Mal di testa: le nuove cure

In Italia milioni di persone ne soffrono, soprattutto le donne, ma anche bambini e ragazzi. Ecco come prevenirlo e curarlo



di Valentino Maimone

Cinque milioni di italiani soffrono di mal di testa. Sono soprattutto donne (il doppio degli uomini, 18% contro il 9%), ma anche sempre più bambini e ragazzi.

L’ultimo congresso nazionale dell’Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee (Anircef) con la Società italiana per lo studio delle cefalee (Sisc) che si è svolto a Bologna è stato l’occasione per fare il punto sulle nuove terapie contro questo disturbo nelle sue varie forme.

Ne parliamo con la dottoressa Sabina Cevoli, neurologa e dirigente medico dell’Irccs Istituto delle scienze neurologiche di Bologna.

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È VERO CHE OGGI IL MAL DI TESTA SI PUÒ PREVENIRE SENZA RICORRERE AI FARMACI?

«Proprio così. Grazie alle “terapie a basso impatto”, cioè basate soltanto su sostanze naturali, le cefalee si possono evitare o tenere sotto controllo efficacemente.

Con il grande vantaggio che non si rischiano gli effetti collaterali spesso legati all’assunzione per lunghi periodi dei farmaci anticefalea: problemi al fegato e ai reni, sonnolenza, aumento o eccessiva perdita di peso.

Alcune di queste medicine “verdi” erano già note da qualche anno, ma solo oggi abbiamo le prove scientifiche che ne dimostrano l’efficacia».

QUALI SONO LE SOSTANZE NATURALI IN GRADO DI TENERE ALLA LARGA LA CEFALEA?

«Anzitutto la vitamina B2 e il coenzima Q10: sono integratori alimentari in bustine o compresse, ma li deve prescrivere il medico e si comprano in farmacia. Servono a riequilibrare il consumo di energia delle cellule cerebrali, che nei pazienti con emicrania è sempre eccessivo.

I primi effetti si vedono dopo almeno 3-4 mesi, ma sono capaci di far diradare gli attacchi di cefalea fino a dimezzarli. E chi li prova una volta, se non si demoralizza per i tempi lunghi, difficilmente vi rinuncia». 

LE CURE CON I FARMACI VERI E PROPRI NON ASSICURANO EFFETTI PIÙ RAPIDI?

«Non sempre. Per esempio il farmaco novità più recente in fatto di cure anti-cefalea, la tossina botulinica di tipo A, è molto efficace, ma può richiedere alcuni mesi per dare i primi effetti concreti».

QUANDO VIENE CONSIGLIATA LA TOSSINA BOTULINICA DI TIPO A?

«È una cura per chi soffre di emicrania cronica, con attacchi che si presentano 15 giorni al mese: una forma che in Italia interessa circa il 3% della popolazione.

Ogni 3 mesi si effettuano 31 micropunture sotto cute per iniettare la tossina botulinica su fronte, tempie, nuca e spalle. I primi risultati si vedono entro la seconda somministrazione, ma si può ripetere il trattamento con questa cadenza fino a sei volte, dopo di che in genere si fa intercorrere più tempo tra un’applicazione e l’altra.

È consigliabile effettuare la terapia in uno dei Centri cefalee presenti in tutta Italia (per l’elenco: sisc.it/ita/centri-cefalee-in-italia_2.html), al
costo del solo ticket per una infiltrazione».

POSSONO ESSERCI EFFETTI COLLATERALI ALLE PUNTURINE?

«In genere la tossina botulinica è molto ben tollerata, solo nell’1% dei casi può dare gonfiore, calo della palpebra, tensione ai muscoli del collo. Ma si tratta comunque di effetti lievi e reversibili».

QUALI ALTRE STRATEGIE SI POSSONO METTERE IN ATTO CONTRO LE CEFALEE?

«Agire sugli stili di vita funziona meglio di qualunque farmaco. Gli studi più recenti dimostrano, per esempio, uno stretto legame tra la cattiva qualità del sonno e una maggiore frequenza di attacchi di mal di testa.

In questo caso l’arma migliore è correggere le abitudini sbagliate: rispettare i giusti orari per il sonno, evitare di usare pc, tablet e smartphone fino a poco prima di addormentarsi, non dormire con dispositivi elettronici in camera da letto. Piccoli espedienti dalla grande efficacia. 

UN DISTURBO DIFFUSO ANCHE TRA I BAMBINI

Ne soffre tra il 4% e l’11% degli alunni delle scuole elementari e tra l’8% e il 23% degli studenti delle medie. Che fare? «La chiave è nella diagnosi precoce: prima si agisce, più si riesce a ritardare la cronicizzazione e il conseguente ricorso ai farmaci», avverte il professor Vincenzo Guidetti, ordinario di Neuropsichiatria infantile all’università “La Sapienza” di Roma.

«Fondamentale non sottovalutare mai un bambino che lamenta un mal di testa: è molto raro che a quell’età si finga un problema simile. Meglio rivolgersi subito al pediatra. Anche per escludere che la cefalea sia la spia di altri problemi».

Occorre poi rivedere lo stile di vita dei nostri figli: esistono infatti quattro fattori che giocano un ruolo importante nel favorire il disturbo. Eccoli

1 L’eccesso di impegni. «Troppe attività quotidiane causano stress continui. Ed è accertato che chi è predisposto al mal di testa ha anche meno difese verso le situazioni di tensione emotiva», spiega il professore.

2 L’alimentazione sbilanciata. «Molti bambini oggi saltano la colazione, andando incontro a un calo di zuccheri nel sangue, che è un tipico interruttore per le cefalee», continua l’esperto.

3 L’obesità. «Specialmente le bambine e le adolescenti con diversi chili di troppo, hanno molte più probabilità di soffrire di mal di testa», avverte il professore.

4 I ritmi biologici alterati. «Dormire poco o farlo più del necessario può causare squilibri nell’organismo nei ragazzi. E la reazione è la cefalea», avverte il professor Guidetti.

Articolo pubblicato sul n.2 di Starbene in edicola dal 27/12/2016

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