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15 cose da sapere sui preservativi

Il primo è del 1600. Da allora, il condom ne ha fatta di strada. Ma certi dubbi rimangono. Ecco un ripasso delle sue istruzioni per l’uso

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Bucato, rotto, sfilato, al contrario: sono le parole ricercate su Google associate all’uso del preservativo. Un segnale di quanto non sia così chiaro, soprattutto per i più giovani, l’uso del contraccettivo più sicuro come protezione dalle malattie sessuali.

Non a caso sono circa 500 i ragazzi in Italia che nel 2017 hanno contratto l’Hiv per mancata prevenzione. Motivo? Scarsa informazione. Ecco perché è meglio fare un ripasso delle sue istruzioni e vantaggi.


1. In quanti lo usano abitualmente nella loro vita sessuale?

Secondo un sondaggio dalla Fondazione Foresta Onlus del 2015-16 ne fanno uso con regolarità 6 maschi su 10. Comunque è, tra i mezzi contraccettivi, il più diffuso: per l’Istat (ricerca del 2014) il preservativo guadagna il 42,4 % dei favori, la pillola il 24,3 % e il coito interrotto si piazza terzo con un buon 17,5 %. È in assoluto il metodo più apprezzato dalle donne (44,94%, sondaggio di Fiss, Federazione italiana sessuologia scientifica del 2015). Nonostante questi dati, qualche problema nell’uso c’è.


2. Perché gli uomini hanno delle resistenze?

Il motivo principale è che diminuisce la sensibilità del glande. Questa la conclusione cui è arrivata una ricerca della Fiss: il 45 % dei maschi che non lo ama sostiene che riduce il piacere, il 9,5 % teme di perdere l’erezione, l’1% accusa il prezzo elevato (nella grande distribuzione il costo di un preservativo è meno di 1 euro).

«In realtà tra i più giovani il profilattico è ben accetto. Fanno più resistenza i padri, che hanno iniziato la loro attività sessuale nel periodo pre Hiv», spiega Roberto Bernorio, specialista in ginecologia e sessuologo.


4. Che atteggiamento hanno invece le donne?

«Anche loro hanno resistenze psicologiche», risponde la dottoressa Roberta Rossi, presidente della Federazione italiana di sessuologia scientifica. «Chiedere al partner di ricorrere al preservativo viene vissuto come mancanza di fiducia. Errore gravissimo: pretenderlo è una richiesta molto rispettosa per se stesse e per l’altro».

Ma il preservativo ha spesso il difetto di interrompere preliminari e feeling. «Il consiglio è trasformare anche questa manovra in un gesto erotico, in un gioco a due», spiega la dottoressa Rossi.


5. Come si indossa un condom?

«Il preservativo ha un suo verso ed è indispensabile individuarlo per srotolarlo con facilità lungo l’asta del pene. È poi dotato di un serbatoio per la raccolta dello sperma, una piccola punta che va tenuta stretta con pollice e indice perché non si riempia d’aria a danno della sensibilità», dice Bernorio. Un “dettaglio” questo della sensibilità che, come abbiamo visto, è strategico per molti uomini.


6. Con quali materiali particolari viene fabbricato?

I materiali più utilizzati sono lattice e poliureteno (lattex free per gli o le intolleranti). Altri materiali per gli allergici sono il sensoprene e il poliisoprene, più flessibili e morbidi rispetto al lattice, ma meno resistenti. L’assenza di lattice è comunque indicata sulla confezione.


7. È vero che esiste una versione per vegani?

Sì. Ci sono condom di lattice che non contengono la caseina, una proteina del latte, ma utilizzano un equivalente di origine vegetale.


8. Com’è la sua efficacia contraccettiva?

«Ottima», risponde la dottoressa Rossi «ma minore di quella della pillola. Se per la pillola, assunta correttamente, si parla di quasi il 100%, per il preservativo si abbassa di qualche punto. Il rischio resta sempre quello: la rottura».


9. ...e quella contro le malattie veneree?

«Assolutamente imbattibile per proteggere da Hiv e da molte malattie a trasmissione sessuale, come epatite, sifilide e gonorrea (quest’ultime due in preoccupante ripresa). Un discorso a parte merita la trasmissione dell’Hpv (il virus del Papilloma), verso il quale l’effetto barriera si è dimostrato meno efficace, ma questo non deve essere un buon motivo per abbassare la guardia e farne a meno», raccomanda il ginecologo Giovanni Balzano.


10. La misura conta?

Certo. Per aumentare efficacia e sensibilità il preservativo deve calzare perfettamente. Se negli Stati Uniti sono disponibili diverse taglie, in Italia di solito se ne possono trovare due: la Regular e la XL.


11. I preservativi possono migliorare la performance?

«Per chi soffre di eiaculazione precoce, e quindi ha rapporti troppo brevi, esistono i modelli ritardanti, un poco più spessi per ottenere una leggera desensibilizzazione, mentre all’interno sono lubrificati con una sostanza leggermente anestetica», dice Rossi.


12. Lubrificanti: quali usare?

I condom, lo si capisce subito al tatto, sono già leggermente lubrificati: all’interno per facilitare l’inserimento sul pene, ma anche esternamente dal momento che il profilattico nuovo è arrotolato su se stesso. Nel caso ci fosse bisogno di maggior scorrevolezza, come nel caso dei rapporti anali, gli esperti consigliano di scegliere un lubrificante a base acquosa o siliconica, ma non oleosa. Si trovano in farmacia con tutte le specifiche del caso.


13. A proposito di sesso anale, esistono preservativi particolari?

Sì. Il sesso anale, in virtù del canale più stretto e meno scivoloso, richiede condom più resistenti e con una lubrificazione più accentuata. In commercio li puoi riconoscere spesso dalla dicitura “forte” sulla confezione.


14. Come conservare bene i preservativi?

Occorre controllare sempre la data di scadenza, tenere la confezione in un luogo lontano dal calore (mai lasciarlo in auto in questo periodo) e non fidarsi del condom conservato da tempo nel portafogli o in una taschina della borsa perché potrebbe essersi danneggiato o “seccato”. Nel dubbio, meglio sostituirlo: eviteremo anche una dose d’ansia.


15. Come saranno quelli del futuro?

Fra le novità più significative la Lelo propone Hex, un preservativo di lattice ultra sottile formato da 350 esagoni che aderiscono alla pelle del pene migliorando la sensibilità. L’americana Bill and Melinda Gates Foundation, invece, ha stanziato fondi per la ricerca di nuove soluzioni interattive. Sono stati progettati modelli che segnalano la carica batterica della vagina, ma anche dotati di un dispositivo wireless che trasmette a un pc tutti i dati dell’amplesso, dal numero delle spinte al tasso di umidità.

«La prossima generazione di prodotti, poi, disporrà di super materiali come grafene, nanotubi di carbonio, polimeri autorigeneranti, aerogel, tutte sperimentazioni che dovranno aspettare qualche anno prima di essere in commercio. Fino ad allora, il lattice resterà il miglior materiale per il preservativo», dice Luka Matutinović, global marketing director di Lelo.


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Articolo pubblicato sul n. 32 di Starbene in edicola dal 24/7/2018

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