Nelle aule italiane, dove milioni di studenti trascorrono fino a 1.000 ore all’anno, l'aria risulta spesso più inquinata che all'esterno. Le rilevazioni condotte in diverse scuole mostrano dati allarmanti: durante le ore di lezione, la concentrazione di anidride carbonica (CO₂) può superare di tre o quattro volte i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Con le finestre chiuse, la CO₂ aumenta rapidamente e polveri sottili, batteri e composti organici volatili restano intrappolati. Il risultato è un’aria “stanca”, capace di compromettere concentrazione, rendimento e salute. Non si tratta di un problema marginale: studi europei evidenziano che un incremento di 1.000 ppm di CO₂ in aula può ridurre le prestazioni cognitive fino al 15%.
Proprio da questa consapevolezza è nato necessARIA, progetto nazionale finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Piano Nazionale Complementare "Salute, Ambiente, Biodiversità, Clima", che vede la Provincia di Bolzano capofila e la partecipazione della Regione Marche, della Regione Abruzzo e quattro istituti di ricerca: l'Università Politecnica delle Marche, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Università "Aldo Moro" di Bari e l’Università "G. d’Annunzio" di Chieti-Pescara. L’obiettivo? Migliorare la qualità dell’aria negli edifici scolastici, trasformandoli in spazi più sani e sostenibili, dove studenti e insegnanti possano studiare e lavorare in condizioni ottimali.
Attivo dal 2023 al 2026, questo programma coinvolge scuole e istituzioni in tutto il Paese, dalle zone montane alle città costiere. Ogni contesto diventa un vero laboratorio per sperimentare soluzioni tecnologiche, scientifiche e gestionali volte a ridurre l’inquinamento indoor e a migliorare il benessere complessivo di studenti e docenti.
Come funziona la ventilazione meccanica
Il cuore tecnologico del progetto necessARIA è la Ventilazione Meccanica Controllata (VMC), un sistema che rinnova costantemente l’aria negli ambienti chiusi senza disperdere calore. Attraverso sensori e filtri ad alta efficienza, la VMC mantiene livelli ottimali di ossigeno e riduce la presenza di CO₂, polveri sottili, allergeni e composti organici volatili.
I benefici sono misurabili: in aule dotate di VMC, la concentrazione media di CO₂ risulta inferiore del 60% rispetto alle aule prive di sistemi di ventilazione, migliorando la concentrazione e riducendo le infezioni respiratorie stagionali.
Durante l’inverno, quando le finestre restano chiuse, le scuole senza VMC possono raggiungere valori di CO₂ fino a 3.000–4.000 ppm, contro i 1.000 raccomandati. «Le misurazioni hanno dimostrato che durante il periodo invernale le scuole prive di sistemi di Ventilazione Meccanica Controllata presentano sistematicamente livelli di CO₂ elevati, che superano significativamente i limiti raccomandati dalle norme tecniche di settore», afferma Luca Verdi, direttore del Laboratorio Analisi aria e radioprotezione della Provincia di Bolzano e coordinatore del progetto necessARIA. «I dati hanno evidenziato che nella stagione fredda il problema si aggrava: tenendo le finestre chiuse per evitare di disperdere il calore si impedisce un ricambio d’aria adeguato».
Questi dati hanno confermato l’urgenza di interventi strutturali, validando «l’ipotesi di partenza che identificava negli ambienti scolastici tradizionali un serio problema di qualità dell’aria», prosegue Verdi, «confermando la necessità di interventi strutturali. Questi dati forniscono quindi una solida base scientifica per giustificare investimenti in sistemi di ricambio dell’aria nelle scuole, dimostrando l’urgenza di affrontare questa problematica per garantire ambienti di apprendimento salubri».
Le Marche aprono la strada
La Regione Marche è stata la prima a implementare su larga scala l’approccio della ventilazione meccanica nelle scuole. Con un investimento di 10 milioni di euro, sono stati installati impianti in oltre 2.500 aule, frequentate da più di 34.000 studenti. Le misurazioni condotte dopo l’intervento hanno mostrato una netta riduzione delle concentrazioni di CO₂ e particolato, un minore rischio di trasmissione di virus aerei e un calo dell’assenteismo scolastico.
«Le Marche si confermano all’avanguardia, sia in Italia che in Europa, per l’innovazione tecnologica al servizio della salute e del benessere», sottolinea Francesco Baldelli, assessore alle Infrastrutture e Lavori Pubblici della Regione Marche. «Durante la pandemia di Covid-19, mentre molti puntavano esclusivamente su misure restrittive, noi abbiamo creduto fermamente nella ricerca e nella tecnologia, mobilitando i nostri ingegneri per studiare soluzioni capaci di ridurre la trasmissione delle malattie aeree».
Le prime ricerche, come quelle condotte dalla Fondazione Hume sul sistema di ventilazione adottato nelle Marche, hanno confermato l’efficacia della tecnologia. «Le prime ricerche hanno dimostrato che, se correttamente applicata, questa tecnologia è in grado di abbattere la diffusione non solo del Covid-19 ma di tutti i virus a trasmissione aerea, con una riduzione fino all’80%», precisa Baldelli.
Il bando della Regione Marche, al fine di garantire la qualità delle istallazioni, ha dato indicazioni tecniche in merito agli impianti VMC in relazione al numero dei ricambi d’aria (DM 18.12.1975; norma UNI 10339/1995 di giugno 1995), al recupero del calore, alla rumorosità (da confrontare con gli standard previsti dalla norma UNI 11532 prospetto 8 e UNI 8199:2016), all’integrabilità dell’impianto e alla manutenzione.
L’esperienza marchigiana ha inoltre prodotto un modello di bando con requisiti specifici per le installazioni, esteso ad altre regioni: 35 aule scolastiche sono state collegate a impianti di ricambio dell’aria in provincia di Bolzano (12 aule), Abruzzo (5 aule) e Puglia (18 aule), dimostrando che il modello può essere replicato con successo su scala nazionale.
Un investimento che genera valore
Migliorare la qualità dell’aria non è solo una scelta sanitaria, ma anche economica. Le analisi preliminari eseguite dalla Regione Marche mostrano che gli investimenti in VMC si ammortizzano nel medio periodo, grazie alla riduzione dei costi sanitari e all’aumento della produttività scolastica.
Ogni giornata di scuola guadagnata significa maggiore continuità didattica, minori interruzioni e risultati di apprendimento migliori. Inoltre, i sistemi con recupero di calore garantiscono un significativo risparmio energetico, riducendo dispersioni ed emissioni di CO₂, in linea con gli obiettivi di sostenibilità e contrasto al cambiamento climatico.
Verso una cultura della qualità dell’aria
NecessARIA rappresenta un primo passo verso una nuova cultura della prevenzione ambientale. L’approccio integrato del progetto – che unisce scienza, salute pubblica e innovazione tecnologica – può essere esteso a ospedali, uffici e altri edifici pubblici, contribuendo alla creazione di spazi urbani più sani e resilienti.
Rendere l’aria pulita una priorità strutturale significa investire non solo in salute, ma anche in equità e benessere collettivo. Respirare bene non è un privilegio, ma una condizione essenziale per vivere, studiare e crescere in modo sano.
In un contesto in cui sostenibilità e salute mentale sono al centro del dibattito pubblico, necessARIA dimostra che il benessere parte da ciò che non si vede: l’aria che respiriamo ogni giorno. Garantire aria pulita nelle scuole significa dare energia e lucidità ai giovani, migliorare la qualità del lavoro degli insegnanti e creare ambienti che favoriscono apprendimento, salute e comunità. È un progetto che coniuga rigore scientifico e visione sociale, dimostrando che innovazione e cura possono andare di pari passo. Non esiste futuro dell’educazione, né futuro del Paese, senza aria buona da respirare.
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