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Bisfenolo A nelle lattine, quali rischi? I consigli dell’esperta

Il Bisfenolo A (BPA) è stato vietato dall’Unione Europea in tutti i materiali a contatto con gli alimenti, a partire da gennaio 2025. Nonostante ciò, si trovano ancora lattine prodotte in precedenza che possono contenere questa sostanza. Cosa significa per la nostra salute

Foto: iStock



Il tema legato alla presenza del Bisfenolo A (BPA) nelle lattine che contengono alimenti e bevande è molto dibattuto nel mondo del benessere e della sicurezza alimentare. Questa sostanza è stata vietata dall'Unione Europea in tutti i materiali a contatto con gli alimenti, a partire da gennaio 2025. Nonostante ciò, è ancora possibile trovare in commercio lattine prodotte in precendenza che la contengano. Per fare chiarezza sui rischi, abbiamo intervistato la biologa nutrizionista Ilenia Grieco, che ci ha illustrato lo stato dell'arte in Italia e come proteggersi.


Cos’è il Bisfenolo A e perché è stato vietato in Europa dal 2025?

«Il Bisfenolo A è una sostanza chimica usata da decenni nella produzione di plastiche e resine. Si trova comunemente nel rivestimento interno delle lattine, dove serve a impedire che il metallo reagisca con gli alimenti o le bevande. Tuttavia, numerosi studi scientifici hanno dimostrato che il BPA può migrarvi all’interno, soprattutto se la lattina è esposta a calore o conservata a lungo.

L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha rivalutato il rischio e, nel 2023, ha drasticamente ridotto la dose giornaliera tollerabile di BPA. Di conseguenza l’UE ha deciso di vietarne l’uso a partire dal 2025 nei materiali che entrano in contatto con il cibo».

Cosa rischiamo se assumiamo alimenti o bevande che contengono Bisfenolo A?

«Il BPA è un interferente endocrino: può imitare o alterare l’attività degli ormoni nel nostro corpo e arrecare numerosi problemi, come disturbi ormonali e della fertilità o come lo sviluppo anomalo del sistema nervoso nei bambini.

Inoltre, il bisfenolo A può creare alterazioni del metabolismo (aumento del rischio di obesità, diabete) e avere un ruolo nell'aumento del rischio di tumori ormono-dipendenti, come quelli al seno e alla prostata. L’esposizione costante, anche a piccole dosi, può avere effetti cumulativi nel tempo, specialmente in soggetti vulnerabili come bambini, donne in gravidanza e anziani».

Come facciamo a capire se una lattina o un contenitore alimentare contengono ancora BPA?

«Purtroppo non è sempre facile. Il BPA non è obbligatoriamente indicato in etichetta, ma ci sono alcuni indizi utili che possono orientarci in maniera significativa. Intanto, è utile controllare la data di produzione: se la lattina è stata prodotta prima del 2025, potrebbe contenere BPA.

Anche i simboli di riciclo con il numero 7 o con le lettere “PC” (policarbonato) sulle plastiche possono indicare la presenza di BPA. Quindi preferie le confezioni che riportano la dicitura “BPA free” (senza BPA)».

Qualche altro consiglio per i consumatori utile a evitare il Bisfenolo A negli alimenti confezionati?

«Ecco alcune attenzioni di buon senso:

  • scegliere prodotti di vetro o tetrapak al posto delle lattine, quando possibile;
  • evitare di riscaldare cibi o bevande in contenitori di plastica o lattine, soprattutto se non sono BPA free;
  • non conservare cibi caldi o acidi in lattine o contenitori di plastica, perché questo aumenta il rischio di rilascio di BPA».


Quali sono le alternative sicure al Bisfenolo A?

«L’industria alimentare ha già introdotto alternative più sicure, tra cui BPS (Bisfenolo S) e BPF (Bisfenolo F), però attenzione, sono simili al BPA e il loro profilo di sicurezza è ancora in discussione. Per i consumatori, il mio consiglio è non fermarsi alla scritta “senza BPA” ma preferire contenitori in vetro, acciaio, carta o materiali certificati.

Suggerisco, inoltre, di consumare alimenti freschi e poco processati, che non richiedono confezionamenti industriali. Un altro accorgimento utile è quello di portare con sé borracce in acciaio o vetro, evitando bottigliette di plastica riutilizzate. Quando ci si trova in bar e locali, è utile chiedere esplicitamente se le bevande provengono da lattine o bottiglie di vetro».

È sicuro consumare lattine prodotte prima del 2025 o è meglio evitarle del tutto?

«Anche se il rischio per la salute da una singola esposizione è basso, l’assunzione continuativa e involontaria di BPA può rappresentare un problema. Per questo, è meglio evitare lattine prodotte prima del 2025, soprattutto se contengono cibi acidi (pomodori, bibite gassate, energy drink), se sono state esposte a calore e se sono destinate a bambini, donne in gravidanza o soggetti fragili.

Le lattine prodotte prima della data di divieto sono state realizzate in conformità con le normative vigenti all'epoca, ciò significa che i livelli di BPA erano considerati sicuri secondo le linee guida di allora. Tuttavia, le nuove ricerche hanno abbassato drasticamente la dose giornaliera tollerabile di BPA, sollevando dubbi sulla sicurezza anche di questi livelli preesistenti. In questi casi, è utile lasciarsi guidare dal buonsenso, evitando il consumo smodato di lattine prodotte prima del 2025. La prudenza è d’obbligo, preferendo alternative più sostenibili e limitando al minimo il consumo di questi prodotti».


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