Follicolite: che cos’è, cause, sintomi, cure

Infiammazione piuttosto comune che si manifesta con dei “brufoletti”, la follicolite coinvolge i follicoli piliferi. Nella maggior parte dei casi si risolve spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Quando richiede un trattamento



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Soprattutto nella bella stagione, quando tendiamo a scoprirci di più, mostrare dei “brufoletti” sulla pelle può creare disagio. E invece accade nella follicolite, un’infiammazione dei follicoli piliferi, quelle minuscole strutture a forma di sacco che si trovano in corrispondenza della radice di ogni pelo o capello.

«La follicolite può comparire in qualsiasi zona del corpo ricoperta da peli più o meno evidenti, fatta eccezione quindi per i palmi delle mani, le piante dei piedi e le mucose, come le labbra», descrive il dottor Paolo Broganelli, responsabile della Struttura dipartimentale di Dermatologia presso la Città della Salute e della Scienza di Torino. «Eccetto queste zone totalmente glabre, il resto del corpo è caratterizzato dalla presenza di peli o capelli, per cui i follicoli possono infiammarsi e diventare evidenti».


Le cause batteriche o fungine della follicolite

La follicolite può essere superficiale (quando interessa lo strato superficiale della pelle) oppure profonda (se coinvolge l’intero follicolo pilifero): i sintomi sono sostanzialmente gli stessi, ma nel secondo caso tendono a essere più accentuati e difficilmente regrediscono da soli, senza il ricorso a terapie mirate.

«Nella maggior parte dei casi, a scatenare l’infiammazione è un’infezione batterica o fungina. Fra i batteri responsabili ci sono microrganismi Gram-positivi e Gram-negativi, mentre tra i miceti più frequenti figurano la Candida albicans e il Pityrosporum ovale: in genere, si tratta di microscopici “ospiti” che vivono naturalmente sulla pelle, senza creare problemi, fino a quando non proliferano eccessivamente e diventano patogeni, ai danni dei follicoli piliferi», spiega il dottor Broganelli.

«Tra i batteri Gram-negativi spiccano soprattutto quelli del gruppo Pseudomonas, piuttosto diffusi nelle piscine, perché sono resistenti ai disinfettanti». Non esiste una predisposizione genetica al problema, che può colpire tutti: è vero, però, che i soggetti diabetici o immunodepressi sono più colpiti rispetto alla popolazione generale.


Le cause infiammatorie della follicolite

Talvolta, invece, le follicoliti sono amicrobiche, cioè non hanno un’origine infettiva, ma solo infiammatoria. «Classicamente, dipendono da sistemi depilatori aggressivi, non idonei oppure errati nell’esecuzione. Per esempio, dopo la rasatura negli uomini o la ceretta nelle donne, sono piuttosto comuni i peli incarniti, quelli che anziché fuoriuscire dal follicolo pilifero penetrano nella pelle, crescono nello strato corneo e creano infiammazione».

Tipiche sono anche le follicoliti da occlusione, favorite dall’utilizzo di abbigliamento troppo stretto o poco traspirante, ma anche dalla sedentarietà o dall’uso di creme cosmetiche molto grasse. «In questo caso, il follicolo si ostruisce e impedisce la fuoriuscita del sebo che viene prodotto dalla ghiandola sebacea annessa. A quel punto, oltre all’infiammazione, si determina anche una follicolite da ritenzione sebacea», evidenzia l’esperto.

Esistono, infine, delle follicoliti indotte dall’uso prolungato di alcuni farmaci topici, di solito a base di cortisone, dove possono sovrapporsi anche infezioni batteriche o micotiche.


Quali sono i sintomi della follicolite

In genere, la follicolite superficiale esordisce con l’arrossamento di una zona più o meno estesa della pelle (sempre in prossimità dei follicoli piliferi) che poi evolve nella comparsa di brufoletti pieni di pus e talvolta pruriginosi, che tendono a regredire spontaneamente nell’arco di pochi giorni.

«Quando l’infiammazione si sposta in profondità, si parla di foruncolosi e possono comparire non soltanto pustole più grandi e dolenti, ma anche febbre e malessere generale, simil-influenzale», avverte il dottor Broganelli. «C’è un’ulteriore follicolite profonda che interessa persone costituzionalmente inclini a svilupparla, in particolare nelle zone delle pieghe cutanee, come quelle inguinali e ascellari. Questa si definisce acne inversa, o idrosadenite suppurativa, e richiede un trattamento farmacologico specifico per risolvere la sintomatologia».


Come si tratta la follicolite

Quasi sempre, quando è superficiale, la follicolite regredisce spontaneamente, meglio se con l’adozione di alcune norme comportamentali, come evitare gli stress meccanici della pelle (rasatura, depilazione, abiti eccessivamente attillati) e detergere la zona infetta con un sapone antibatterico.

«Eventualmente, in caso di fastidio e su consiglio medico, si possono utilizzare degli antibiotici topici, per esempio a base di gentamicina o clindamicina», suggerisce il dottor Broganelli. «Se invece il problema non si risolve nell’arco di 10-15 giorni, tende a recidivare o peggiora, è bene rivolgersi a un dermatologo per valutare attentamente la situazione e individuare la terapia più idonea».

In alcuni casi, per identificare con precisione l’agente microbico che ha scatenato il problema, può essere consigliato un tampone cutaneo da abbinare a un eventuale antibiogramma per valutare gli antibiotici efficaci ed evitare quelli inutili.


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