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Allergie: i nuovi vaccini nanotech

Grazie alle nanotecnologie, gli scienziati hanno messo a punto nuovi vaccini antiallergie La sperimentazione sull’uomo è partita proprio in questi giorni e, se tutto andrà bene, tra 4-5 anni avremo prodotti mirati e più rapidi contro acari, graminacee, olivo, noccioline

iStock



di Oscar Puntel


Allergie, addio. Sta per partire la sperimentazione sull’uomo dei nuovi vaccini, in grado di contrastare, nelle persone predisposte, l’iper risposta del sistema immunitario (reazione allergica o shock anafilattico) di fronte alle sostanze non tollerate (allergeni).

Si tratta di vaccini nanotech, che insegnano al sistema immunitario a non iper-reagire di fronte alle sostanze cui si è allergici. «Sono stati studiati per insegnare alle nostre cellule di difesa a dare la risposta giusta agli allergeni: è questa l’unica strada per risolvere il problema delle allergie, perché, anziché intervenire sui sintomi, risolve la patologia all’origine», ha commentato Enrico Maggi, presidente della Società italiana di allergologia, asma e immunologia clinica. Ci vorranno però almeno 4-5 anni prima di vederli sul mercato.


COME FUNZIONERANNO I NUOVI VACCINI

Quando facciamo una vaccinazione, stimoliamo l’organismo a reagire in un certo modo nei confronti di una determinata sostanza. Nel caso delle allergie, inoculiamo un antigene, innocuo per l’uomo, che simula un “agente patogeno” e stimola una risposta anticorpale verso quella sostanza.

«I vaccini nanotech sono mirati alle cellule del sistema immunitario e “insegnano” loro a produrre la giusta risposta anticorpale; i vaccini tradizionali invece sono aspecifici, non hanno come bersaglio diretto il nostro sistema di difesa, quindi impiegano molto più tempo, a stimolare una risposta immunitaria», spiega l'esperto.

«Talvolta, inoltre, i vaccini tradizionali perdono efficacia: basta una variazione del quantitativo di polline nell’aria e si ripresenta l’allergia, perché quel vaccino protegge solo entro una certa quantità della sostanza», aggiunge Mario Di Gioacchino, immunologo e docente all’Università di Chieti.

Le nanotecnologie, già usate in immunoterapia oncologica, invece, offrono farmaci “intelligenti”, che agiscono in modo mirato su un organo, un tessuto o una serie di cellule bersaglio, senza disperdersi nel resto del corpo.

«Una nanoparticella riesce a penetrare e a dirigersi ovunque: agisce in maniera diretta sulle cellule del sistema immunitario e fa in modo che la risposta dell’organismo sia più rapida e più potente. In pratica, metà tempo rispetto ai vaccini tradizionali. Una nanoparticella, come quella sperimentata col vaccino per l'epatite, inizia la sua attività dopo una settimana, il vaccino normale, dopo 4-5 settimane», sottolinea l’immunologo.


LE ALLERGIE CONTRO CUI STA LAVORANDO LA SPERIMENTAZIONE

Quali vaccini nanotech riguarderanno la sperimentazione sull’uomo? Quelli contro le reazioni agli acari (polveri), alle graminacee, all'ambrosia, all'olivo (polline), alle noccioline (alimentare).

Oggi esiste un vaccino per le graminacee, per esempio, ma non è così efficace, perché la percentuale di allergene nell’aria può variare e scatenare comunque una risposta allergica. Con questi vaccini nanotech, invece, insegniamo al sistema a rispondere nel modo corretto a uno specifico allergene, a prescindere dalla sua quantità», sottolinea ancora Di Gioacchino.


A CHE PUNTO È LA SPERIMENTAZIONE

Al momento è appena terminata la sperimentazione sugli animali. «Si è visto che, nel 100% dei casi, c'è una “protezione” dallo shock anafilattico indotto dall’allergene. In una fase di studio pre-clinico, si è visto che i nuovi vaccini non mostrano effetti nocivi. Ora stiamo per partire con la sperimentazione diretta», dice il professor Di Gioacchino. Verosimilmente questi nuovi vaccini si potranno avere sul mercato entro 4-5 anni, se la sperimentazione sull'uomo si concluderà positivamente.

12 aprile 2017

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