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Casi di polmonite a Brescia: che cosa sappiamo

La nostra giornalista ha intervistato il presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiana sui casi di polmonite nella Bassa Bresciana. Ecco che cosa ci ha risposto e quando andare al pronto soccorso. In più, 5 consigli per evitare il contagio

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Si naviga a vista: inizia così l’intervista con il dottor Pierangelo Clerici, presidente dell’Associazione microbiologi clinici italiani. Perché al momento, in effetti, non è ancora chiara la ragione che accomuna i 160 accessi al pronto soccorso per polmonite, che si sono verificati nella Bassa Bresciana Orientale.

Numeri, peraltro, che secondo gli esperti potrebbero essere destinati ad aumentare ulteriormente. «Si è parlato di legionella, ma si tratta solo di due casi e non ancora confermati», sottolinea il dottor Clerici. «Il problema è che dai test sul sangue che vengono effettuati ai pazienti non emerge un agente eziologico». Vale a dire, in parole semplici, c’è la malattia, cioè la polmonite, ma non si trova traccia del batterio.


Il fiume Chiese rappresenta un pericolo?

Un mistero, dunque, perlomeno al momento. E che probabilmente passerà alla storia. Di certo, però, nella zona non si sta “con le mani in mano”. «La prima cosa che si è fatta è stata quella di cercare un comune denominatore», aggiunge l’esperto.

«Il filo che unisce tutti i Comuni dove abitano le persone che hanno contratto la malattia è il fiume Chiese. Per questo ora si stanno analizzando le acque, anche in profondità, per individuare l’eventuale presenza di un batterio».

Un’ipotesi? L’acqua del fiume potrebbe, per esempio, essere utilizzata per irrigare i giardini con gli impianti a vaporizzazione. Questo sistema, si ipotizza, complice le temperature torride di quest’estate e i tassi elevati di umidità, potrebbe essersi trasformato in un vero e proprio aerosol tossico.


La polmonite si può curare: ecco cosa fare 

Una cosa comunque è certa: qualunque sia l’identità del batterio mascherato, non è resistente agli antibiotici. «Questo è importante», sottolinea il dottor Clerici.

«La polmonite reagisce bene alla cura antibiotica. Per questo in caso di febbre a 39 gradi, se si vive in particolare nella zona a rischio, bisogna recarsi in pronto soccorso: se l’analisi del sangue e la radiografia confermano la malattia, va iniziata subito la terapia. Non è una forma pericolosa, ma certo su chi è anziano o comunque ha un organismo debilitato per la presenza di altre patologie, tergiversare nella decisione se recarsi o meno in ospedale potrebbe essere fatale».


5 regole di prevenzione

Ecco alcune semplici regole di prevenzione, suggerite dal nostro esperto:


  • lavarsi spesso le mani compresi gli avambracci fino ai gomiti


  • prima di utilizzare l’acqua dei rubinetti farla scorrere a lungo sia quella calda, sia quella fredda (a titolo precauzionale, anche se il fiume Chiese non viene usato per uso domestico. Va detto anche che non è bevendo l'acqua che si prende la polmonite)


  • non passeggiare sugli argini del fiume


  • non fare jogging o andare a pescare


  • stare lontano dagli impianti di irrigazione in funzione


articolo pubblicato 11 settembre 2018

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