Resezione anteriore del retto
Ablazione chirurgica, parziale o totale, del retto e di una porzione più o meno estesa del colon sinistro.
Indicazioni
La resezione anteriore del retto viene praticata nei tumori dell’ampolla rettale il cui polo inferiore dista più di 6-7 cm dal margine anale. Si tratta in genere di neoplasie maligne o di grossi tumori benigni suscettibili di degenerare in cancro.
Svolgimento e complicanze
La continuità digestiva viene ristabilita abboccando il colon al segmento restante del retto o, se il retto è stato asportato in toto, alla parte superiore del canale anale: in tal caso si parla di anastomosi colorettale bassa o anastomosi coloanale.
La resezione anteriore del retto si dice protetta quando sul colon restante si crea un ano artificiale atto a deviare temporaneamente il passaggio del materiale fecale: la continuità digestiva viene ristabilita dopo un lasso di tempo variabile da 1 a 3 mesi. Le transitorie ripercussioni sulla funzionalità vescicale impongono spesso al paziente l’uso di un catetere nei giorni successivi all’intervento. Il vantaggio offerto da questa procedura chirurgica consiste nella conservazione del canale anale e dell’apparato sfinterico e, di conseguenza, nel rispetto delle funzioni naturali.
Quando questo intervento è eseguito per il trattamento di un cancro, si procede all’asportazione del tessuto celluloadiposo che circonda il retto e dei linfonodi, col risultato di interrompere i numerosi nervi diretti alla prostata, alle vescicole seminali e alla vescica. Spesso ne risulta una perdita della funzione genitale nell’uomo, con impotenza o disturbi dell’eiaculazione. Tale intervento è comunque realizzabile senza ledere i nervi genitali, che sono conservati senza problemi se il tumore in causa è benigno.
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