale piace sempre di più. In Italia si moltiplicano ristoranti cinesi, sushi bar e ramen bistro. Sugli scaffali del supermercato compaiono sempre più frequentemente spaghetti di soia, spezie esotiche, verdure giapponesi e coreane. Per non parlare del cibo a domicilio: ravioli al vapore e sushi compaiono, con hamburger e pizza, tra i 10 cibi più ordinati a domicilio Il sushi roll preferito dagli italiani? Quello con salmone e avocado. 

Per gli amanti della cucina cinese, giapponese e coreana ecco allora 10 cibi che non devono mancare per assaporarne il meglio. E per godere dei loro benefici. 


  • Wasabi (Giappone)


99671È ricavato da una radice pregiata e si presenta generalmente come una “pasta” pronta all’uso, da usare per molte ricette: dalle zuppe al sushi.
Ha proprietà antinfiammatorie, è un ottimo digestivo, depura l’organismo e disintossica il fegato.


  • Shiitake (Cina, Giappone, Corea)


I funghi Shiitake vengono aggiunti a zuppe e brodi oppure saltati in padella e serviti come contorno.
Buone fonti di proteine vegetali, sono ricchi di minerali e vitamine del gruppo B.


  • Pepe Sichuan (Cina)


È una piccola bacca che ha un effetto rilassante sull’intestino. È utilizzata come spezia per piatti a base di pesce, anatra, pollo. Si può trovare sotto forma di olio da usare, assieme a zenzero, zucchero di canna e aceto di riso, nella preparazione dei tagliolini saltati.


  • Ramen (Giappone, Cina)


È una zuppa di spaghetti di frumento accompagnata da arrosto di maiale, alghe, cipolotti, uova e komaboko (piatto a base di surimi e pesce azzurro).
Ha un potere remineralizzante.


  • Miso (Giappone)


63958È un condimento a base di soia, orzo o riso, ricco di enzimi, lattobacilli e lieviti che facilitano la digestione.
Si usa come base per minestre e zuppe, servite calde e arricchite con ortaggi, patate, radici di daikon, cipolle, alghe o tofu.


  • Kimchi (Corea)


È un cavolo messo sotto salamoia e fermentato, con aggiunta di pasta di peperoncino e gamberetti salati. Si abbina a riso e altri ortaggi, come carote e ravanelli.
I lattobacilli prodotti durante la fermentazione rendono i vegetali crudi più facili da digerire. Elevato il contenuto di vitamine, calcio, ferro e fibre, pochissime le calorie.


  • Daikon (Cina, Giappone)


82764Definito anche ravanello cinese, assomiglia a una grande carota: è consumato sia crudo (in insalata) sia cotto (in stufati o zuppe).
Grattugiato sulle pietanze, favorisce la digestione e lo smaltimento dei grassi. È ricchissimo di vitamine.


      • Panko (Giappone)

      È una speciale panatura (viene inglobata aria nel pane in cassetta grattugiato), che crea una specie di cuscinetto tra l’alimento e l’olio.
      Così il fritto non assorbe i grassi, rimane leggero, più digeribile e ugualmente croccante e gustoso.


      • Ginseng (Cina)

      81520In cucina viene impiegata la radice intera, da grattugiare, o la polvere, da aggiungere a brodi e zuppe.
      È un ottimo antistress naturale e ha poteri antietà.


      • Olio di sesamo (Giappone, Corea, Cina)


      È usato per saltare i cibi (soprattutto carne e verdure) in padella e wok, ma anche per insaporire e addensare le salse.
      È ricco di acido oleico (quello tipico dell’olio di oliva), vitamine e aminoacidi essenziali, importanti per il cervello.



      Da bere:
      tè verde o saké

      Nei Paesi orientali non si consuma nessuna bevanda né a pranzo né a cena: l’idratazione è assicurata da brodi e zuppe. Il tè verde si prende dopo, come rituale che chiude il pasto, scegliendolo tra tanti tipi diversi.

      Tra i più usati c’è il matcha, ricco di vitamine e polifenoli e dalle eccellenti proprietà digestive. Alcuni ristoranti giapponesi prevedono nel menu dei saké, bevande (fredde o calde) derivate dalla fermentazione del riso, con una gradazione alcolica simile al vino occidentale: attenzione, quindi, a non esagerare.


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