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Pelle protetta e abbronzatura uniforme con i nuovi solari leggeri

Nel mondo della fotoprotezione si fanno largo i nuovi solari leggeri: prodotti smart, impercettibili, morbidissimi, supercomodi. Per un’abbronzatura uniforme e luminosa, che vince le insidie degli Uv

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I nuovi solari si sono alleggeriti nella texture e potenziati nella perfomance. Le case cosmetiche hanno trovato una soluzione, tra la necessità di proteggere la pelle dai raggi ultravioletti, il "fastidio" di usare sulla pelle prodotti appiccicosi, difficili da spalmare e con residui di patina bianca e la necessità di un'abbronzatura uniforme. Spesso non abbiamo un gran feeling con queste creme salva-scottature, ammettiamolo: per un sondaggio svolto da yougov.com, il 31% degli italiani (soprattutto uomini) non li utilizza

Adesso, però, non ci sono più scuse: i nuovi solari hanno consistenze così lievi da ricordare l’acqua, impercettibili sulla pelle. Unite a un tocco asciutto e trasparente. «Oltre a resistere alla sabbia, al sudore, alla salsedine, all’acqua, si possono applicare anche sulla cute bagnata (Wet Technology), dunque proteggono più a lungo. Molti, inoltre, impiegano la tecnologia Swop (Switch oil phase technology) che trasforma un’emulsione da olio in acqua, con il vantaggio di lasciare l’epidermide più morbida e idratata, senza però ungere. Alcuni, addirittura, hanno un effetto matte, quindi sono perfetti per schermare il viso», illustra la dottoressa Mariuccia Bucci, dermatologo plastico a Sesto San Giovanni (Milano). 



Che cosa contengono i nuovi solari

I solari di tendenza sono sì leggeri ma ancora fortissimi sul fronte protezione, specie se hanno il fattore alto (da 30 in su). Con filtri, peraltro, sicuri sia per la salute sia per la salvezza dell’ecosistema marino. «Ormai sono stati scartati quelli più controversi (come octocrylene, octoinossato, ossibenzone)o le nanoparticelle; mentre c’è via libera al biossido di titanio e all’ossido di zinco e, soprattutto, a formule completamente biodegradabili (ma resistenti all’acqua), in modo da limitare la dispersione dei filtri in mare», spiega la dermatologa. Prodezze tecnologiche che si traducono in latti impalpabili sul viso, stick scorrevoli da passare su naso, orecchie, zone sensibili o spray speed da nebulizzare sul corpo e in cima alla testa se si porta la riga in mezzo. Sì, perché si scotta anche il cuoio capelluto! 



Solari viso: basta lacrime e stop al bruciore

Le più recenti novità “barriera viso” sono anche intelligenti perché evitano quel fastidioso bruciore nella zona perioculare quando, per colpa del caldo o dell’acqua, il prodotto si scioglie. Un vantaggio non da poco, ottenuto grazie a formule innovative che hanno Spf alti (da 30 in su) che, però, non irritano o “migrano” nella zona perioculare, e che quindi si possono tranquillamente stendere intorno al contorno occhi.

«In più, i solari per il viso devono essere ricchi di antiossidanti, utili a contrastare gli effetti dei radicali liberi, la cui produzione si intensifica sotto il sole, e di agenti idratanti», consiglia l’esperta. Tra gli ingredienti top, ci sono la vitamina E, i peptidi biomimetici, il Q10 e l’acido ialuronico, tutti ottimi per contrastare i segni visibili del foto invecchiamento. «La tipologia ideale come schermante per il viso va, comunque, individuata in base all’età, al tipo di pelle e alle attività in programma, perché le esigenze di chi gioca a beach volley in spiaggia sono diverse da chi preferisce una passeggiata o opta per l’alta montagna», suggerisce la dottoressa Bucci. Lo scopo è ottenere certo un colorito dorato, ma senza dover poi pagare dazio in termini di rughe o macchie al ritorno in città. 



La prima stesura va fatta a casa 

Meglio andare in spiaggia già pronte a stendersi al sole: è una precauzione importante contro i danni da raggio solare. «Non solo si riesce a spalmare il cosmetico anche nei punti nascosti del corpo, ma soprattutto i filtri hanno bisogno di circa 20 minuti per attivarsi. Perciò la prima stesura va fatta in casa, e non quando si è già in spiaggia o in piscina», dice l’esperta. Così si evitano “buchi” nella foto-protezione. Ricorda che l’Spf (fattore di protezione) aumenta il tempo che ci è concesso prima di arrossarci ma non azzera ogni raggio. Infine, una sola volta non basta: occorre ripetere l’applicazione ogni 2-3 ore, senza lesinare sulle quantità. 



Gli integratori per la tintarella 

Il tocco finale per una pelle abbronzata come si deve sono gli integratori specifici. «Evitano eritemi e arrossamenti, rendono la tintarella più duratura e più luminosa, ma vanno assunti un mese prima di esporsi al sole, fino al ritorno in città», consiglia la dottoressa Bucci. «Molte di queste sostanze pro-tintarella si trovano negli alimenti». Ecco le più attive:

  • Vitamina C: difende la cute dallo stress ossidativo 
  • Probiotici: sono ingredienti utili per favorire la tintarella 
  • Licopene: presente nei pomodori, protegge la pelle dagli eritemi 
  • Astaxantina: ricavata da alghe e pesce, aiuta a produrre melanina 
  • Catechine: contenute nel tè verde, aumentano le difese dai raggi Uv 
  • Vitamina E: abbonda nei semi oleosi ed è un potente alleato della pelle 
  • Polifenoli: estratti dall’uva e da molti altri frutti sono buoni antiossidanti



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Articolo pubblicato sul numero n° 7 di Starbene in edicola dal 15 giugno 2021


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