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Parodontite: dai sintomi alle cure

Un tempo si chiamava piorrea, un termine che ricorre ancora oggi nel lessico non medico. Si può curare, ma, parafrasando un vecchio slogan, prevenirla è meglio che curarla!

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di Alessandra Montelli


Nota comunemente come piorrea, la parodontite è – come suggerisce la parola che termina con il suffisso –ite – l'infiammazione del parodonto, cioè del complesso dei tessuti che sostengono i denti. Si tratta, quindi, di un'infezione piuttosto seria delle gengive che arriva a coinvolgere l’osso nel quale sono "incastonati" i denti, interessa le radici e i legamenti dentari. A lungo andare, la parodontite comporta recessione gengivale, cioè il ritiro delle gengive, e nei casi più gravi, può portare alla perdita dei denti. Fortunatamente, se curata in tempo, la piorrea può arrestarsi fino a regredire.

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Sintomi della parodontite

Inizialmente la parodontite si manifesta con una gengivite, ma di un’intensità maggiore rispetto ad una normale infiammazione. Le gengive sanguinano sempre quando i denti vengono spazzolati o addirittura quando si mangia.

Le gengive si presentano, inoltre, gonfie, tumefatte e dolenti, oltre a essere particolarmente sensibili al contatto con cibi duri.

Ma il vero campanello d’allarme di una possibile piorrea agli stadi iniziale è rappresentato dalla recessione gengivale: le gengive si ritirano lasciando scoperta la radice del dente. In alcuni casi, le gengive si scollano dando origine a "tasche" entro le quali si raccolgono residui di cibo, ricettacolo di batteri che causano ulteriore infiammazione a tessuti e radice del dente. Le gengive ritirate possono, inoltre, aumentare lo spazio tra i denti.

Con questi sintomi arriviamo così alla ridotta stabilità dentaria: i denti cominciano a dondolare, fino a cadere. Ciò avviene perché nel frattempo l’infiammazione è arrivata a uno stadio talmente avanzato che ha distrutto il tessuto che tiene fermo il dente, compreso l’osso (che in gergo medico, si chiama osso alveolare). La perdita dei denti è l’esito estremo di una piorrea non trattata: se affrontata ai primi sintomi, come ad esempio la recissione gengivale, l’infiammazione parodontica può arrestarsi. Molto poi dipenderà dalle successive abitudine igieniche adottate, una volta curata la ritrazione gengivale.


Come si cura la parodontite

Le cure si differenziano in base allo stadio della parodontite, e sono tutte di attinenza odontoiatrica. Trascurare l’infiammazione al parodonto, sperando che passi da sola attraverso la sola igiene dentale (che non deve comunque mai mancare), vuol dire aggravarla e rischiare la perdita dei denti.

Il rimedio d’elezione per curare la parodontite in modo definitivo è la chirurgia odontoiatrica: si tratta di interventi che si eseguono alla poltrona e in anestesia locale , ma che – va precisato – non tutti i dentisti sono in grado di effettuare. Infatti, prima di affidarsi alle mani giuste, è bene informarsi sulle competenze dell’odontoiatra selezionato. Come? Attraverso il passaparola, l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della propria regione, ma anche chiedendo al proprio medico curante o farmacista: di solito sono figure professionali che conoscono degli odontoiatri specializzati in trattamenti più “specifici” rispetto alla semplice seduta di igiene profonda.

«La prima cura della piorrea riguarda lo stadio iniziale, cioè la cura definitiva della recessione delle gengive. Dopo aver rimosso il tartaro presente su denti e radici, se le gengive non riescono a tornare come prima nell’arco di qualche settimana, si può ricorrere alla chirurgia rigenerativa» - spiega il dentista Vittorio Gilmozzi. L'odontoiatra preleva un po’ di tessuto molle dal palato e lo posiziona sopra la gengiva ritirata. In questo modo, la gengiva viene riparata e ricrescerà fino a occupare la posizione precedente. Dopo una settimana dall’intervento, i tessuti si rimarginano e la gengiva è completamente risanata.

Alcune tecniche prevedono l’innesto di tessuti biocompatibili, anziché organici, prelevati dal palato del paziente. «Se la parodontite ha già interessato l’osso di sostegno del dente, si deve ricorrere alla chirurgia resettiva: mira a modellare l’osso che tiene ancorato il dente, ed elimina il tessuto infiammatorio consentendo un’efficace rimozione del tartaro presente sulle radici».


Le cause

La prima indiscutibile causa della parodontite è l'accumulo di placca batterica su denti e gengive e il tartaro mai rimosso. Per questo motivo, si consiglia di eseguire una pulizia dentale con visita odontoiatrica almeno una volta all'anno. Se si soffre di gengivite, alitosi e altri fastidi ai denti, è bene accorciare a 6 mesi il tempo che intercorre tra una seduta di igiene profonda e l'altra.

Ci possono, tuttavia, essere alcune cause predisponenti alla piorrea, come ad esempio: il fumo, la sensibilità delle gengive alle infiammazioni recidivanti, l'uso scorretto di spazzolino e filo interdentale che porta a ritirare e scollare le gengive. In questo modo, si accelera la comparsa di tasche gengivali che possono dare origine a fenomeni infiammatori.

Tutte queste cause dimostrano bene come la parodontite può essere ragionevolmente prevenuta con una corretta igiene dentale e visite regolari dal dentista.

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