Rinite allergica, che tormento! Ecco la soluzione giusta

Starnuti, lacrimazione agli occhi, naso che cola e insonnia? Scopri qui il rimedio che fa per te



di Angelo Piemontese

Ci risiamo. Ogni anno in questo periodo milioni di italiani sono afflitti da un fastidioso e persistente disturbo, la rinite allergica.
«Anche se può sembrare una patologia banale a livello di sintomi, in prevalenza qualche starnuto, lacrimazione agli occhi, un po’ di prurito al naso, più del 50% delle riniti è complicato dalla congestione nasale che provoca un difetto nella respirazione, specialmente di notte», afferma Oliviero Rossi, allergologo SOD immunoallergologia Azienda Universitaria Careggi di Firenze. «Le persone dormono male, si svegliano stanche e di conseguenza hanno un rendimento lavorativo e scolastico molto più basso».

23 maggio 2016

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CALI DI RENDIMENTO A LAVORO

Recenti studi hanno dimostrato che a causa dell’insonnia provocata della congestione nasale si riducono anche del 40% le performance scolastiche e lavorative (lo dice il Progetto‐Aria). Infatti negli Stati Uniti la rinite allergica è al primo posto tra le cause di assenteismo dal lavoro. Nel nostro Paese ne è colpito oltre il 15% della popolazione: in particolare negli adolescenti tra i 13 e i 14 anni circa un terzo soffre di rinite, in maggioranza ragazze «perché gli ormoni favoriscono le malattie allergiche», spiega il professor Rossi.
Ma è un sintomo che non viene socialmente riconosciuto, sembra sempre che i rinitici esagerino. «Invece in alcuni casi si complica anche con la poliposi nasale: cresce la mucosa interna al naso e si arriva alla perdita dell’odorato, alla percezione dei profumi e a volte anche dei sapori».

SEMPRE PIÙ LUNGA LA STAGIONE DELLE RINITI

E il tormento è sempre in agguato: a causa dei cambiamenti climatici le riniti non seguono più il calendario e così le stagioni dei pollini sono più lunghe, ci sono rifioriture impreviste, e di conseguenza i sintomi durano più a lungo. Inoltre i temporali primaverili ed estivi, invece di dare sollievo, sono nemici degli allergici in quanto “frantumano” i granuli dei pollini facilitando l'insorgenza dei sintomi.
«Oggi sappiamo bene che la rinite può essere in agguato anche quando non ce l'aspettiamo», continua Oliviero Rossi, «soprattutto nei casi in cui il paziente risulti allergico a più sostanze. E così oltre ai pollini, attenzione per esempio alla polvere, soprattutto quando con l'avvicinarsi delle vacanze si riaprono le case al mare rimaste chiuse per mesi».

ALLA LARGA DAI DECONGESTIONANTI

Come affrontare questa emergenza? «Molte persone per cercare una soluzione rapida si affidano a decongestionanti nasali perché a volte sono prodotti da banco (gocce o spray) facilmente reperibili: niente di più sbagliato», precisa il professor Rossi.
I decongestionanti locali sono largamente usati ma potrebbero innescare dipendenza: «Si comincia con una volta al giorno ma poi non basta più, allora tre si passa a tre volte, poi a cinque e si finisce per spruzzarsi anche fino a venti volte in una giornata». Più si usano e più si sente il bisogno di doverli usare, provocando talvolta danni anche seri alla mucosa nasale.

LA SOLUZIONE GIUSTA

Oggi è a disposizione una nuova terapia d'attacco, una compressa 2 in 1: desloratadina, antistaminico di seconda generazione, e pseudoefedrina solfato, decongestionante per liberare il naso. In poche ore, e in un periodo massimo di cinque giorni, il problema svanisce.
Nella prima fase, quella acuta, usare il farmaco per qualche giorno associato al decongestionante allevia subito i sintomi. «Attenzione però: non si deve far confusione tra spray decongestionanti che, come abbiamo detto, provocano sì immediato sollievo ma anche dipendenza e danni alla mucosa nasale, e gli spray terapeutici, a base di corticosteroidi “locali” con scarsissimo assorbimento e quindi ben tollerati. Tra l’altro si tratta di farmaci che non provocano danni alla mucosa nasale. Anzi, ogni spruzzo contiene la giusta dose di farmaco e l’erogatore è studiato per consentire la corretta assunzione».
Il nuovo farmaco due in uno combina due molecole che hanno scarsissimo assorbimento e non danno nessun effetto collaterale.

GLI ANTISTAMINICI DI SECONDA GENERAZIONE

«Gli antistaminici di prima generazione agivano passando la barriera ematoencefalica e arrivavano fino al sistema nervoso, ma erano gravati da effetti collaterali quali sonnolenza, secchezza della bocca e degli occhi. Gli antistaminici di seconda generazione non hanno questi effetti avversi perché minimamente passano questa barriera tra sangue e cervello. La desloratadina infatti non dà problemi di sonnolenza», spiega il professor Rossi. «Poi va fatta una terapia di fondo con antistaminici da soli o associati a spray nasali a base di derivati di corticosteroidi. Non c’è ancora una classe di farmaci di terza generazione, ma i vaccini stanno dando grandi risultati, in particolare quello per le graminacee che si somministra in compressine sublinguali».

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