Angina addominale: cos’è, gli esami da fare, la soluzione

Anche l’intestino può avere “l’infarto”, un’angina addominale. Succede quando colesterolo & Co. occludono le arterie che percorrono l’organo della digestione



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Fitte addominali dopo i pasti: non sempre sono riconducibili a una digestione difficile, come si tende subito a pensare. Insospettabilmente, le colpe possono essere anche di una cattiva circolazione che manda a corto d’ossigeno l’intestino. «L’organo della digestione è percorso da un reticolo di arterie che si diramano dall’aorta addominale, ma come succede per le coronarie che irrorano il cuore, anche il diametro di questi vasi può restringersi», spiega Luca Pastorelli, responsabile dell’Unità di gastroenterologia dell’Irccs Policlinico San Donato e docente di gastroenterologia all’Università di Milano. «Sulle pareti delle arterie intestinali si sedimentano depositi di calcio, materiale fibrotico, colesterolo e cellule infiammatorie che causano una sorta di parziale e momentaneo black out della circolazione, dando il via a un’angina addominale, responsabile del dolore. Questo disturbo è più frequente tra gli over 65, ma soprattutto tra chi ha fattori di rischio come fumo, sedentarietà, alimentazione ricca di grassi, sovrappeso e ipertensione».


Un crampo allo stomaco

Chi ha questi fattori di rischio, perciò, non deve sottovalutare se un’ora dopo il pasto, momento in cui l’apparato digerente ha bisogno di un maggior afflusso di sangue, rimane preda di un doloroso crampo alla bocca dello stomaco. Potrebbe essere la spia di un’angina addominale. «Il sospetto è ancor più concreto se il crampo si associa a diarrea, flatulenza e calo di peso», aggiunge Pastorelli.


Angina addominale, gli esami da fare e la soluzione

«Basta un ecocolordoppler dei vasi che irrorano l’intestino affiancato, nei casi dubbi, a una Tac o a una risonanza magnetica», spiega Pastorelli. «Se la diagnosi di angina addominale è confermata, l’unica cura è la rivascolarizzazione dei tratti dell’intestino colpiti, effettuata con l’inserimento per via percutanea (e quindi con piccole incisioni all’inguine) di cateteri che posizionano nei restrigimenti dei vasi malati degli stent. Si tratta di piccole protesi biocompatibili che li riaprono, ripristinando una corretta circolazione. Importante però che l’intervento sia effettuato in Centri di riferimento di chirurgia vascolare».

Il medico di base o lo specialista sapranno indicarli.


Angina addominale, prevenzione

Evitare brutte sorprese all’intestino è possibile, mettendo in campo le sane regole che contrastano l’aterosclerosi e che, per questo, tengono al sicuro anche cuore e cervello. «L’abolizione del fumo è la prima misura, seguita da perdita di peso, garantita da dieta sana, movimento e sonno regolare», raccomanda il professor Luca Pastorelli. «Se necessario, ok anche a farmaci mirati. Quindi, antipertensivi per chi ha la pressione alta; anticolesterolemici, se il colesterolo totale supera i 200 mg/dl. E, se ci sono già delle placche, gli antiaggreganti (come l’aspirinetta), che ne evitano il peggioramento».


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