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I cibi giusti per prevenire influenza e malanni di stagione

La dieta gioca un ruolo fondamentale per potenziare le nostre difese. O aiutare la guarigione nel caso in cui i virus abbiano comunque il sopravvento

credits: iStock



Come ogni autunno, ecco scattare l’allarme influenza. Se il vaccino rimane la prima forma di prevenzione, un aiuto per il sistema immunitario può arrivare anche dall’alimentazione.

Ci sono infatti cibi che per le sostanze contenute contribuiscono ad alzare le difese o, nel malaugurato caso ci si ammali, favoriscono un più veloce recupero. Scopriamo quali con la consulenza della dottoressa Paola Genovese, medico specialista in scienza dell’alimentazione all’Iclas di Rapallo (Genova).


Indispensabili vitamine

Quando tutti intorno a te non fanno altro che starnutire e tossire, per alzare una barriera protettiva contro influenza e malattie da raffreddamento niente è meglio di fare il pieno di vitamina C.

«L’acido ascorbico rimane la migliore arma di prevenzione naturale contro i malanni influenzali», conferma la nostra esperta.

«La prima fonte di questa preziosa sostanza, il cui fabbisogno giornaliero è di 90 mg al giorno per l’uomo e 60 mg per la donna, è la frutta. Tra quella di stagione, kiwi e papaya rappresentano ottime scelte (ne contengono tra i 50 e i 100 mg ogni 100 g) e poi ci sono ovviamente gli agrumi (arance, mandarini, mandaranci, pompelmi, limoni), che ne assicurano una dose inferiore (30-50 mg ogni 100 g), ma hanno il vantaggio di poter essere tenuti in borsa per consumarli con facilità anche lontano dai pasti. Fronte verdura, invece, è bene dare spazio nella dieta a broccoli e cavolini di Bruxelles (60 mg di vitamina C ogni 100 g di prodotto cotto), oltre che a spinaci, songino e tarassaco crudi (40 mg ogni 100 g di prodotto crudo)».

Va ricordato che questa vitamina è molto sensibile alle variazioni termiche, motivo per cui sarebbe bene consumare gli ortaggi che la contengono crudi o al massimo cotti al vapore. Per spremute e centrifughe, soluzioni “traumatiche” per il contenuto nutrizionale ma con il pregio di invogliare il consumo di frutta e verdura, il trucco sta invece nel berle appena preparate, così da non avere ulteriori perdite del contenuto in vitamine, a partire ovviamente dalla preziosissima C.


Il brodo della nonna? Funziona

Nonostante tutto l’impegno messo nella dieta sei finita al tappeto? Come suggerito dalla tradizione, il brodo è uno dei migliori rimedi quando si è spossati da febbre, tosse e raffreddore. Va preparato con ortaggi stagionali ricchi di vitamina C, più cipolla e aglio, dalle proprietà antibiotiche e antimucolitiche.

«E diventa un piatto completo aggiungendo piccole quantità di riso integrale o farro (carboidrati), un filo di olio extravergine di oliva a crudo (grassi buoni) e del formaggio grana o parmigiano in scaglie (proteine animali)», aggiunge la dottoressa Paola Ruggiero, biologa nutrizionista a Roma.

«Se poi non si è vegetariani o vegani, l’opzione del brodo preparato con carni bianche, rimedio tramandato negli anni dalle nostre nonne e bisnonne, resta decisamente valida quando l’influenza ha preso il sopravvento. Pollo, gallina e tacchino sono carni ben digeribili e, cotte insieme a verdure e aromi come rosmarino, timo e alloro, apportano vitamine e sali minerali, aiutando anche l’idratazione, aspetto molto importante nella fase influenzale (vedi più avanti, ndr). In più, assicura anche un effetto riscaldante sempre gradito quando si e scossi dai brividi indotti dalla febbre alta».


Il potere dell’idratazione

Come appena accennato, introdurre la giusta quantità di liquidi è molto importante quando si è vittima dell’influenza o di un malanno di stagione.

«È un’attenzione importante perché serve a favorire l’eliminazione delle scorie e tossine prodotte dall’organismo ammalato. E, specie nei bambini e negli anziani, a scongiurare il rischio di disidratazione in caso di stati febbrili prolungati, ancora di più se associati a disturbi gastrointestinali», spiega la dottoressa Paola Genovese. «Inoltre, serve a preservare il giusto livello di umidità delle mucose nasali e della gola, oltre che della pelle».

Ma quanto e che cosa bere? «Bisogna assumere due litri di liquidi al giorno, sforzandosi di fare anche piccoli sorsi durante l’arco dell’intera giornata e non arrivando mai alla sensazione di arsura e bocca secca», risponde la specialista. «Meglio assumere acqua naturale e a temperatura ambiente. E per raggiungere la quantità indicata, oltre al brodo, sono consigliate tisane dolcificate con miele (ideale quello di timo, acacia ed eucalipto, con effetto antisettico), spremute ed estratti».

Non a caso presenti anche nel menu qui a lato, messo a punto dalla dottoressa Genovese per aiutare l’organismo sotto attacco.



Il menu che ti aiuta se hai la febbre alta

Il mix perfetto di liquidi e cibi solidi per il recupero.

Colazione

1 tazza di tè verde caldo
1 fetta di pane di segale con miele di acacia
yogurt bianco al naturale

Metà mattina

1 bicchiere di spremuta di agrumi senza zuccheri aggiunti

Pranzo

1 tazza di brodo di carne bianca
Broccoli cotti al vapore (quantità a piacere)
Petto di pollo in umido

Metà pomeriggio

1 bicchiere di estratto di spinaci e kiwi

Cena

1 porzione di sogliola al cartoccio
Patate novelle al vapore
Spinaci al vapore

Condimento

Olio evo (dal potere antiossidante)

Liberi durante la giornata

tisane e infusi



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Articolo pubblicato sul n. 49 di Starbene in edicola dal 19 novembre 2019


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