Dolcificanti, l’Oms ne sconsiglia l’uso: quando sono utili e quando no

L’Organizzazione mondiale della Sanità frena sul consumo di edulcoranti: non fanno dimagrire e potrebbe esserci un nesso con il diabete di tipo 2. Ecco i dettagli



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Aspartame, saccarosio, ma anche fruttosio e stevia potrebbero non fare così “bene” come si è creduto finora. Di sicuro non se ne dovrebbe abusare. Arriva ora un monito da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. «Sostituire gli zuccheri liberi con i dolcificanti non aiuta a controllare il peso a lungo termine. Le persone devono prendere in considerazione altri modi per ridurre l'assunzione di zuccheri liberi», ha affermato Francesco Branca, direttore dell'OMS per la nutrizione e la sicurezza alimentare, in occasione della definizione delle nuove linee guida.

Il riferimento è a xilitolo (molto usato nelle gomme da masticare), advantame, acesulfame K, aspartame, ciclamati, neotame, saccarina e sucralosio, ma anche a fruttosio, stevia e derivati.

L’Oms frena sull’uso dei dolcificanti

«L’Oms suggerisce di non usare dolcificanti per ottenere il controllo del peso o per ridurre il rischio di malattie non trasmissibili», si legge nel documento dell’Organizzazione, che chiarisce i motivi: i dolcificanti non fanno perdere peso e potrebbero essere correlati a un maggior rischio di andare incontro a diabete di tipo 2 e a malattie cardiovascolari negli adulti.

Le raccomandazioni, infatti, arrivano dopo la revisione di alcuni dei 283 studi, tra trial clinici randomizzati controllati e studi osservazionali, condotti nel 2022 sugli effetti sulla salute dei dolcificanti negli adulti, nei bambini e nelle donne in gravidanza. La conclusione è la raccomandazione a evitarne il consumo, a meno di non rientrare in una categoria di persone per le quali lo zucchero tradizionale (il glucosio) è fortemente sconsigliato, come nel caso dei diabetici. Va detto che in precedenza le indicazioni erano di limitare l’assunzione degli edulcoranti in modo che non apportino più del 5% delle calorie giornaliere. Perché?

I dolcificanti e il diabete di tipo 2

L’intervento dell’Oms è sotto forma di raccomandazione (“conditional recommendation” che, a differenza della “strong raccomendation”, non è perentoria) e si basa sulle analisi delle ricerche recenti. «Non si tratta di una bocciatura, ma certamente di un richiamo, soprattutto nei confronti di chi, pur non avendo esigenze mediche, assume questi prodotti, magari anche in quantità eccessive», chiarisce Luca Piretta, gastroenterologo dell’Università Campus Biomedico di Roma.

Ma perché si indica un nesso tra i dolcificanti e il diabete 2? «Il motivo ha a che fare con la tipologia di soggetto che in genere usa i dolcificanti: si tratta di persone già in sovrappeso, per questo è più facile che possano andare incontro a diabete. La correlazione, quindi, è di tipo epidemiologico, non di causa-effetto: a oggi non è dimostrato che assumendo edulcoranti si abbiano maggiori possibilità di sviluppare la patologia», spiega ancora l’esperto.

«È importante sottolineare, invece, che i dolcificanti non aiutano a perdere peso. In questo senso il monito dell’Oms si rivolge a chi li usa pensando di dimagrire», aggiunge Piretta.

Gli edulcoranti non fanno perdere peso

Come chiarito da Branca, «le persone devono prendere in considerazione altri modi per ridurre l'assunzione di zuccheri liberi, come il consumo di alimenti con zuccheri naturali, come la frutta, o cibi e bevande non zuccherati. I dolcificanti non sono elementi dietetici essenziali e non hanno valore nutritivo. Le persone dovrebbero ridurre del tutto i cibi dolci dalla dieta, iniziando dai primi anni di vita, per migliorare la salute».

«L’idea che prendendo il dolcificante si possa dimagrire è una falsa aspettativa. Se si mangia in modo eccessivo o scorretto, per esempio grandi quantità di pasta, di pane, di dolci o anche ricorrendo a condimenti eccessivi, non è prendendo il caffè dolcificato che si può pensare di ridurre il proprio peso. Occorre, piuttosto, cambiare stile di vita, dall’alimentazione al movimento. Insomma, il taglio delle calorie che possono permettere gli edulcoranti è insignificante rispetto al totale di quelle assunte giornalmente», spiega l’esperto.

Pro e contro dei dolcificanti

Quando e per chi i dolcificanti possono essere utili e quando, invece, sono da evitare del tutto? «I dolcificanti sono un valido sostituto dello zucchero nei soggetti già diabetici che, per esempio, possono così non rinunciare al caffè, con il vantaggio di avere un minor impatto sulla glicemia. In ogni caso non si dovrebbe mai eccedere», spiega il gastroenterologo. 

«Attenzione, invece, a chi ha problemi gastrointestinali come chi soffre di colon irritabile, che potrebbe veder acuire il disturbo. Andrebbero evitati, invece, per motivi precauzionali, nelle donne in gravidanza e nei bambini». In quest’ultimo caso le raccomandazioni dell’Oms arrivano dopo vari appelli anche da parte dei pediatri, in particolare per il rischio di dipendenza.

Il rischio dipendenza da zuccheri

«Gli edulcoranti non tolgono la dipendenza dal gusto dolce che è dovuta al fatto che gli zuccheri stimolano la produzione di ormoni che ci danno piacere. Questo ci porta a cercare sempre nuovi alimenti dolci. Questo meccanismo vale per lo zucchero, ma anche per i dolcificanti perché la stimolazione e i recettori su cui agiscono sono gli stessi, con l’unica differenza di apportare meno calorie», dice Piretta. 

«Nei bambini, inoltre, i dolcificanti andrebbero evitati per una questione educativa: invece che indurli a pensare che lo zucchero fa male e va preferito ai sostituti, è meglio spiegare loro che lo zucchero è importante, perché è fonte indispensabile di energia per le cellule nervose, ma entro la giusta quantità».


maggio 2023

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