È vero il post della ragazza malata a cui nessuno fa gli auguri?

La foto di una giovane donna sorridente, ma evidentemente malata, ha fatto il giro del web molto volte, con identità diverse. Il post chiede di essere condiviso per permettere alla ragazza di ricevere almeno gli auguri di compleanno. Scopri perché è una bufala



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di Gianluca Liva, dell’associazione Factcheckers


Jessica è una ragazza affetta da leucemia e alcune settimane fa una sua foto pubblicata sulla pagina Facebook “Il mio piccolo mondo” era accompagnata dalla didascalia “Mia madre ha detto che nessuno mi condivide perché sto avendo il cancro. posso avere i tuoi amen qui? se non ti vergogni di me”.

Il 19 aprile la stessa foto compare sull’account Twitter “TellUsWhyUK”, assieme al messaggio “Ciao, sono Jessica. Soffro di leucemia. Oggi è il mio compleanno ma nessuno mi ha ancora fatto gli auguri. Sto sorridendo ma, in cuor mio, sono triste. Mi fate gli auguri?”.

Questi contenuti generano in pochissimo tempo decine di migliaia di like e condivisioni ma si tratta di operazioni fittizie, messe in scena senza alcun fine benevolo, con il solo scopo di convogliare traffico verso una specifica pagina o account.

Non si conosce alcun dettaglio sull’individuo ritratto nella fotografia ma essa ha fatto il giro del web più volte.

Secondo la ricostruzione di Snopes la prima pubblicazione della fotografia risale al 14 marzo 2017 su una pagina Facebook in lingua francese chiamata “Lutte contre le cancer”. In questo primo caso la ragazza “affermava” di avere appena sconfitto il cancro e “chiedeva” di lasciare un messaggio di congratulazioni.

Messaggi di questo tipo (in cui viene fatta esplicita richiesta di compiere un azione, come, ad esempio, una condivisione o un commento) rimandano quasi sempre ad account che pubblicano post a ritmi frenetici. Una volta raggiunto un sufficiente numero di like o un adeguato traffico sulla pagina, i proprietari vendono l’account a individui o aziende interessati a possedere una pagina con un forte seguito, anche se apparente. Si tratta, in conclusione, di una bufala messa in giro senza scrupoli e per conseguire uno scopo disonesto.


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Articolo pubblicato sul n. 21 di Starbene in edicola dal 01/05/2018

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