Orecchie tappate dopo il mare: cause e soluzioni

È uno dei piccoli ma fastidiosi inconvenienti dell’estate. Nella maggior parte dei casi si tratta di un sintomo passeggero, risolvibile con qualche accortezza, ma quando il disagio non si risolve è bene rivolgersi a uno specialista



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Per molti, l’estate è sinonimo di sole, tuffi e spensieratezza. Ma può accadere che – dopo un bagno in mare, una nuotata in piscina o persino dopo una doccia rinfrescante – quella piacevole sensazione di benessere venga disturbata da un fastidio sottile ma insistente: le orecchie tappate.

«Tutto d’un tratto, il mondo intorno sembra ovattato, come se fosse coperto da un velo d’acqua, e i suoni si fanno confusi», spiega la dottoressa Rosa Alessia Battista, otorinolaringoiatra presso l’Unità di Otorinolaringoiatria dell’IRCCS Ospedale San Raffaele. «Se per alcune persone si tratta solo di un effetto passeggero, per altre può durare giorni, diventando fonte di preoccupazione e richiedendo l’attenzione di uno specialista».

Ma cosa si nasconde dietro questo fenomeno? Perché l’acqua sembra intrappolarsi nell’orecchio? E soprattutto, come possiamo prevenirlo o intervenire in modo efficace?

Cos’è l’ovattamento auricolare

Quasi tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo provato quella sensazione di “chiusura” in una o entrambe le orecchie, come se qualcosa impedisse il normale passaggio dei suoni. Questa condizione, apparentemente banale, è il risultato di un meccanismo complesso che coinvolge la morfologia del condotto uditivo esterno, la presenza di cerume e la dinamica dei fluidi.

«Il colpevole principale è l’acqua, che resta intrappolata all’interno dell’orecchio esterno», specifica la dottoressa Battista. «In teoria dovrebbe defluire naturalmente, ma a volte questo non accade. Le ragioni sono molteplici: una conformazione anatomica particolarmente stretta o tortuosa del condotto uditivo, la presenza di tappi di cerume che si impregnano di acqua e si espandono o, semplicemente, residui ceruminosi che ostacolano la fuoriuscita del liquido».

In questi casi, l’acqua intrappolata amplifica la sensazione di pressione, altera la trasmissione dei suoni e può creare le condizioni ideali per qualche infezione.

Quali sono le complicanze delle orecchie tappate

L’umidità residua all’interno dell’orecchio crea un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e funghi. «Il risultato può essere un’otite esterna, infiammazione dolorosa del condotto uditivo che provoca dolore, prurito, secrezioni e, nei casi più gravi, febbre», indica l’esperta. Questa condizione è particolarmente frequente nei nuotatori abituali, tanto da essere nota anche come “orecchio del nuotatore”.

Una variante meno comune ma più temibile è l’otomicosi, un’infezione fungina dell’orecchio che può comparire proprio a causa del ristagno prolungato di umidità. Le otomicosi possono essere particolarmente insidiose, con sintomi che includono dolore acuto, secrezioni scure, prurito intenso e peggioramento uditivo.

Cosa fare e non fare

Di fronte alla sensazione di orecchie tappate, molti ricorrono istintivamente ai cotton fioc o a strumenti simili per tentare di liberare il condotto. «Questo è uno degli errori più comuni e dannosi», commenta la dottoressa Battista. «Il cotton fioc, infatti, non solo non rimuove il cerume, ma tende a spingerlo ancora più in profondità, peggiorando la situazione e aumentando il rischio di trauma meccanico». A quel punto, le piccole abrasioni o microlesioni all’interno del condotto uditivo possono aprire la porta a infezioni batteriche o fungine, trasformando un semplice fastidio in un problema ben più serio.

La prima cosa utile da fare, invece, è molto più semplice: asciugare delicatamente l’orecchio esterno con un fazzolettino morbido o un asciugamano pulito, cercando di rimuovere l’umidità residua senza introdurre nulla all’interno del condotto. Spesso, è sufficiente questo piccolo gesto per favorire il naturale drenaggio dell’acqua intrappolata.

Serve una diagnosi differenziale

«Non sempre l’ovattamento auricolare è causato da un tappo di cerume o da acqua intrappolata», tiene a precisare la dottoressa Battista. «Talvolta, il sintomo può essere il primo segnale di una patologia più seria. Per esempio, l’otite media può causare una sensazione simile, ma ha un’origine diversa e richiede un trattamento specifico».

Ancora più delicata è la situazione in cui l’ovattamento compare improvvisamente senza apparente motivo, come nel caso di ipoacusia improvvisa, una perdita uditiva acuta che necessita di un intervento medico tempestivo per evitare danni permanenti. Proprio per queste ragioni, se il sintomo persiste per oltre 24-48 ore, è fondamentale eseguire una valutazione medica per escludere problematiche più serie.

Come godersi il mare senza pensieri

Chi sa di avere un’anatomia predisponente o ha già sofferto di questo problema può adottare semplici strategie preventive. Esistono tappi auricolari appositamente progettati per proteggere l’orecchio durante le immersioni o le nuotate. Si tratta di dispositivi morbidi e sagomati, che impediscono l’ingresso dell’acqua nel condotto uditivo senza compromettere il comfort.

«Un’altra opzione sono gli spray auricolari a base alcolica o oleosa, che contribuiscono a sciogliere delicatamente il cerume e a mantenere l’orecchio pulito», suggerisce l’esperta. «Questi prodotti vanno utilizzati con regolarità, ma sempre sotto consiglio medico, soprattutto in caso di patologie pregresse o tendenza a infezioni. Inoltre, prima dell’inizio della stagione balneare, una visita di controllo dall’otorino può rivelarsi una strategia intelligente: permette di verificare lo stato del condotto uditivo e, se necessario, intervenire preventivamente con una pulizia professionale».

Orecchie tappate, attenzione ai più piccoli

Nel caso dei bambini, il problema si complica perché spesso non riescono a spiegare chiaramente il fastidio che provano. Possono manifestare irritabilità, toccarsi spesso l’orecchio oppure mostrare difficoltà a sentire bene.

«In questi casi, è importante che i genitori osservino con attenzione e si rivolgano tempestivamente a un pediatra o a un otorino», conclude l’esperta. «Anche per i più piccoli valgono le regole della prevenzione: asciugare sempre bene le orecchie dopo il bagno, evitare l’uso di cotton fioc e valutare, in caso di episodi ricorrenti, la possibilità di usare tappi auricolari o spray adatti all’età».


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