CI SONO ZONE IN ITALIA IN CUI È POCO SICURA?
«Quando la potabilità dell’acqua è garantita dalle autorità competenti, si può stare tranquilli», rassicura Inderbitzin. Non dobbiamo farci spaventare da notizie che spesso producono un allarmismo ingiustificato. «Una recente inchiesta condotta dalla rivista Altroconsumo nelle principali città italiane, per esempio, ha rilevato concentrazioni eccessive di piombo in alcuni campioni. Ma, nei rari casi in cui questo si verifica, di solito il problema dipende dal fatto che le tubature degli edifici costruiti prima degli anni Sessanta contengono piombo e non dalla rete di distribuzione dell’acquedotto.
Se effettivamente si accerta una presenza di metallo oltre i limiti consentiti, si può facilmente intervenire, mettendo a norma l’impianto. La stessa cosa per la questione dei nitrati, che hanno una concentrazione piuttosto elevata nelle acque di città come Marsala, Olbia e Piacenza: si tratta di valori comunque accettabili che, al più, sconsigliano l’uso dell’acqua corrente per i neonati, la cui soglia di tolleranza è di 10mg/l contro i 50 mg/l degli adulti.
Spesso, poi, si sente parlare del problema dell’arsenico, sostanza tossica usata in alcuni processi industriali immessa nell’ambiente tramite rifiuti ed emissioni; ma, anche in questo caso, occorre fare chiarezza: in alcune Regioni, come il Lazio, il limite massimo consentito è stato elevato, quindi è possibile che ce ne sia più che altrove, ma si tratta comunque di quantità non pericolose. I controlli, poi, sono rigorosi, tanto che, lo scorso anno, in alcuni quartieri di Roma, è stato proibito per alcune settimane il consumo di acqua del rubinetto.