Sole e smartphone, vista in pericolo. Ecco come proteggere gli occhi

Gli esperti avvertono: «Osservare lo smartphone o farsi selfie al sole può danneggiare seriamente la vista». Ecco perché e come evitarlo



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Arriva l’estate e aumenta la voglia di esporsi al sole, ma sempre con lo smartphone o il tablet a portata di mano. Un’abitudine che potrebbe rappresentare dei rischi per la vista, anche potenzialmente molto seri.
Se proteggere la pelle dai raggi solari è ormai una consuetudine, infatti, adottare precauzioni per gli occhi non lo è ancora. Eppure stare ore a guardare lo schermo del proprio cellulare sotto il sole, senza indossare occhiali da sole, equivale a fissare l'astro in modo diretto, come durante un’eclissi, e potrebbe portare a danni irreversibili alla vista. A ricordalo sono gli esperti.

Fissare lo smartphone al sole: quali rischi?

Trascorrere molto tempo con lo sguardo fisso alle proprie App, alle chat, ai social oppure cercare di scattarsi un selfie al sole, anche solo per poco tempo, potrebbe portare a compromettere la retina, con danni permanenti. A mettere in guardia dai rischi di un’esposizione senza adeguate protezioni sono gli esperti oculisti, dopo due casi eclatanti riportati dal Journal of Medical Case Reports.

Nel primo una ragazza di 20 anni che aveva trascorso due ore a guardare il proprio cellulare in spiaggia, anche facendosi selfie, aveva poi riportato una maculopatia permanente. Nel secondo, invece, il protagonista è stato un uomo di 30 anni, che aveva trascorso tre ore a leggere dal proprio tablet al sole in montagna: anche per lui i medici hanno diagnosticato un danno irreversibile alla retina.

Perché il sole diretto sui dispositivi fa male agli occhi

Osservare senza filtri gli schermi di cellulari e altri dispositivi elettronici, sotto il sole, può essere paragonato a fissare senza occhiali da sole una esclissi.

«Il motivo è dovuto all’effetto-specchio che si verifica, per cui i raggi ultravioletti del sole si riflettono sullo schermo di smartphone o tablet, finendo sull’occhio e colpendo non solo la cornea, ma potenzialmente anche il cristallino e la retina. Il tutto in maniera amplificata dalla luce blu che viene emessa da molti dispositivi e che finisce per potenziare l’effetto dei raggi sull’occhio», spiega Luigi Marino, oculista tra i fondatori dell’Aimo, l’Associazione italiana medici oculisti.

Quali rischi per la vista

La conseguenza, quindi, è un effetto degenerativo sulla parte più delicata dell’occhio, quella deputata alla visione nitida degli oggetti e dei loro colori. «I due casi della ragazza e dell’uomo, riportati dal Journal of Medical Case Reports, sono dovuti a una mancata protezione degli occhi», dice Marino. «I raggi solari, riflessi dai loro dispositivi e per un lungo periodo, hanno attraversato la parte più esterna dell’occhio, cioè la cornea, per poi raggiungere il cristallino e arrivare alla macula, che è la parte più interna e che ci permette di distinguere in modo nitido le immagini e i colori. Colpita dai raggi UV del sole, questa si può bruciare esattamente come accade alla pelle se non viene protetta con le creme solari».

Le conseguenze possono essere molto gravi: «Se la retina viene danneggiata, si forma una cicatrice permanente che compromette irreversibilmente la vista: ciò che può accadere è di perdere la capacità di vedere nitidamente gli oggetti: per tutta la vita si vedrà con una macchia nera al centro delle immagini, limitandosi a poter vedere bene soltanto i contorni esterni», chiarisce l’esperto.

Il mix di raggi solari e luce blu

L’effetto dei raggi solari può sommarsi a quello della luce blu, ossia quella emessa da moltissimi dispositivi elettronici: se alcuni modelli di smartphone e tablet più recenti sono dotati di apposito schermo interno, la maggior parte ne è ancora sprovvista. La conseguenza è che questa luce si aggiunge a quella già presente nei raggi ultravioletti del sole.

«Non ce ne rendiamo conto perché è invisibile, ma fa parte dello spettro solare, è quella che ci permette di esaltare i colori, in particolare il bianco, ed è la stessa che viene emessa dai device come smartphone e tablet, a meno che non abbiano un particolare filtro. La sommatoria tra la luce dei dispositivi e quella solare ha un effetto potenziato potenzialmente molto dannoso per la vista, se non ci si protegge adeguatamente», avverte Marino.

Quali precauzioni

Per evitare conseguenze negative, dunque, occorre adottare alcuni accorgimenti, ricordati dalla Società italiana di Scienze Oftalmologiche, riunita di recente in Congresso e da cui arriva un consiglio chiaro. «È opportuno evitare selfie sotto il sole senza specifiche protezioni perché gli occhiali da sole non sono sufficienti a filtrare in modo adeguato le radiazioni luminose. Va anche limitato l’uso prolungato di tablet e smartphone senza indossare occhiali da sole», ricorda Scipione Rossi, direttore dell’Oftalmologia all’ospedale San Carlo di Nancy di Roma e segretario tesoriere della Siso.

Come ricorda anche Marino, dal recente congresso degli oculisti statunitensi a San Diego e dalla American Academy of Ophthalmology è arrivato un monito: «Si è visto che l’uso all’aperto dei dispositivi in località sciistiche e di mare è spesso “disinvolto”: ci si copre la testa con i cappellini o la pelle con le protezioni solari, ma spesso non si indossano gli occhiali da sole, che invece sono indispensabili».

Ma non solo. «Se si è al mare nelle ore centrali della giornata, tra le 11 e le 15, gli occhiali andrebbero indossati anche quando si fa il bagno, perché il sole è particolarmente forte», consiglia Carlo Orione, oculista referente dell’Aimo per la Liguria.
Attenzione anche in montagna. «Spesso si sottovalutano gli effetti dell’esposizione al sole in vetta, ma anche qui i raggi sono molto forti e occorre qualche precauzione. Il sole fa bene da molti punti di vista, per la vitamina D e la calcificazione, ad esempio, ma contribuisce anche a sviluppare radicali liberi nell’organismo, che sono alla base anche della degenerazione nei tumori cutanei o della palpebra», aggiunge Orione.


I segnali da non sottovalutare

Ma quali sono i campanelli d’allarme a cui prestare attenzione? «Sicuramente il bruciore, la fotosensibilità e gli occhi rossi sono segnali di una esposizione scorretta alla luce del sole» spiega Orione. «I problemi più frequenti sono le congiuntiviti solari, che poi richiedono un trattamento con un collirio cortisonico. Ma si tratta di problemi alla parte più esterna dell’occhio, come la cornea che può infiammarsi e dare una visione annebbiata. Nei casi più gravi, invece, si può arrivare ad avere una cheratite o, se viene interessata la parte più interna dell’occhio come la retina, allora i problemi possono diventare permanenti: per tutta la vita si vedrà con una macchia nera al centro delle immagini e una visione nitida solo nei contorni esterni. Per evitarlo, dunque, occorre un po’ di prudenza e qualche accorgimento», conclude l’esperto Aimo.


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