Bambini: niente zucchero fino a due anni
Ecco la ricetta dei cardiologi americani per combattere diabete e obesità infantili: fino a due anni di età non bisogna aggiungere zucchero ai cibi destinati ai più piccoli. E anche dopo bisogna sapersi regolare. Leggi qui
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di Oscar Puntel
Stop allo zucchero: nelle bevande, nelle tisane, nel latte dei più piccoli. Fino a due anni di età, i genitori non dovrebbero aggiungere il dolce ingrediente ai cibi destinati ai bambini.
Lo dice uno studio della American Heart Association. Poi, fino a 18 anni, il limite da non superare è di 25 grammi al giorno, che corrispondono a circa 6 cucchiaini. Quindi, occhio a caramelle e leccornie in generale.
Secondo la ricerca, questa misura permetterà di combattere l’obesità infantile, di cui soffrono anche molti bambini italiani (stando a una recente indagine di Altroconsumo di febbraio 2016, i piccoli italiani in sovrappeso sono il 20,9% e quelli obesi 9,8%) e di ridurre il rischio di ammalarsi di diabete e di avere problemi al sistema circolatorio, una volta adulti.
23 agosto 2016
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PERCHÉ ELIMINARE LO ZUCCHERO
Ma per quale motivo lo zucchero è così pericoloso? «Se si va ad aggiungere zucchero ai cibi e alle bevande fin dai primi anni di vita, si abitua il bambino al gusto dolce e questo induce a preferire quello specifico sapore», spiega Giuseppe Morino, pediatra-dietologo dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.
«Dobbiamo, infatti, ricordare che è questo il periodo dell’infanzia fondamentale per trasmettere ai bambini le sane abitudini alimentari. Intorno ai 2 anni e fino ai 4, se non abituati, infatti, i più piccoli possono sviluppare un senso di rifiuto verso frutta e verdura. E se si propongono loro alimenti dolci, tenderanno ancora di più a evitare gli altri cibi, impoverendo così la loro alimentazione e rendendola meno varia», spiega l’esperto.
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GLI ZUCCHERI CHE NON FANNO MALE
Gli zuccheri sono presenti naturalmente nella dieta di ciascuno di noi. «Fanno parte dei carboidrati, quindi si trovano già nel pane, nella pasta e nella frutta. La misura suggerita dall’American Heart Association non si riferisce a questa categoria, ma allo zucchero bianco, presente in molti prodotti confezionati, anche per l’infanzia», spiega il dottor Morino. Che aggiunge: «Si discute ancora molto dei succhi di frutta. In commercio esistono quelli 100% naturali, senza zuccheri aggiunti. Il problema è che in realtà anche questi, avendo poche fibre, a lungo termine hanno un effetto sul metabolismo e potrebbero tenere alti i livelli di glicemia nel sangue e dunque portare facilmente al sovrappeso. Per questo è meglio il consumo di frutta naturale, decisamente ricca di fibre».
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E DOPO I DUE ANNI?
Ammettiamolo: la misura suggerita dai cardiologi americani può essere applicata quando mamma e papà controllano il figlio. Ma che fare quando il ragazzo è ormai cresciuto e i comportamenti alimentari e i gusti a tavola non sono più decisi dalla famiglia?
«Bisogna tener presente che le buone abitudini alimentari cominciano in famiglia e fin da piccoli. Se i genitori non comprano certi tipi di snack o di bevande, fanno già una buona educazione alimentare in famiglia. Il ragazzo in futuro magari le proverà, ma non le andrà a cercare o a comprarsele da solo», dice l’esperto.
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COME DARE AI BAMBINI GLI STIMOLI GIUSTI
Altro consiglio: visto che fino a 4 anni, il bambino “forma” le sue abitudini alimentari, sviluppa il senso del gusto e comincia a preferire certi alimenti piuttosto che altri, è opportuno, in famiglia, lavorare con un percorso multisensoriale, che stimola il bambino a provare tutti i sapori. Come fare? Prendiamo le verdure, per esempio: andiamo a fare la spesa assieme ai bambini, facciamo scegliere a loro gli ortaggi. Poi, a casa glieli faremo lavare, annusare, tastare e, se possibile anche cucinare. Insomma, se coinvolgiamo i nostri figli, sarà più facile abituarli a mangiare anche i cibi di solito meno amati», dice il dottor Morino.