Crackers classici: i 4 migliori
Ne abbiamo esaminati 12, tutti senza granelli di sale in superficie. I 4 vincitori hanno un sapore equilibrato, più sapido. Non si sbriciolano in bocca e il loro profumo ricorda quello del pane
La ricetta dei 12 crackers presi in esame si è rivelata sostanzialmente semplice. Gli additivi rilevati in etichetta sono stati il bicarbonato di sodio come correttore di acidità (in 10 prodotti) e l’estratto di rosmarino come antiossidante (in 3). In nessuno c’erano invece aromi, coloranti o conservanti.
Cosa abbiamo valutato
«L’ingrediente più importante da controllare è l’olio», afferma Giorgio Donegani. «Ho così assegnato un voto molto alto all’unico prodotto preparato esclusivamente con quello extravergine di oliva (gli altri sono fatti con olio di semi di girasole o di mais o di soia). Ho dato una nota di merito anche per l’origine biologica delle materie prime, mentre non ho fatto distinzioni in base al lievito impiegato (in alcuni casi di birra, in altri madre), perché - a differenza di quanto accade per il pane - non ha alcuna influenza sulla qualità finale».
Valutato poi anche l’aspetto: «Tutti i crackers sono stati promossi per il colore omogeneo, indice di una buona cottura. Solo in 2 casi ho constatato la presenza di piccole bolle di colore più scuro: un difetto, comunque, esclusivamente estetico», prosegue il tecnologo alimentare. «Passando al profumo, che deve essere quello tipico dei prodotti da forno, ho penalizzato solo una marca per l’odore lievissimo. Quanto al sapore, che deve ricordare quello del pane, è risultato ok in 8 campioni, mentre in 4 era troppo salato. L’ultima caratteristica presa in esame è stata la consistenza: i crackers devono essere friabili, senza sbriciolarsi in bocca né attaccarsi al palato o ai denti. Con soddisfazione ho riscontrato che tutti i prodotti considerati superavano al meglio questa prova della masticazione».
Meglio con poco sale
Quanto ai valori nutrizionali: «I prodotti sono risultati simili. Mi sono perciò limitata ad assegnare un “più” a quelli meno sapidi, perché un’assunzione giornaliera di sale superiore ai 5 g può favorire la ritenzione idrica e l’innalzamento della pressione sanguigna», rivela la nutrizionista Diana Scatozza.
ECCO I 4 CRACKERS MIGLIORI:
Il nostro food lab: Giorgio Donegani, tecnologo alimentare; Diana Scatozza, medico dietologo; Roberta Piazza, giornalista.
Articolo pubblicato sul n° 9 di Starbene, in edicola dal 13 febbraio 2018