Botulino negli alimenti e in medicina estetica: gli stessi rischi?
Il botulino che “avvelena” attraverso gli alimenti mal conservati è lo stesso che viene iniettato per spianare le rughe? E comporta gli stessi rischi? Ne parliamo con un’esperta
I numerosi casi di intossicazione da botulino riportati dalle cronache in queste ultime settimane hanno sollevato il problema della sicurezza dei cibi conservati ma hanno anche creato confusione sull’altro uso della tossina botulinica in medicina per scopi terapeutici ed estetici.
Molti si sono chiesti: il botulino che quest'estate ha portato al pronto soccorso diverse persone è lo stesso che viene iniettato per spianare le rughe? La logica domanda successiva è allora: le punturine rappresentano un rischio? Questo il sospetto venuto a molti proprio a seguito dei casi di intossicazione.
È quindi necessario fare chiarezza per evitare infondati allarmismi. Abbiamo chiesto alla dottoressa, Anadela Serra Visconti, docente della Scuola internazionale di Medicina estetica di Roma, di spiegare le differenze tra la tossina botulinica che ha causato gli avvelenamenti e quella usata in medicina.
Un veleno negli alimenti in scatola senza controllo
Le forme di botulismo alimentare sono per lo più imputabili ad alimenti conservati in modo improprio, con condizioni che favoriscono la proliferazione del batterio. In Italia si riscontrano valori tra i più alti d’Europa a causa della tradizione di fare le conserve di produzione casalinga.
Il botulismo rappresenta un rischio subdolo, poiché l’aspetto, l’odore e il sapore dei cibi contaminati non subiscono alterazioni.
«Il Clostridium botulinum è un batterio che si può trovare nella terra, in alcune piante, nell’intestino di alcuni animali e nei prodotti alimentari in scatola o in barattolo, soprattutto quelli casalinghi artigianali che non hanno subito una corretta sterilizzazione e non hanno nemmeno un controllo sanitario», spiega Serra Visconti.
«In questi casi il batterio può proliferare e se ingerito può determinare fenomeni che vanno dalla paralisi muscolare fino alla morte, nei casi più gravi. È un vero e proprio proprio veleno per il corpo».
Quando il botulino diventa un farmaco
Lo stesso batterio però, se ben trattato, può avere effetti utili. Tant’è che viene usato da oltre 40 anni nella medicina e, in anni recenti, anche nella medicina estetica. «E senza effetti collaterali o rischi per la salute», tiene a precisare Serra Visconti.
«Il batterio è sempre lo stesso, ma viene coltivato in laboratori specializzati, dove subisce controlli e processi di purificazione per farlo diventare un farmaco a tutti gli effetti. Un farmaco che ha diversi utilizzi, per via della sua azione sulla muscolatura».
Quali sono le applicazioni più frequenti del botulino? «In oculistica viene usato per trattare casi di strabismo, in ortopedia per le contratture muscolari come il torcicollo spastico e in urologia per intervenire sui problemi vescicali. Sono numerose le specializzazioni che si servono della tossina botulinica come farmaco, viene usato anche per migliorare le cicatrici post chirurgiche e da acne.
Aiuta a guadagnare un po’ di giovinezza
Il botulino è noto al largo pubblico soprattutto per l’uso in medicina estetica, quando si vuole rinfrescare il viso, attenuando i segni del tempo.
«Grazie al suo potere di rilassare i muscoli responsabili di alcune rughe, come le zampe di gallina attorno agli occhi e le rughe della fronte, e di contrastare il cedimento del contorno viso e del collo, è largamente e usato».
Può avere una funzione antidepressiva
«Le ultime ricerche, con oltre 400 lavori dedicati pubblicati sui più accreditati portali scientifici, dimostrano che il botulino è anche in grado di migliorare l’umore, non soltanto perché la persona si vede più giovane, ma anche per un suo indiretto effetto sulla produzione di serotonina, l’ormone del benessere. Molti di questi lavori scientifici sono di psichiatri che lo consigliano come coadiuvante antidepressivo. In questo caso viene inoculato nella base superiore del naso, la glabella, e sui corruttori delle sopracciglia», dice la dottoressa Visconti che rivela un’applicazione forse meno nota del botulino.
Nessun rischio di avvelenamento
Ma torniamo alla domanda iniziale. Se il batterio è lo stesso e negli alimenti non ben sterilizzati può creare una intossicazione, quando è iniettato in medicina è rischioso?
«Non c’è alcun legame tra le due situazioni, lo ripeto, nessun rischio. L’unico rischio è se le punture vengono effettuate da una persona che non è medico, che non ha fatto corsi specifici e che magari usa prodotti non autorizzati dal Ministero della Sanità», afferma l'esperta.
Non ci sono rischi di paralisi? «L’azione del botulismo dura circa 4 mesi e finito l’effetto, che diminuisce progressivamente, si torna alla situazione iniziale. Non dà alcun rischio di danno permanente. Si può presentare, in casi sporadici, un temporaneo abbassamento della palpebra, di solito solo da un lato per circa un mese durante il quale vanno applicate gocce oculari che risolvono il problema».
Visconti conclude: «Non c’è nessun collegamento con gli avvelenamenti da cibi. In questo caso il batterio è contenuto in prodotti in scatola e sviluppa alta tossicità, mentre in medicina la tossina è purificata. Le viene tolta, cioè, la parte tossica conservando quella utile per rilassare la muscolatura. Inoltre ha un effetto preventivo, di contrasto alla formazione dei segni del tempo. Non ci sono limiti anagrafici ai trattamenti. Si può fare sempre a qualsiasi età».
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